Palazzo della Ragione
Il palazzo della Ragione era, nel Medioevo, l'edificio in cui si amministrava la giustizia.[1] Veniva chiamato anche Arengo, Palazzo Pretorio, Palazzo della comunità, a seconda dell'epoca e della rappresentanza cittadina, casa consiliare, tribunale, arengo, centro notarile.
Sebbene comune a molte città dell'Italia settentrionale, i due edifici più noti sono il palazzo della Ragione di Padova e quello di Vicenza, ristrutturato dal noto architetto rinascimentale Andrea Palladio nel 1549, da cui il nuovo nome di Basilica Palladiana.[1][2]
Significato del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il nome dell'edificio pubblico in cui si svolgeva l'attività giudiziaria deriva dal fatto che in quel luogo i giudici rendevano "ragione" ai cittadini delle loro doglianze. Il termine "ragione" deriva dalle antiche locuzioni "far ragione a qualcuno", col significato di "rendergli giustizia", e "farsi ragione da sé", cioè "farsi giustizia da soli"; e infatti nel linguaggio giuridico si utilizza, ancora oggi, l'espressione "ragion fattasi" quando si vuol dire che una persona si è fatta giustizia da sé.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c ragióne, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ basilica2, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 16 maggio 2020.«Con il sign. originario, è il nome con cui è anche indicato il Palazzo della Ragione in Vicenza, così chiamato dal suo architetto, il Palladio, per le caratteristiche classiche del suo rivestimento»
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