Ordine dei santi patroni d'Italia

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Ordine dei santi patroni d'Italia
Ordine dei Santi Francesco e Caterina patroni d'Italia

Repubblica Sociale Italiana
TipologiaOrdine cavalleresco
Statussoppresso
IstituzioneSalò, 11 febbraio 1945
Primo capoBenito Mussolini
CessazioneSalò, 28 aprile 1945
Ultimo capoBenito Mussolini
GradiCavaliere di gran croce
Grand'Ufficiale
Commendatore
Ufficiale
Cavaliere
Precedenza
Ordine più altoOrdine civile e militare dell'Aquila romana
Ordine più basso-
Nastro dell'ordine

L'Ordine dei santi patroni d'Italia fu un ordine cavalleresco della Repubblica sociale italiana.

Esso venne istituito da Benito Mussolini l'11 febbraio 1945 in commemorazione del 16º anniversario dei concordati tra Stato e Chiesa, i famosi Patti lateranensi dell'11 febbraio 1929 siglati dal cardinale Pietro Gasparri e da Mussolini stesso fortemente voluti.

L'Ordine era intitolato ai santi patroni d'Italia dal momento che dal 18 giugno 1939 papa Pio XII aveva nominato san Francesco d'Assisi e santa Caterina da Siena a questo ruolo.

L'ordine ebbe breve vita in quanto dopo pochi mesi dalla sua creazione si estinse con la caduta del governo della Repubblica sociale italiana.

Gradi[modifica | modifica wikitesto]

L'ordine era suddiviso nei consueti cinque gradi:

  • Cavaliere o Dama di Gran Croce
  • Grand'Ufficiale
  • Commendatore o Commendatora
  • Ufficiale
  • Cavaliere o Dama

Insegne[modifica | modifica wikitesto]

Le insegne dell'ordine consistevano in una croce latina avente nel diritto un disco con le immagini di san Francesco e santa Caterina smaltate a colori e sul retro, nel medesimo cerchio, le lettere "R.S.I." (Repubblica sociale italiana). Tali decorazioni, tuttavia, non vennero mai coniate in quanto poco dopo l'istituzione dell'onorificenza la Repubblica sociale italiana venne soppressa. Anche sui nastri sono state fatte diverse ipotesi. È riportato che l'ordine sia stato conferito ad alcuni ufficiali italiani e tedeschi attraverso dei diplomi stampati, ma nessuno di essi venne mai accompagnato da una decorazione vera e propria in foggia di medaglia.

Note[modifica | modifica wikitesto]


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A. Giaramita, Gli Ordini cavallereschi dell'Aquila Romana e dei Santi Patroni d'Italia, 2002, edizioni universitarie Name, ISBN 888729836X
  • Luciano Pelliccioni di Poli, Gli Ordini cavallereschi di uso legittimo in Italia, 1991, I libri del Graal, ASIN B00OA9LST4

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Breve storia dell'ordine, su gmtweb.net. URL consultato il 7 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2008).