Nuova Elettronica

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Nuova Elettronica
Logo
Logo
AbbreviazioneNE
StatoBandiera dell'Italia Italia
Linguaitaliano
Periodicitàirregolare (tipicamente bimestrale)[1]
Generestampa nazionale
Formatomagazine
FondatoreGiuseppe Montuschi
Fondazione1969
Chiusurasettembre 2012
SedeBologna
EditoreCRE
Diffusione cartacea150 000[senza fonte]
DirettoreLeonardo Righini
ISSN1124-5174 (WC · ACNP)
Sito webwww.nuovaelettronica.it/
 

Nuova Elettronica è stata una rivista italiana fondata da Giuseppe Montuschi nel 1969 a Bologna dalle ceneri della rivista Elettronica Mese. Si occupava di hobbistica elettronica, divulgazione nell'ambito tecnico scientifico, elettromedicale e didattico, con un'impostazione pedagogica e popolare.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

La rivista, reperibile nelle edicole e tramite abbonamento, non conteneva pubblicità, se non nei primi numeri, ma si finanziava interamente con i proventi editoriali e con la vendita dei kit di montaggio dei progetti pubblicati, che, a seconda della complessità, potevano essere venduti già montati e completi di tutto, oppure con parti e accessori acquistabili separatamente. Alcuni progetti di tipo medicale appartenenti alla linea chiamata "professional", avevano la certificazione CE valida solo per gli apparecchi già assemblati. Per i kit da montare, invece, la certificazione poteva essere ottenuta in un secondo tempo.

Ogni progetto pubblicato era accompagnato sia da una spiegazione del funzionamento del circuito, sia della procedura di montaggio; inoltre, veniva offerto un servizio di assistenza post-vendita per risolvere problemi di funzionamento dei kit a causa di errori di montaggio o tolleranze dei componenti.

La quasi totalità dei progetti veniva realizzata dai suoi tecnici in più laboratori sparsi per l'Italia; la rimanente parte veniva creata con l'aiuto di collaboratori esterni o degli stagisti durante il periodo di praticantato presso il Centro Ricerche Elettroniche, che faceva da supporto alla rivista. Occasionalmente veniva pubblicata la rubrica Progetti in Sintonia, contenente circuiti proposti dai lettori corredati da una breve descrizione.

Oltre all'ordinaria distribuzione internazionale, la rivista collaborò indirettamente con la sua derivata brasiliana Nova Eletrônica (diretta da Leonardo Bellonzi e pubblicata tra febbraio 1977 ed il 1987) [2] nonché con la rivista francese Electronique et Loisirs [3].

Giuseppe Montuschi morì nel dicembre del 2009 all'età di 82 anni e la società venne ceduta a stretti collaboratori. Le pubblicazioni proseguirono per tutto il 2010 con i consueti numeri bimestrali e un supplemento sulla diatermia, una pratica della medicina alternativa priva di validazione scientifica. Già nel corso degli anni '80 avevano riscosso un certo successo gli articoli e i kit dedicati alla magnetoterapia.

Il numero 247 portò un nuovo design alla rivista, sostituendo la precedentemente minima qualità di elementi grafici decorativi ed i caratteristici titoli degli articoli a centro pagina in carattere blu e nero; tale numero fu peraltro pubblicato sperimentalmente anche in lingua inglese, sotto il titolo New Electronic[4].

Con il numero 250 di settembre-ottobre 2012 si conclusero definitivamente le pubblicazioni della rivista. Fu l'unico numero con due copertine e leggibile da entrambi i lati; per circa l'80%, la rivista era occupata dai soliti progetti realizzabili tramite kit ma rovesciando il fascicolo e partendo dall'ultima di copertina, si accedeva a un breve corso di elettronica, che non ebbe seguito, presentato da un personaggio denominato Prof Watt.

Il 14 novembre 2013 il Tribunale di Bologna avviò la procedura fallimentare contro il C.R.E. (Centro Ricerche Elettroniche), che ne deteneva i diritti editoriali[5].

Da febbraio 2014, i numeri telefonici della redazione di Bologna e dell'associata Heltron di Imola diventarono irraggiungibili; contemporaneamente, il sito internet entrò in "ristrutturazione" e non venne mai più riattivato. Sempre da febbraio, i dipendenti vennero posti in mobilità.

Visione critica[modifica | modifica wikitesto]

Numerosi dispositivi definiti "medicali" si basavano sulla magnetoterapia, un genere di medicina alternativa la cui efficacia non è dimostrata da alcuna prova scientifica.

In alcuni progetti erano usate parti non documentate, per esempio moduli premontati o addirittura incapsulati in resina, come per l'accensione catodica per le automobili presentata sulla rivista n.25. Alcuni, in tempi recenti, venivano giustificati con la difficoltà, per una persona poco esperta o non dotata di attrezzature particolari, di montare piccolissimi componenti SMD, oppure con l'impossibilità di effettuare tarature su stadi RF senza disporre di costosi generatori e analizzatori di spettro e di reti; nell'accensione elettronica sulla rivista n.25 del 1972, però, si trova anche una diversa ma sincera giustificazione:

«Il modulo, come il lettore comprenderà, viene fornito montato per evitare, come spesso avviene con altri nostri progetti, che riviste concorrenti possano, con troppa facilità e poca spesa, modificando leggermente lo schema e sostituendo, ad esempio, un integrato con un altro similare, far passare per suoi progetti ai quali noi di Nuova Elettronica abbiamo dedicato il nostro studio e le nostre prove.

Questo progetto, considerando le spese dei prototitpi, il costo dei tecnici, dei collaudatori su strada, della benzina, delle auto ecc., è costato alla nostra redazione qualcosa come 2.000.000 di Lire; non è certo la cifra che ci spaventa, in quanto il tutto è stato speso per offrire ai nostri lettori un progetto valido, come funzionamento e serietà; ciò che ci turba è invece il fatto che << copiare >> un qualcosa già fatto non costa tempo e neppure danaro, dato che ci si avvale dell'esperienza di altri.»

Presentando i microcontrollori ST6, hanno cominciato a usare quelli e anche altri in alcuni progetti, ma il codice non venne mai pubblicato, neanche per i progetti più semplici. Viceversa, sarebbe stato molto utile per imparare a scrivere codice per applicazioni pratiche.

Un'altra critica riguardò l'uso di componentistica introvabile (quale la base dei tempi MK5009 Mostek del frequenzimetro LX357 sulla rivista 68, ormai fuori produzione) e altri componenti obsoleti quale il Motorola MFC4010A usato nell'LX112 Preamplificatore-compressore sul numero 35-36, senza indicarne l'equivalenza col successore MC3310.

Alcuni progetti speciali[modifica | modifica wikitesto]

Nuova Elettronica è stata la prima rivista a presentare in Italia un personal computer basato sul microprocessore Z80 in scatola di montaggio. Il computer utilizzava il sistema proprietario SONE (Sistema Operativo Nuova Elettronica), compatibile con il CP/M e il suo linguaggio BASIC che, derivato da quello distribuito con il TRS-DOS del Tandy TRS-80, era molto simile al linguaggio adottato dai PC IBM. Il computer venne progressivamente migliorato fino a includere un disco rigido (con una capacità di 10 Megabyte).

La rivista ha proposto un ricevitore in kit per i segnali del satellite geostazionario Meteosat, il cui segnale era, però, criptato; quindi veniva usato per la ricezione dei satelliti in orbita polare che trasmettono immagini HRPT.

Ha anche pubblicato, a partire dall'evento di Chernobyl, alcuni Contatori Geiger per misurare la radioattività ambientale (l'ultima versione ottenne dall'ENEA la certificazione di un errore del 4% sulla misura della radiazione campione).

Ha presentato un sismografo e vari strumenti per misure elettroniche, come analizzatori di spettro RF, trasmettitori FM per radio private, frequenzimetri, impedenzimetri, conduttivimetri e luxmetri.

Oltre ai progetti digitali che prevedevano l'uso di microcontrollori, la rivista continuò ad occuparsi anche di elettronica analogica, sia ad uso didattico che applicativo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ modulo di abbonamento, in Nuova Elettronica, n. 199, p. 127.
    «Attenzione: la rivista non esce regolarmente ogni mese. Pertanto l'abbonamento non scade dopo 12 mesi dalla sua sottoscrizione, bensì al ricevimento del dodicesimo numero.»
  2. ^ (PT) Cláudio César Dias Baptista, Histórico e data de registro da obra Géa, su ccdb.gea.nom.br.
    «A Nova Eletrônica existiu de 1977 até 1987, propriedade de Leonardo Bellonzi.»
  3. ^ (FR) copertina, in Electronique et Loisirs, n. 1, 20 maggio 1999.
    «En collaboration avec: Nuova Elettronica · Elettronica In»
  4. ^ Libreria IBS: Nuova elettronica inglese. Vol. 1, su ibs.it. URL consultato il 27 novembre 2019 (archiviato il 29 novembre 2019).
  5. ^ Procedura fallimentare C.R.E. Archiviato il 24 dicembre 2013 in Internet Archive.


Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]