Moschus chrysogaster

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Mosco alpino
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Artiodactyla
Famiglia Moschidae
Genere Moschus
Specie M. chrysogaster
Nomenclatura binomiale
Moschus chrysogaster
(Hodgson, 1839)
Sinonimi
Moschus sifanicus
Büchner, 1891

Il mosco alpino (Moschus chrysogaster Hodgson, 1839) è una specie di mosco originaria degli altopiani della Cina centrale e della regione himalayana. Gli esemplari delle colline pedemontane dell'Himalaya vengono attualmente considerati una specie a parte, il mosco dell'Himalaya.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Attualmente ne vengono riconosciute due sottospecie[2]:

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Somiglia a un piccolo cervo munito di grossi canini, visibili anche quando la bocca è chiusa. Ha una coda scarsamente ricoperta di pelo, a eccezione di un piccolo ciuffo alla sua estremità, e grandi orecchie di forma simile a quelle delle lepri. Come tutti gli altri moschi, possiede una sacca del muschio ben visibile, situata tra i genitali e l'ombelico. La sua apertura è posizionata anteriormente all'uretra. Pesa 10–15 kg (in media 12,5), misura circa un metro di lunghezza e raggiunge 60 cm di altezza al garrese[3].

L'aspettativa di vita degli esemplari nati in cattività è di poco superiore ai 2 anni e 3 mesi, ma esemplari catturati in natura possono vivere in cattività anche fino a 7 anni. L'esemplare conosciuto più longevo è stato un individuo in cattività che è vissuto fino a 20 anni.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

È originario delle regioni montuose della Cina centrale, ma si spinge verso ovest fino all'Himalaya, nelle regioni orientali e occidentali del Nepal, in quelle nord-orientali dell'India e in Bhutan. Si incontra a 2000–5000 m di quota[1]. Vive prevalentemente nei boschi di querce e pini situati sulle ripide pendici dei monti.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

I moschi alpini sono animali solitari. I maschi adulti, probabilmente, sono territoriali. Un aspetto interessante della biologia di questa specie è che generalmente tutti gli animali di una determinata area defecano in un'apposita zona, detta latrina.

Sono ruminanti che possono sopravvivere anche cibandosi di cibo di bassa qualità. In autunno e inverno si nutrono prevalentemente di piante erbacee e delle foglie di alberi e arbusti, come querce e specie del genere Gaultheria. In primavera ed estate la loro dieta si basa su erba e licheni[3].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Sulla Lista Rossa della IUCN il mosco alpino viene classificato tra le specie in pericolo, poiché è stato stimato che il numero degli esemplari sia diminuito del 50% nelle ultime tre generazioni (circa 21 anni) a causa della caccia, della diminuzione dell'areale e della distruzione dell'habitat[1]. Anche la cattura di esemplari allo scopo di prelevarne la sacca del muschio costituisce un rischio per la specie.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Wang, Y. & Harris, R.B. 2008, Moschus chrysogaster, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Moschus chrysogaster, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ a b Myers, P., R. Espinosa, C. S. Parr, T. Jones, G. S. Hammond, and T. A. Dewey (2008). «Moschus chrysogaster». ADW - University of Michigan Museum of Zoology. URL consultato il 18 febbraio 2011

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