Metal Box

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Metal Box (Second Edition)
album in studio
ArtistaPublic Image Ltd.
Pubblicazione1979
Durata60:29
Dischi3
Tracce12
GenerePost-punk
Rock sperimentale
EtichettaVirgin Records
ProduttorePublic Image Ltd.
Registrazionemarzo - ottobre 1979
Public Image Ltd. - cronologia
Album precedente
(1978)
Album successivo
(1980)
Singoli
  1. Death Disco
    Pubblicato: 29 giugno 1979
  2. Memories
    Pubblicato: 10 ottobre 1979
Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
Ondarock
Piero Scaruffi
AllMusic
Rolling Stone
Robert ChristgauA-

Metal Box, noto anche come Second Edition, è il secondo album di studio del gruppo britannico post-punk Public Image Ltd., pubblicato nel 1979 dalla Virgin Records.

Il disco costituisce una svolta radicale rispetto al relativamente più convenzionale debutto dei PIL, il precedente album First Issue, pubblicato nel 1978, con il gruppo orientato verso sonorità sperimentali, caratterizzate dal cantato criptico di John Lydon, le possenti linee di basso dub reggae ad opera di Jah Wobble, e l'inconfondibile suono "metallico" prodotto da Keith Levene con una chitarra elettrica modello "Veleno" fatta interamente in alluminio. Metal Box è ampiamente riconosciuto come un capolavoro del post-punk e del rock sperimentale. Nel 2003, La rivista Rolling Stone l'ha inserito al 461º posto della sua lista dei 500 migliori album di sempre.[1]

Il disco[modifica | modifica wikitesto]

Registrazione[modifica | modifica wikitesto]

Metal Box fu registrato nel corso di svariate sessioni in studio con la partecipazione di diversi batteristi, nessuno dei quali venne accreditato sulla versione originale dell'album. Le tracce Albatross e Death Disco furono incise con il nuovo batterista David Humphrey al Manor Studio di Shipton-on-Cherwell. Poptones, registrata anch'essa, figurò invece Levene alla batteria. Durante questo periodo, altri brani furono registrati ai Townhouse Studios di Londra: Beat the Drum for Me (che sarebbe riapparsa sul primo album solista di Wobble), e una nuova versione di Fodderstompf (che divenne la B-side del singolo dei PiL Death Disco). Humphrey lasciò la band verso metà maggio 1979. Memories, No Birds, Socialist e Chant furono tutte incise con Richard Dudanski alla batteria ai Townhouse Studios di Londra. Lo strumentale Graveyard venne registrato al Rollerball Rehearsal Studios di Bermondsey, lo studio dei PiL, sempre con Dudanski. Per la B-side del singolo Memories furono aggiunte tracce vocali al The Manor e la canzone venne reintitolata Another. Dudanski uscì anch'esso dal gruppo a metà settembre 1979. The Suit fu registrata come traccia solista da Jah Wobble ai Gooseberry Sound Studios londinesi. La voce e alcune sovraincisioni furono poi aggiunte al The Manor. Careering venne completata ai Townhouse Studios con Wobble seduto dietro la batteria. Bad Baby vide la presenza del nuovo batterista Martin Atkins. Ad eccezione di un breve periodo durante il 1980, Atkins rimase con il gruppo fino al 1985. Radio 4 venne registrata come ultima traccia da Keith Levene agli Advision Studios.

Confezione[modifica | modifica wikitesto]

Metal Box, il titolo dell'album (in italiano "scatola di metallo"), si riferisce alla confezione originale nella quale venne presentato il disco. La confezione consisteva di una scatola in metallo simile a quella delle "pizze" dei film 16mm con il logo della band scritto in rilievo sul coperchio. Il tutto conteneva tre dischi in vinile 12" a 45 giri. Questo innovativo packaging venne ideato da Dennis Morris[2] e si rivelò sorprendentemente poco dispendioso, costando solo poco più dello stampaggio della copertina di un disco normale (anche se la Virgin chiese ed ottenne di trattenere 1/3 dei ricavi provenienti dalle vendite del disco spettanti alla band, come rimborso spese extra per la confezione speciale).[3]

Messo fuori catalogo il 23 novembre 1979 dopo un'iniziale pubblicazione di 60,000 copie, l'album venne ristampato il 22 febbraio 1980[4] con il titolo Second Edition, e come doppio LP con confezione standard. La copertina di Second Edition consiste di fotografie distorte dei membri della band, ottenute con uno specchio deformante. (La foto principale in copertina è quella di Keith Levene.)

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Metal Box[modifica | modifica wikitesto]

  • Tutti i brani sono accreditati ai Public Image Ltd.
Lato 1
  1. Albatross - 10:34
Lato 2
  1. Memories - 5:05
  2. Swan Lake - 4:11
Lato 3
  1. Poptones - 7:46
  2. Careering - 4:32
Lato 4
  1. No Birds - 4:41
  2. Graveyard - 3:07
Lato 5
  1. The Suit - 3:29
  2. Bad Baby - 4:30
Lato 6
  1. Socialist - 3:09
  2. Chant - 5:01
  3. Radio 4 - 4:24
  • La scaletta originale dei brani prevedeva Socialist, Chant e Radio 4 come un'unica traccia.
  • In Second Edition la traccia Socialist è posizionata dopo Careering, scambiandosi di posto con No Birds.
  • No Birds è spesso indicata come No Birds Do Sing.
  • Swan Lake è un'altra versione di un precedente singolo del gruppo, Death Disco.
  • Graveyard è una versione strumentale del brano Another, lato B del singolo Memories.

Second Edition[modifica | modifica wikitesto]

  • Tutti i brani sono accreditati ai Public Image Ltd.
Lato 1
  1. Albatross - 10:34
  2. Memories - 5:05
Lato 2
  1. Swan Lake - 4:11
  2. Poptones - 7:46
  3. Careering - 4:32
Lato 3
  1. Socialist - 3:09
  2. Graveyard - 3:07
  3. The Suit - 3:29
Lato 4
  1. Bad Baby - 4:30
  2. No Birds - 4:41
  3. Chant - 5:01
  4. Radio 4 - 4:24

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Nota: Per questo album non risulta accreditato alcun batterista. Si ritiene che si siano avvicendati diversi musicisti: David Humphrey (brano 1 e 3), Richard Dudanski (2, 6, 7, 10, 11), Keith Levene (4, 12), Jah Wobble (5, 8), Martin Atkins (9).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Public Image Ltd., Metal Box, in 500 Greatest Albums of All Time, Rolling Stone. URL consultato il 20 giugno 2012 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2011).
  2. ^ Metal Box Stories from John Lydon's Public Image Limited, di Phil Strongman, Helter Skelter, ISBN 978-1-900924-66-5
  3. ^ Reynolds, Simon: Rip It Up and Start Again: Postpunk 1978–1984, pag. 216, Penguin Press, 2005.
  4. ^ PiL Chronology 1980, su fodderstompf.com, Fodderstompf. URL consultato il 20 luglio 2011.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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