Mathurin Desmarestz

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Mathurin Desmarestz, detto anche Demarais (Francia, 1653La Riunione, 1700), è stato un pirata francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato Isaac Veyret (o Vereil) nel 1653, figlio di Isaac Veyret e della moglie Esther Pennaud, Mathurin Desmaretz viene menzionato come pirata per la prima volta nel 1685 a capo di un gruppo di filibustieri. Si unì al gruppo di Edward Davis, Francois Grogniet, Pierre le Picard e altri con l'obiettivo di intercettare la flotta tesoriera spagnola al largo di Panama.[1] Organizzarono la loro flotta per il mese di maggio , ma il gruppo condusse anche incursioni separatamente, con la maggior parte del contingente al seguito di Grogniet.[2]

All'inizio del 1688, Desmarestz divenne quartiermastro di Jean Charpin su una nave che questi aveva ottenuto dall'ex pirata Laurens de Graaf. Il loro gruppo si unì alle forze di Jean-Baptiste du Casse all'inizio del 1689, razziando Capo Verde per poi tornare nei Caraibi ed attaccare le colonie olandesi di Suriname e Berbice. Allo scoppio della guerra contro l'Inghilterra, assaltarono St. Christopher; mentre erano impegnati sulla terraferma, la nave venne sottratta da un gruppo di marinai ammutinati guidati da William Kidd e da Robert Culliford.[3] I bucanieri di du Casse lasciarono il gruppo nel mese di settembre; Charpin venne rimpiazzato da Jean Fantin, che prese un brigantino e alcune truppe francesi con sé. Desmarestz acquistò il fluyt La Machine con l'aiuto di Charles de Courbon, conte di Blénac (Governatore della Martinica) e ne venne eletto capitano.[4]

Desmarestz catturò alcune piccole navi sul finire del 1689, facendo vela verso Guadalupe all'inizio del 1690 per eseguire riparazioni e migliorie, e gli abitanti locali, poveri, furono ben contenti di commerciare con lui in cambio di cibo e rifornimenti. Tornò poi in Martinica dove si incontrò col pirata Étienne de Montauban, che salpò con lui nel mese di giugno. Blénac chiese a Desmarestz di tornare coi suoi a St. Christopher ma questi si rifiutò.[4] In agosto catturò una fregata tesoriera spagnola da 24 cannoni proveniente da Trinidad, rinominandola Le Ballestrelle, e dando la sua vecchia nave, La Machine, a Montauban.[5] Razziarono quindi le Indie orientali e poi Blénac tornò in Francia.[4]

Desmarestz salpò nuovamente verso la Martinica nell'agosto del 1691 per la manutenzione delle navi e per ottenere una nuova commissione questa volta per l'Africa occidentale, nella speranza di razziare anche le coste del Mar Rosso. Dopo aver catturato dei vascelli inglesi e olandesi lungo il percorso si fermò alle Azorre per fare rifornimento. Desmarestz condusse delle incursioni al largo delle coste degli odierni Gambia e Sierra Leone, nell'estate del 1692.[4]

Sul finire del 1694 Desmarestz si trovava nell'Oceano Indiano, razziando le coste del Rajapur e poi salpando verso Mohéli, nelle Isole Comore. Tentò di tornare in Martinica all'inizio del 1696 ma la sua nave si scontrò con degli scogli.[4] Tentò di mandare una nave di scorta ad Anjouan (attuale Johanna) per chiedere aiuto, ma Henry Every la catturò. Every avvisò altri capitani inglesi nell'area della condizione di Desmarestz a Mohéli, ma alla fine si risolse a raccoglierlo lui stesso a bordo della sua nave, la Fancy.[6] Altri membri della ciurma di Desmarestz passarono in servizio alle autorità dell'impero moghul.[7]

Infine, nel dicembre del 1696 Desmarestz raggiunse l'isola di Reunion con un vascello appena in grado di navigare e pochi uomini per la maggior parte ammalati. Gli ufficiali del governo francese locali, pur riconoscendolo come pirata, decisero comunque di dargli assistenza viste le critiche condizioni nelle quali si trovava , a patto che smettesse di dedicarsi alla pirateria. Si insediò in loco, sposò una donna locale nel 1697 e finì i suoi giorni sull'isola nel 1700.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Peter Gerhard, Pirates of New Spain, 1575-1742, New York, Courier Corporation, 2012, ISBN 9780486149141. URL consultato l'8 settembre 2017.
  2. ^ (EN) Kris Lane, Pillaging the Empire: Piracy in The, New York, M.E. Sharpe, 1998, ISBN 9780765630834. URL consultato l'8 settembre 2017.
  3. ^ (EN) Richard Zacks, The Pirate Hunter: The True Story of Captain Kidd, New York, Hachette Books, 2003, ISBN 9781401398187. URL consultato il 31 agosto 2017.
  4. ^ a b c d e f Jacques Gasser, De la mer des Antilles à l'océan Indien (From the Caribbean Sea to the Indian Ocean), in Bulletin du Cercle généalogique de Bourbon (Bulletin of the Bourbon Genealogical Circle), vol. 38-41, 1992–1993. URL consultato il 31 agosto 2017. French language original, as reprinted in Le Diable Volant : Une histoire de la flibuste : de la mer des Antilles à l'océan Indien (1688-1700) / ('The Flying Devil : A History of the Filibusters : From the Antilles to the Indian Ocean (1688-1700)').
  5. ^ Simon Harrison, Etienne de Montauban (1660-?), su threedecks.org. URL consultato l'8 settembre 2017.
  6. ^ Charles Grey, Pirates of the eastern seas (1618-1723): a lurid page of history, London, S. Low, Marston & co., ltd, 1933, p. 156. URL consultato il 26 giugno 2017.
  7. ^ Enguerrand Gourong, Histoire de l'ile de Groix et de la famille Gourong, su enguerrand.gourong.free.fr. URL consultato l'8 settembre 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]