Massimiliana Bona

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Santa Massimiliana Bona Vergine ed Eremita di Grazzanise
Statua venerata a Grazzanise
 
NascitaGrazzanise, 1480
MorteGrazzanise, 1520
Venerata daChiesa cattolica
Santuario principaleChiesa Madre di San Giovanni Battista, Grazzanise
Ricorrenza30 ottobre (memoria liturgica), prima domenica di ottobre (patrocinio)
AttributiCorona, giglio, libro, cinghiale, orecchini, fuso
Patrona diProtettrice di Grazzanise

Massimiliana Bona (Grazzanise, 1480Grazzanise, 1520) è stata una religiosa italiana, venerata come santa dalla Chiesa cattolica.

Vergine ed eremita, le sue spoglie mortali sono venerate nella Chiesa Madre di San Giovanni Battista nella nativa Grazzanise.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Santa Massimiliana nel bosco con il cinghiale, sec. XIX, Chiesa dell'Annunziata in Grazzanise,

Nacque sotto il dominio di Re Ferdinando I d'Aragona a Grazzanise, in provincia di Caserta, nel 1480. Probabilmente i genitori la chiamarono Massimiliana in devozione a San Massimiliano Vescovo, allora venerato in quella che oggi è la chiesa principale del paese. Si sa che si ritirò in un bosco dislocato dall'abitato di Grazzanise per vivere in umiltà e per crescere nelle virtù cristiane. In quel luogo era solito recarsi Ferdinando I per praticare le attività di caccia. Leggenda vuole che un il re non riusciva a catturare un cinghiale che destava terrore e preoccupazione agli abitanti, così la santa si offrì di calmarlo e di renderlo docile e mansueto con la sola forza della preghiera e così fu: trovò il cinghiale e riuscì perfettamente a placarlo. Il re chiese alla donna cosa volesse in cambio e lei, prendendo il suo fuso, disse di volere tanti moggi di bosco quanta era la lunghezza del filo ad esso avvolto. Ancora oggi il bosco in cui si vuole sia accaduto questo prodigio è considerato sacro a Santa Massimiliana. Morì nel 1520.

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la sua morte, papa Alessandro VII approvò il culto di Santa Massimiliana Bona e stabilì la celebrazione di Messe in suo onore più volte all'anno. Ordinò inoltre che se ne celebrasse solennemente la festa.

Dopo la sua morte, numerose donne di Grazzanise furono chiamate col nome di Massimiliana o Emiliana in devozione alla Santa che, in tempi relativamente recenti, fu proclamata anche patrona della gioventù femminile di Azione Cattolica. Santa Massimiliana divenne quindi un modello per le donne del posto: a lei si attribuirono numerosi miracoli. Si ricorda particolarmente la presunta resurrezione di un neonato che fu portato dai familiari sull'altare dove si credeva che Massimiliana seguisse le sante funzioni.

La statua della Santa, in precedenza, era a mezzo busto ed era ornata da una ghirlanda e da un giglio, simbolo di purezza. Oltre al simulacro è presente anche un reliquiario artistico in argento che custodisce un frammento osseo del corpo di Santa Massimiliana. Significativa è la presenza di due edicole votive a lei dedicate. Vi sono anche due strade intitolate alla Santa, oggetti di culto, terreni e manoscritti.

Statua di Santa Massimiliana venerata nella Chiesa Madre di Grazzanise

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1907, Padre Berardo Atonna, missionario religioso, riscrisse la vita della Santa e compose una Novena e un inno popolare in suo onore, il quale recita:

"Vergine eremita,

Santa Massimiliana,

nostra compaesana,

prega per noi Gesù

Rendesti  mansueto

legasti il cinghiale,

scansaci da ogni male,

pregando per noi Gesù.

Ora che nella gloria

siedi come regina

la stella mattutina

è immagine di te.

Fa che in cielo

ci troviam vicini

celesti cittadini

regnanti insiem con te."

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]