Lucio Seio Strabone
Lucio Seio Strabone | |
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Prefetto del pretorio | |
Nome originale | Lucius Seius Strabo |
Morte | 16 |
Coniuge | Giunia Cosconia Gallita |
Figli | Lucio Seio Tuberone (adottivo) Lucio Elio Seiano (da Giunia) |
Gens | Seia |
Padre | Marco Seio Strabone |
Madre | Terenzia |
Lucio Seio Strabone (in latino Lucius Seius Strabo; ... – 16) è stato un politico e militare romano, prefetto del pretorio sotto gli imperatori Augusto e Tiberio e padre del più celebre Lucio Elio Seiano.
Origini familiari
[modifica | modifica wikitesto]Strabone apparteneva a una famiglia dell'ordine equestre, originaria della città di Volsinii (moderna Bolsena).[1] Il padre era Marco Seio Strabone, un ricco cavaliere che possedeva una villa a Ostia[2] mentre la madre era una Terenzia, figlia di Aulo Terenzio Varrone e sorella di Aulo Terenzio Varrone Murena, console nel 23 a.C., e di un'omonima Terenzia, moglie di Mecenate.[3]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Strabone fu prefetto del pretorio nell'ultimo periodo di vita di Augusto e, quando questi morì nel 14, giurò fedeltà al suo successore, Tiberio.[4] Quello stesso anno associò alla prefettura il figlio, Lucio Elio Seiano, e i due andarono in Pannonia insieme al figlio del nuovo imperatore, Druso minore, per sopprimere una rivolta tra i militari.[5] Strabone venne poi nominato prefetto d'Egitto nel 15, lasciando il figlio come prefetto del pretorio.[6] Morì l'anno successivo, mentre era ancora in carica.[7]
Matrimoni e discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Strabone si sposò in prime nozze con una donna di nome Giunia, sorella di Quinto Giunio Bleso e precedente moglie di Quinto Elio Tuberone; adotto il figlio di lei avuto con il precedente marito, Lucio Seio Tuberone e poi ebbe da lei un figlio, Lucio Elio Seiano, in seguito adottato dall'ex prefetto d'Egitto Gaio Elio Gallo. Si sposò in seconde nozze con Cosconia Gallita, sorella di Servio Cornelio Lentulo Maluginense e Publio Cornelio Lentulo Scipione.[8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Tacito, Annales, IV, 1; Syme 2002, pag. 358.
- ^ Demougin 1992, pag. 236.
- ^ Syme 2002, pag. 358.
- ^ Tacito, Annales, I, 1.
- ^ Tacito, Annales, I, 24.
- ^ Cassio Dione, LVII, 19.6.
- ^ Lintott 2009, pag. 89.
- ^ Seager 2008, pag. 227; Syme 1989, pag. 305.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- (GRC) Cassio Dione, Historia Romana. ((EN) Roman History — traduzione in inglese su LacusCurtius).
- Tacito, Annales.
- Fonti storiografiche moderne
- Ségolène Demougin, Prosopographie des chevaliers romains Julio-claudiens: (43 av. J.-C. - 70 ap. J.-C.), École française de Rome, 1992, ISBN 9782728302482.
- Andrew Lintott, The Romans in the Age of Augustus, John Wiley & Sons, 2009, ISBN 9781444319323.
- Robin Seager, Tiberius, John Wiley & Sons, 2008, ISBN 9780470775417.
- Ronald Syme, Augustan Aristocracy, Clarendon Press, 1989, ISBN 978-01-9814-731-2.
- Ronald Syme, The Roman Revolution, OUP Oxford, 2002, ISBN 9780192803207.