Lizzie van Zyl

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
La foto di Lizzie del 1901 usata da Emily Hobhouse per raccontare le dure condizioni nei campi di concentramento inglesi.[1]

Lizzie van Zyl, diminutivo di Elizabeth Cecilia van Zyl (22 aprile 1894Bloemfontein, 9 maggio 1901), è stata una bambina boera morta in un campo di concentramento britannico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Lizzie nacque nell'aprile 1894 nello Stato Libero dell'Orange. Il padre, Hermanus Egbert Pieter van Zyl rifiutò di arrendersi agli inglesi,[2] per cui Lizzie e sua madre Elizabeth furono internate in un campo di concentramento britannico vicino a Bloemfontein e in quanto "soggetti indesiderati" furono sottoposte a condizioni di vita durissime e con le razioni di cibo ridotte al minimo.[2]

Entrata nel campo a poco meno di 7 anni di età, patì la fame e si ammalò velocemente al punto che fu trasferita in un ospedale interno dopo poco più di un mese di permanenza nel campo. Trascurata e abbandonata a sé stessa, morì di febbre tifoide poco dopo.[3][4][5]

La foto di Lizzie[modifica | modifica wikitesto]

La foto, scattata da un altro internato di nome de Klerk,[6] fu spedita da Arthur Conan Doyle (che lavorava come medico volontario durante la guerra) al politico Joseph Chamberlain. Entrambi erano pubblicamente sostenitori della guerra contro i Boeri. Doyle scrisse anche una breve opera, The War in South Africa: Its Cause and Conduct, in cui esponeva le sue argomentazioni a sostegno. L'immagine venne usata a scopo propagandistico, per diffondere l'idea che i Boeri si disinteressassero della sorte dei proprio figli, accompagnata dalle dichiarazioni che la foto era stata scattata al momento dell'arrivo della bambina al campo di concentramento e che la madre di Lizzie era stata rinviata a giudizio per abbandono della figlia.

Tuttavia, Emily Hobhouse, attivista pacifista britannica che stava indagando sulla condizione dei campi di concentramento inglesi, non trovò nessuna traccia di azioni giudiziarie a carico della madre di Lizzie; contattò inoltre de Klerk, che le confermò che la foto di Lizzie era stata scattata due mesi dopo l'internamento e non al momento dell'arrivo al campo.[6]

Emily Hobhouse denunciò la morte della bambina come un esempio delle dure condizioni a cui erano sottoposti i Boeri internati e descrisse Lizzie come una "piccola bambina fragile e debole con un disperato bisogno di cure". Gli editori dei rapporti di Hobhouse inizialmente si rifiutarono di pubblicare la foto di Lizzie.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La storia di Lizzie van Zyl: la bambina morta in un campo di concentramento inglese in Sudafrica, su Vanilla Magazine, 19 agosto 2017. URL consultato il 26 luglio 2023.
  2. ^ a b (EN) SRC 71 Bloemfontein CR, in Camp register, Reference No. SRC 71, Free State Archives Repository, p. 20.
  3. ^ (EN) Lizzie van Zyl (concentration camp child / konsentrasiekampkind), su geni.com, 20 gennaio 2021. URL consultato il 7 luglio 2023.
    «Bloemfontein concentration camp (Typhoid fever, possible severe neglect)»
  4. ^ (EN) British Concentration Camps of the South African War 1900–1902: Bloemfontein, su lib.uct.ac.za, University of Cape Town. URL consultato il 1º aprile 2012.
  5. ^ (EN) Elizabeth van Heyningen, A tool for modernisation? The Boer concentration camps of the South African War, 1900–1902 (PDF), in South African Journal of Science, vol. 106, 5–6, 8 giugno 2010. URL consultato il 13 settembre 2016.
  6. ^ a b c (EN) Michael Godby, Confronting Horror: Emily Hobhouse and the Concentration Camp Photographs of the South African War (PDF), in Department of Historical Studies, University of Cape Town, 2010. URL consultato il 25 agosto 2016.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]