Campo di internamento di Katzenau

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Coordinate: 48°18′52.02″N 14°19′04.4″E / 48.31445°N 14.31789°E48.31445; 14.31789
Internati in coda per il rancio al Campo di internamento di Katzenau, in Austria nel 1916

Katzenau è una località alla periferia di Linz, in Austria, dove ebbe sede durante la prima guerra mondiale un campo di internamento (Interniertenlager) destinato principalmente a rinchiudere persone "politicamente inaffidabili", ossia cittadini austro-ungarici sospettati di sentimenti ostili alla monarchia e in particolare sospettati di irredentismo filo-italiano. Come Katzenau vi furono molte altre cosiddette Città baracche nell'Impero austro-ungarico durante la Grande Guerra.[1]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

La maggioranza degli internati era costituita da persone di lingua italiana provenienti da territori dell'Impero (Trentino, Alto Adige, Ampezzano, Venezia Giulia, Fiume, Dalmazia), sebbene non siano mancati "regnicoli" (cioè cittadini del Regno d'Italia) e persone di altra nazionalità, ad esempio romeni.[2]

Il campo giunse ad ospitare fino a 3.500 persone, tra cui vecchi e bambini, in condizioni talvolta assai precarie. A partire dal maggio 1915, vi furono rinchiusi, tra gli altri, oltre 1.700 trentini, circa 40 residenti a Bolzano e il fratello di James Joyce, Stanislaus, arrestato a Trieste con l'accusa di irredentismo.

«Il campo, a partire dal novembre 1917 venne ripopolato da donne, bambini, vecchi e prigionieri provenienti dalle regioni occupate del Veneto e del Friuli. Gli internati a Katzenau furono complessivamente all’incirca 3000: i soli trentini almeno 1754, e di essi 353 non fecero mai più ritorno alle loro case; una quarantina furono invece i Ladini, tutti provenienti da Fassa, Moena e dall’Ampezzano, ovvero da quei paesi nei quali, a causa della vicinanza all’Italia, si era sviluppata la "Lega Nazionale irredentistica".»

Il campo fu chiuso definitivamente nel 1918. Coloro che morirono durante la prigionia furono oltre il 20% del totale degli internati, in maggioranza bambini e anziani. Essi sono ricordati dal 2001, per iniziativa di Mario Eichta, trentino e figlio di un internato a Katzenau, da una targa bilingue posta nel cimitero di Linz dove sono sepolti.

Complessivamente durante la Grande Guerra furono evacuati verso le province continentali dell'Impero austro-ungarico quasi 230.000 profughi civili provenienti dalle zone a ridosso del fronte. Circa 70.000 erano trentini, 90.000 erano dell'Isontino e dell'Istria, 60.000 erano sloveni dell'Isontino e del Carso, e 10.000 erano croati dell'Istria. Diverse decine di migliaia di questi furono collocate - per periodi di tempo che potevano andare da pochi mesi fino all'intera durata della guerra - in campi come quello di Wagna, di Pottendorf, Steinklamm, Bruck an der Mur, Leitha ecc., dove molti di loro, soprattutto vecchi e bambini, trovarono la morte a causa delle proibitive condizioni di vita.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le città baracche Archiviato il 13 febbraio 2011 in Internet Archive.
  2. ^ Storia del Lager di Katzenau
  3. ^ P. Malni in: F. Cecotti, “Un esilio che non ha pari. 1914-1918. Profughi, internati ed emigrati di Trieste, dell'Isontino, dell'Istria" pp. 104-08

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Claudio Ambrosi, Vite internate : Katzenau, 1915-1917, Trento, Fondazione Museo storico del Trentino, 2008, ISBN 978-88-7197-107-0.
  • Mario Eichta, Braunau, Katzenau, Mitterndorf 1915-1918 : il ricordo dei profughi e degli internati del Trentino = Erinnerung an die Flüchtlinge und Internierten des Trentino, Cremona, Persico, 1999, ISBN 88-87207-07-0.
  • Diego Leoni e Camillo Zadra, La città di legno : profughi trentini in Austria 1915-1918, nota linguistica di Quinto Antonelli, Trento, Temi, 1995.
  • Emilio Silvestrini, Per non dimenticare : diario di nonno Domenico a Katzenau, Milano, Ancora, 2010, ISBN 978-88-514-0800-8.

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