Isabelle Eberhardt

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Isabelle Eberhardt (1895)

Isabelle Eberhardt (Ginevra, 17 febbraio 1877Aïn Séfra, 21 ottobre 1904) è stata un'esploratrice e scrittrice svizzera di origini russe che visse e viaggiò in Nord Africa.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata in una famiglia benestante, si liberò dalle convenzioni morali europee e, avvalendosi della libertà derivata dal portare abiti maschili, si addentrò nella cultura nordafricana, riportando le sue ispirate esperienze in diversi libri. Una vita davvero romanzesca, quella di Isabelle Eberhardt, sul crinale tra XIX e XX secolo. Una vita breve, eppure gremita di audaci esperienze: la parabola di una giovane donna nata a Ginevra da genitori russi, scrittrice e giornalista irrequieta, innamorata del Maghreb e della cultura islamica, che presto cominciò a viaggiare attraverso il Nord Africa, travestita da cavaliere arabo (con lo pseudonimo di Mahmoud Saadi) per potersi addentrare in territori inaccessibili, interdetti a visitatrici europee. S'innamora dell'ufficiale arabo Slimène Ehnni, e con lui si unisce a una confraternita sufi, vivendo in povertà.

Nomade tra i nomadi, Isabelle fa del deserto la sua casa. Espulsa dal Paese, ripara a Marsiglia, sposa Slimène e come cittadina francese ritorna in Algeria. Si stabilisce ai margini del deserto e, pur essendo sposata, non smette di indossare abiti maschili o di condurre tormentati vagabondaggi nel deserto; beve alcool con i legionari, fuma hashish e va a letto con chi le piace. A 25 anni soffre di malaria, forse anche di sifilide, ma resta una donna fiera, lucida e dall'intensa vita spirituale.

Amica di sceicchi e di sapienti sufi, ma anche di ufficiali dell'esercito coloniale francese, sospettata di spionaggio da una parte e dall'altra, Isabelle abbracciò la fede musulmana e visse emozionanti avventure tra esplorazioni, immersioni nelle comunità locali, scontri con i ribelli, infuocate vicende amorose. Fino a una morte assurda, a soli 27 anni, nel 1904: vittima di un'improvvisa inondazione in Algeria, ad Aïn-Sefra; annegata, paradossalmente, in pieno deserto del Sahara.

Opere pubblicate in Italia[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel paese delle sabbie (Ibis)
  • La via del deserto. 2 voll. (Ibis)
  • Sette anni nella vita di una donna. Lettere e diari (Guanda)
  • Scritti sulla sabbia (Mursia)
  • Voglia d'Oriente (Bompiani)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mirella Tenderini Isabelle, amica del deserto. Viaggi, avventure, amori, travestimenti di un'affascinante esploratrice del Maghreb, Isabelle Eberhardt (Edizioni OGE, 2010).
  • F. Medici, Il viaggio sufi di Isabelle Eberhardt, in Paneacqua, 15 settembre 2010.
  • Edmonde Charles Roux " Voglia d'oriente ". Straordinaria biografia di una grande intellettuale poliglotta. (Bompiani editore, 1990).

Film[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1991 sulla sua vita è stato anche realizzato un film "Isabelle Eberhardt" diretto da Ian Pringle, con Mathilda May nel ruolo dell'esploratrice e Peter O'Toole nel ruolo del generale francese Lyautey incaricato di sedare le tribù nomadi ribelli. https://www.imdb.com/title/tt0102130/

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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