Inno dell'Andalusia

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La bandera blanca y verde
inno ufficiale andaluso
Dati generali
Comunità autonoma Andalusia
Adozione 1981
Lingue spagnolo
Componimento poetico
Autore Blas Infante
Composizione musicale
Autore José del Castillo Díaz
Audio
(info file)

L'inno dell'Andalusia è un brano musicale composto José Díaz del Castillo, direttore della Banda Municipale di Siviglia, comunemente noto come Maestro Castillo e scritto da Blas Infante.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

La melodia si ispira al Santo Dio, una canzone popolare religiosa che i contadini e i braccianti di alcune regioni andaluse cantavano tradizionalmente durante la vendemmia. Blas Infante venne a conoscenza di questa canzone mentre studiava alla scuola degli Scolopi di Archidona e, più tardi, mentre lavorava come notaio nel comune di Cantillana, lo interpretò come un canto di preghiera. Così, Blas Infante fece notare il canto al Maestro Castillo, che ne adattò ed armonizzò la melodia.

Il Testo[modifica | modifica wikitesto]

Il testo dell'inno voleva essere un invito al popolo andaluso a mobilitarsi per chiedere "terra e libertà" tramite un processo di riforma agraria e uno statuto di autonomia politica.

Il debutto[modifica | modifica wikitesto]

L'inno andaluso venne presentato dalla Banda Municipale di Siviglia, sotto la direzione di José del Castillo, in un concerto tenutosi nell'Alameda de Hércules il 10 luglio del 1936, una settimana prima dell'inizio del Guerra Civile. Durante la guerra Franco conservò solo uno spartito con la versione per pianoforte dell'inno, che venne poi rieseguito dopo quasi trent'anni, durante la transizione democratica, nel Teatro Lope de Vega dalla stessa banda il 18 ottobre del 1979. Due anni prima, nel mese di aprile del 1977, Carlos Cano scrisse un adattamento cantato dal coro Heliopolis, registrato a Siviglia, al quale parteciparono anche alcuni ex colleghi di Blas Infante. Dal 1980 le versioni realizzate dell'inno sono state molte, ricordando in particolare gli arrangiamenti effettuati da Manuel Castillo nel 1980 e la versione del gruppo musicale Jarcha pubblicata nel suo disco Andalusìa en pie.

L'inno e lo Statuto di autonomia dell'Andalusia[modifica | modifica wikitesto]

Ai sensi dell'articolo 6.2 dello Statuto di autonomia dell'Andalusia, 1981:

«L'Andalusia ha un suo inno e un suo stemma, che devono essere approvati in via definitiva dal Parlamento andaluso con una legge, tenendo conto degli accordi di tali estremi dettati dal Assemblea di Ronda, 1918»

Ai sensi dell'articolo 5 della legge 3/1982, l'inno e lo stendardo dell'Andalusia:

«L'Andalusia ha un suo inno. Viene dichiarata tale la musica scritta dal genio e padre fondatore andaluso Blas Infante, che ha scritto i testi, ed armonizzata da Jose Castillo e Diaz. [...] Vedi legge 3/1982, l'inno e lo stemma di Andalusia »

Ai sensi dell'articolo 3.3 dello Statuto di autonomia dell'Andalusia 2007:

«L'Andalusia ha un suo inno, stabilito con una legge approvata dal Parlamento, riprendendo la decisione della Junta de Andalucía Liberalista del 1933. Cfr. il testo integrale in Statuto di autonomia di Andalusia, 2007»

L'inno non ufficiale[modifica | modifica wikitesto]

Quello di José del Castillo non è l'unico inno composto per l'Andalusia: nei primi anni del Novecento la Giralda Pasodoble, di Eduardo Lopez Juarranz, venne considerata inno non ufficiale dell'Andalusia dalla cerchia regionalista andalusa dell'Ateneo di Siviglia.[1] Utilizzato ancora nel 1930, venne suonato in anteprima presso la sede di Madrid come inno dell'Andalusia, con testi e musica di Conrad Goettig e Andrés María del Carpio.

Note[modifica | modifica wikitesto]