Hypotaenidia

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Hypotaenidia

Hypotaenidia okinawae
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Ordine Gruiformes
Famiglia Rallidae
Genere Hypotaenidia
Reichenbach, 1853
Specie

Hypotaenidia Reichenbach, 1853 è un genere di uccelli della famiglia dei Rallidi[1].

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Comprende dodici specie[1], quattro delle quali ormai scomparse:

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Tutte le specie di Hypotaenidia vivono nella regione australo-pacifica. Sono note per la capacità di aver colonizzato anche isole piccole e remote, perdendo spesso la capacità di volare. Infatti, molte di esse, come il rallo di Lord Howe (H. sylvestris) dell'isola omonima, hanno le ali più o meno atrofizzate; altre, come il rallo delle Filippine (H. philippensis), sono in grado di viaggiare per lunghe distanze trasportate dalle correnti d'aria, malgrado non siano grandi volatrici. Questa caratteristica ha permesso alle specie volatrici di Hypotaenidia di colonizzare un gran numero di isole del Pacifico.

Molte delle specie endemiche delle isole, incapaci di volare, sono scomparse in seguito all'arrivo dell'uomo, che le ha dato la caccia a scopo alimentare e ha introdotto predatori come ratti, cani o maiali, sconvolgendo gli ecosistemi locali.

Una specie, il rallo di Guam (H. owstoni), è estinta in natura, ma è in preparazione un progetto di reintroduzione nel suo ambiente naturale. Quattro specie sono già scomparse nel corso degli ultimi secoli e sono numerose, inoltre, le specie note unicamente a partire da resti sub-fossili, scomparse prima dell'arrivo degli europei nella regione.

D'altra parte bisogna ricordare che le specie di Hypotaenidia sono timide e sfuggenti; inoltre, hanno un piumaggio che le consente di passare tranquillamente inosservate. Il rallo di Okinawa (H. okinawae), ad esempio, è stato scoperto solamente nel 1981.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Rallidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 12 maggio 2014.

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