Gustavo Lanza

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Gustavo Lanza (Torino, 1894Santi Quaranta, 12 ottobre 1943) è stato un militare e partigiano italiano, medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale di carriera, aveva combattuto nella prima guerra mondiale con i mitraglieri della "Lupi di Toscana". L'8 settembre 1943 era in Albania, colonnello comandante del 129º Reggimento fanteria. Fu tra gli ufficiali più decisi a combattere contro i tedeschi e, per condurre l'azione nelle migliori condizioni, non esitò a prendere contatto con i partigiani albanesi. Ciò non impedì poi a Lanza di battersi con successo, ad Argirocastro, contro i nazionalisti albanesi, quando questi tentarono di disarmare gli italiani.

Il colonnello riuscì quindi a raggiungere, con il suo Reggimento, il porto di Santi Quaranta, dove due navi avrebbero dovuto trasportare i nostri soldati in Italia. Per proteggerne l'imbarco, fece occupare le alture sovrastanti il porto e ne fece minare le strade di accesso. Pesantemente attaccato dai tedeschi, Lanza riparò a Kuç, caposaldo della resistenza albanese. Appreso delle fucilazioni in massa che i nazisti stavano compiendo, si accordò con i partigiani, così che soldati italiani e patrioti albanesi affrontarono fianco a fianco i tedeschi.

Costretto a ritirarsi, il colonnello, con i superstiti del 129º Fanteria, riparò sulle cime del Kallarat. Divenuta impossibile ogni resistenza, Lanza si assunse di fronte al Comando germanico tutte le responsabilità, chiedendo che i suoi ufficiali e i suoi soldati fossero risparmiati. Furono invece tutti fucilati, con Lanza, in varie località della zona. Fra essi venne ucciso anche Rodolfo Betti il quale, quando vide fucilato il suo comandante Lanza, corse davanti a tutti gridando: "Assassini, voglio morire con il mio colonnello!", venendo così crivellato da una raffica di colpi.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di reggimento, in circostanze estremamente difficili, si opponeva decisamente alla intimazione di cedere le armi e guidava i propri reparti contro i tedeschi che in numero soverchiante intendevano imporre il disarmo dei suoi soldati. Catturato dopo strenua lotta, tentava, assumendosi ogni responsabilità, di sottrarre alla rappresaglia i dipendenti che avevano ubbidito ai suoi ordini. Prima di cadere trucidato in, mezzo ai suoi ufficiali ricordava loro che il dovere si compie fino alla morte, ed innalzava a gran voce un pensiero a Dio ed alla Patria.»
— Argirocastro - Santi Quaranta (Albania), 8 settembre-12 ottobre 1943..

Note[modifica | modifica wikitesto]

Ass. Naz. Comb. FF.AA. Regolari Guerra di Liberazione> Gustavo Lanza, su combattentiliberazione.it. URL consultato il 12 gennaio 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]