Gli arabi nelle Gallie

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Gli arabi nelle Gallie
Giovanni David come Agobar, dipinto da Francesco Hayez
Lingua originaleitaliano
Generemelodramma serio
MusicaGiovanni Pacini
LibrettoLuigi Romanelli
(libretto online)
Fonti letterarie"Le renégat" di Charles-Victor Prévost d'Arlincourt
Attidue
Prima rappr.8 marzo 1827
TeatroTeatro alla Scala di Milano
Personaggi
  • Ezilda, principessa dei Civennati (soprano)
  • Leodato, principe d'Alvergna, generale di Carlo Martello (contralto)
  • Agobar, supremo comandante degli arabi (tenore)
  • Gondair, confidente della principessa (basso)
  • Zarele, direttrice d'un ritiro (contralto)
  • Aloar, altro generale arabo, intimo amico di Agobar (tenore)
  • Mohamud, altro generale arabo, occulto nemico di Agobar (basso)
  • Coro di montanari dell'uno e dell'altro sesso, di soldati arabi, e di donzelle del ritiro

Gli arabi nelle Gallie o sia Il trionfo della fede è un'opera del compositore Giovanni Pacini su libretto di Luigi Romanelli, basato su un romanzo di Charles-Victor Prévost d'Arlincourt. La prima rappresentazione ebbe luogo l'8 marzo 1827 nell'ambito della stagione del Teatro alla Scala di Milano.[1].

Gli interpreti della prima scaligera furono i seguenti:[1][2]

Personaggio Interprete
Ezilda Stefania Favelli
Leodato Brigida Lorenzani
Agobar Giovanni David
Gondair Vincenzo Galli
Zarele Teresa Ruggeri
Aloar Lorenzo Lombardi
Mohamud Carlo Poggiali

Direttore e primo violino era Alessandro Rolla; le scenografie erano di Alessandro Sanquirico.

Il 30 gennaio 1855 al Théâtre Italien di Parigi andò in scena con Adelaide Borghi-Mamo L'ultimo dei Clodovei, una versione riveduta, con sette nuovi brani.[3]

Nel XIX secolo quest'opera era considerata tra le migliori di Pacini;[3] particolarmente apprezzate le parti corali (coro dei montanari, dei soldati di Leodato scoraggiati, degli arabi trionfanti) e il duetto Va menzogner tra Agobar ed Ezilda.[3]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Alessandro Sanquirico, Scena di Gli arabi nelle Gallie (Volte Sotterranee, Atto primo, scena 7)

L'azione si svolge ai tempi di Carlo Martello.

Clodomiro un tempo è stato fidanzato di Ezilda, poi è passato dalla parte dei nemici arabi di cui è divenuto comandante, sotto il nome di Agobar. Ora avanza vittorioso e minaccia le truppe di Carlo Martello guidate da Leodato. Poiché la vita di Leodato è in pericolo, interviene la stessa Ezilda, abbandonando il convento dove si era rifugiata.

Ezilda e Agobar si riconoscono e tra loro rinasce l'amore, tanto che Agobar ordina ai suoi uomini di non infierire sulle terre di Ezilda. Gli arabi si ribellano e tramano per liberarsi del loro comandante divenuto un indesiderato. Leodato in uno slancio di generosità cerca di mettere in guardia Agobar, ma quest'ultimo viene ugualmente pugnalato a morte e spira tra le braccia di Ezilda.

Struttura musicale[modifica | modifica wikitesto]

  • Sinfonia

Atto I[modifica | modifica wikitesto]

  • N. 1 - Coro d'introduzione e Cavatina Gondair Ahi qual tremendo suono - Piangea Sionne un giorno (Gondair, Coro)
  • N. 2 - Cavatina Leodato Quando, o core, a te ridenti (Leodato, Coro)
  • N. 3 - Duetto Leodato ed Ezilda E' la sorte più crudele
  • N. 4 - Coro e Cavatina Agobar Se indomito talor - Non è ver, che sia diletto (Agobar, Coro)
  • N. 5 - Finale I Ah se fosse a me vicino - La turba fuggitiva - Ti dovria squarciar le vene - Mi par che quel volto (Ezilda, Zarele, Coro, Agobar, Aloar, Leodato, Mohamud)

Atto II[modifica | modifica wikitesto]

  • N. 6 - Duetto Elzida e Agobar Va menzogner; non presto
  • N. 7 - Aria Leodato Oppresso dal duolo (Leodato, Coro)
  • N. 8 - Coro Noi dalla cuna (Coro, Mohamud)
  • N. 9 - Duetto Agobar e Leodato La mia destra all'armi usata
  • N. 10 - Coro e Aria Elzida Già sospirammo assai - Oh Dio! dell'idol mio (Coro, Zarele, Elzida)
  • N. 11 - Aria Agobar e Finaletto Le dirai ch'io serbo ognora - Il meritai...né poco (Agobar, Coro, Gondair, Leodato, Ezilda, Zarele, Aloar)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b almanacco di amadeusonline Archiviato il 27 dicembre 2016 in Internet Archive. (consultato il 5 agosto 2012)
  2. ^ Dal libretto della prima rappresentazione
  3. ^ a b c Dictionnaire des opéras

4. Partitur (Urtext) a cura di Giuseppina Mascari, Kassel etc. Bärenreiter 2021 (Concentus musicus XVII)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Arabi nelle Gallie (Gli), in F. Clément, P. Larousse, A. Pougin, Dictionnaire des opéras, Paris, Librairie Larousse, 1905, p. 68

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