Giovanni Pisano

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Madonna col Bambino, Duomo di Prato

«Sculpens in petra, ligno, auro splendida.»

Giovanni Pisano (Pisa, 1248 ca – Siena, 1315 ca) è stato uno scultore italiano.

Biografia

Perugia, Fonte Maggiore, figure della vasca superiore

Figlio di Nicola Pisano, si formò nella bottega del padre assieme ad Arnolfo di Cambio.

Durante gli anni in cui lavorò a fianco del padre collaborò al Pulpito del Battistero di Pisa (dal 1260) ed il Pulpito di Siena (1265-1269), anche se l'attribuzione delle diverse sculture che compongono queste opere è controversa e complessa. Ebbe un ruolo sicuramente più attivo nella Fontana Maggiore (1275-1278), la fontana tuttora visibile nella piazza del Comune a Perugia, dove firmò accanto al nome del padre (ultima opera documentata di Nicola Pisano). Le figure del registro superiore, pur nella totale incertezza nelle attribuzioni, sono in genere riferite a Giovanni Pisano per la loro tendenza ormai esplicitamente gotica, con i loro scatti, bruschi movimenti, che si allontanano dallo stile aulico di Nicola Pisano.

Successivamente entrò a capo di progetti lasciati incompiuti dal padre: il Battistero di Pisa, dove realizzò l'ultimo ordine esterno, e il Duomo di Siena, dove fu capomastro dal 1285 al 1296: allungò le navate di una campata, al termine della quale impostò la facciata monumentale, della quale terminò la parte inferiore con una grnde profusione di statue oggi al Museo dell'Opera Metropolitana del Duomo.

Abbandonato il cantiere del Duomo di Siena, forse per dissensi con l'amministrazione locale dal 1297 al 1301 lavorò al pulpito della chiesa di Sant'Andrea a Pistoia (1297-1301). Più tardi (1312) lavorò alla Madonna col Bambino della nota Cappella degli Scrovegni di Padova.

Nel 1313 gli venne commissionato il Monumento sepolcrale di Margherita di Lussemburgo (Margherita di Brabante, moglie di Arrigo VII di Lussemburgo morta nel 1311). Questa è l'ultima opera nota di Giovanni Pisano di cui oggi non si conservano che alcune parti al Museo di Sant'Agostino di Genova. In quest'opera Giovanni rappresentò Margherita, di una bellezza classica, che viene sollevata verso il cielo da due angeli. Purtroppo di quello che doveva essere uno dei più straordinari sepolcri gotici non rimane altro.

Scultore

Artista francese, Madonna col bambino, Abbazia di Fontenay, 1300 circa
File:Giovanni pisano, madonna degli scrovegni, padova, da libro del 1974.jpg
Giovanni Pisano, Madonna con bambino, Cappella degli Scrovegni, Padova, 1312 (185 cm. circa)

L'attività nella quale la sua opera brillò maggiormente fu quella di scultore. L'uscita di scena del padre coincise con la completa maturità dell'artista. Nelle opere successive si denotano gli stili tipicamente gotici ed il distacco completo della scultura dagli elementi architettonici e dai vincoli che essi impongono.

È ben nota l'antitesi che vede Nicola Pisano quale scultore classico e Giovanni Pisano quale scultore gotico, anche se è un'interpretazione che travisa la realtà: anche Nicola fu pienamente gotico, e si inserì nella corrente del tempo che era più orientata al recupero della volumetria e dell'impostazione classica: lo dimostrano per esempio le sculture dei portali della Cattedrale di Reims realizzate antro il 1250. In seguito l'arte gotica, in particolare quella francese, si orientò verso un maggior linearismo, una ricerca più artificiosa di effetti drammatici e un'aristocratica elaborazione formale, ed anche in Italia queste tendenze si manifestarono con una diversa impostazione dei rilievi, con i capiscuola proprio Giovanni Pisano e Arnolfo di Cambio. Alcuni ipotizzano anche un soggiorno in Francia di Giovanni (cosa estremamente rara per gli artisti del XIII secolo), ma forse è più probabile che tale influenza sia il frutto delle prime circolazioni di opere d'arte "trasportabili" .

In ogni caso Giovanni Pisano seppe andare oltre questi modelli oltralpini, infondendo nelle sue opere un forte senso della volumetria, del movimento e della resa espressiva, anche quando egli caratterizza le sue sculture in senso innaturale.

Illuminante è il confronto tra la Madonna col bambino francese all'Abbazia di Fontenay e lo stesso soggetto realizzato da Giovanni circa un decennio dopo per la Cappella degli Scrovegni di Padova. La statua di Giovanni Pisano ha un'innegabile intensità espressiva più forte, con risvolti psicologici assenti nella statua francese: il soprassalto della Vergine padovana sembra presagire la futura passione del figlio, invece la Madonna di Fontenay presenta un astratto compiacimento; la mimica corporea della prima dell'opera di Giovanni fa risaltare il sentimento drammatico, mentre la seconda opera ha un'arcuazione dovuta ad una sinuosa eleganza astratta.

Giovanni però non prese spunto solo da modelli francesi, ma seppe a sua volta rinnovare il repertorio iconografico dell'epoca con le più innovative soluzioni plastiche ed espressive, figure dalle movenze libere nello spazio e svincolate dall'architettura, come nei rilievi dei portali del Duomo di Siena. A differenza di Arnolfo di Cambio, l'interesse tra scultura e architettura di Giovanni propende tutto per la prima, e non è ineterssato a fondere emotivamente le due componenti.

Il pulpito di Sant'Andrea

Il Pulpito di Sant'Andrea a Pistoia, 1301

Il pulpito della chiesa di Sant'Andrea di Pistoia è un'opera terminata nel 1301 nella quale si può misurare il rapporto con le analoghe opere scolpite dal padre (i pulpiti del Battistero di Pisa e del Duomo di Siena). Poche sono le testimonianze relative a quest'opera se non l'iscrizione in lingua latina che corre tra le arcatelle ed i parapetti in cui si testimoniano il committente Arnoldo, i tesorieri Andrea Vitelli e Tino di Vitale, e l'artista Giovanni Pisano, lodatissimo artefice che in questo pulpito "seppe superare il padre in sapienza".

La struttura riprende quella del pulpito del Battistero pisano: di forma esagonale appoggia su sette colonne (sei ai vertici ed una centrale) di cui due sorrette da leoni stilofori ed una da uno straordinario telamone ricurvo, mentre la colonna centrale poggiante su tre grifoni alati ed infine le ultime tre poggiano direttamente a terra. L'organizzazione dei rilievi del parapetto, intervallati solo da altre figure collocate agli angoli, riprende in vece il pulpito di Siena. Gli archetti trilobati che sorreggono la parte superiore sono più rialzati, quindi maggiore è lo slancio verticale dell'opera.

Il programma iconografico del pergamo riprende i modelli paterni, con Allegorie nei pennacchio degli archetti, Profezie (ovvero Sibille e Profeti a figura intera) appoggiate sulle mensole deicapitelli, ed i cinque parapetti del pulpito con Storie della vita di Cristo:

  1. Annunciazione, Natività, Bagno di Gesù e Annuncio ai pastori
  2. Sogno dei Magi
  3. Strage degli Innocenti
  4. Crocifissione
  5. Giudizio Universale
  6. Il sesto parapetto non esiste perché su quel lato vi è aperto l'accesso.

Le scene sono molto affollate, come nel pulpito di Siena, ma rispetto alla composta organizzazione ritmica di Nicola Pisano, qui Giovanni scolpì le figure come emergenti all'improvviso dallo sfondo, con bruschi giochi di luci ed ombre derivati dal diverso rilievo di ciascuna figura e un'estrema ricerca del dinamismo. Una delle scene più notevoli è quella della Strage degli innocenti, dove è inscenato un movimento vorticoso dei personaggi, con l'accentuato espressionismo degli sguardi, deformati dal dolore, dalla paura, dalla costernazione. Inoltre la resa dei rilievi presenta molte sfumature, da fini dettagli preziosamente eseguiti a figure sommariamente sbozzate, accostate talvolta con effetti di drammatico contrasto. Mai un artista medievale aveva saputo rendere così vivo un dramma. Per l'ispirazione Giovanni potrebbe aver selezionato da modelli tedeschi o da alcune scene più toccanti della Colonna traiana.

File:Giovanni pisano, pultpito di sant'andrea di pistoia 02, strage degli innocenti.jpg
Strage degli Innocenti

Notevole è la novità anche in una delle sibille, che si volta con uno scatto quasi spaventato verso un angelo che da dietro le suggerisce le rivelazioni profetiche.

Questa opera presenta dei rilievi con un linguaggio un po' più compassato, mentre sono più rilevanti le novità architettoniche: appoggiato su nove colonne di cui una centrale, ha i parapetti arcuati tanto da apparire di forma circolare e non ottagonale, con un inedito continuum; altrettanto originali sono:

  • La presenza di cariatidi e telamoni veri e propri, cioè figure scopite al posto delle semplici colonne, con vari significati simbolici;
  • L'adozione di mensole a volute in luogo degli archetti per sostenere il piano rialzato;
  • Lo straordinario senso di movimento, dato dalle numerosissime figure che riempiono ogni spazio vuoto.

Una di queste cariatidi simboleggia l' Ecclesia, ed ha alla base la serie delle quattro virtù cardinali personificate (giustizia, fortezza, temperanza e prudenza), tra le quali spicca la nuda Temperanza, che riprende la posa della Venus pudica. Ma queste virtù, come recita l'iscrizione di Giovanni stesso, hanno un significato più ampio, quali quattro parti del mondo, quattro fiumi del Paradiso e quattro età della donna. Giovanni creò quindi una summa dell'universo enciclopedico dell'epoca.

Opere principali, con il padre

Opere principali

Altri oggetti di non certa attribuzione ma quasi certamente scolpiti dal Giovanni Pisano sono crocifissi in legno ed eburne: per esempio quelli della chiesa di Sant'Andrea a Palaia (Pisa), del Museo dell'Opera del Duomo di Siena, dello Staatlische Museen di Berlino e del Victoria and Albert Museum di Londra.

Bibliografia

  • Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 1, Bompiani, Milano 1999.

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