Giovanni De Donà

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Giovanni De Donà

Giovanni De Donà (Lorenzago di Cadore, 13 maggio 1819Belluno, 7 novembre 1890) è stato un presbitero, patriota e letterato italiano. Nato in una famiglia di possidenti a Lorenzago di Cadore, compiuti gli studi a Padova e Udine, celebrò la prima messa il 26 maggio 1844.[1]

La lapide di Monsignor Giovanni De Donà è posta nella Cappella del cimitero vecchio di Lorenzago

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Attività[modifica | modifica wikitesto]

Professore nel Seminario di Belluno, ne fu elevato alla carica di rettore dal 1854 in poi. Tuttavia per le sue posizioni liberali, fermamente professate, fu perseguito e rimosso dall'incarico venendo sostituito da Don Domenico Poclener, persona di sentimenti filo-austriaci.[2] Dal 1861 canonico della Cattedrale, venne poi richiamato alla carica di rettore del Seminario di Belluno dopo la morte del vescovo Giovanni Renier.[3] Presidente eletto della Accademia Letteraria degli Anistamici[4], fu assiduo ricercatore di documenti riguardanti il Cadore, larga parte di questo materiale, rimasta manoscritta e raccolta in volumi è tuttora custodita presso la Biblioteca Storica Cadorina di Vigo di Cadore.[5] Fu anche paleografo e latinista.

I moti del 48[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1848, nel corso dei moti rivoluzionari contro il dominio austriaco guidati da Pier Fortunato Calvi, fu attivo incitando con il consiglio e la parola i cadorini a mobilitarsi nella resistenza contro la dominazione straniera.[6] La sua rimozione dal suo ufficio di rettore del Seminario Gregoriano di Belluno si inquadrava nel tentativo austriaco di liberarsi di uno scomodo personaggio per il quale rimasero tuttavia aperte le porte dei circoli culturali e delle associazioni benemerite bellunesi. Il suo impegno civile lo portò alla ventennale direzione della locale Congregazione di Carità.

Terza guerra d'indipendenza[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso dei successivi avvenimenti legati al 1866, il suo nome venne indicato quale membro del governo provvisorio a Belluno in quanto "uomo di mente e sentimenti patriottici".[7]

Gli ultimi anni della sua vita furono allietati dal coronamento del sogno dell'unità nazionale. Tuttavia rimaneva oggetto di profonda diffidenza da parte dell'ambiente clericale per il quale rimaneva un liberale.[8]

Ricercatore[modifica | modifica wikitesto]

Monsignor De Donà è noto anche per lo studio delle carte del Capitolo della Cattedrale di Belluno. Inoltre, la sua fusione di letterato e storico, gli offrì la possibilità di illustrare taluni aspetti della storiografia bellunese, al cui contributo legò la sua traduzione dal latino della "Cronaca Bellunese" (1383-1412) del canonico Clemente Miari.[9] A ciò si aggiunse l'attività di ricerca tendente alla ricostruzione genealogica delle più antiche famiglie bellunesi e cadorine.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ GIULIO CESARE ZIMOLO, Lorenzago di Cadore nel secondo centenario della chiesa parrocchiale (1758-1958), pp. 126-127.
  2. ^ Ibidem.
  3. ^ LUIGI ALPAGO NOVELLO-GIOVANNI FABBIANI, Fra Curia di Roma e Capitolo di Belluno negli anni 1868-1872, Archivio Storico Belluno Feltre Cadore, 1933: pp.393-397.
  4. ^ GIOVANNI DE DONA', Della missione soprannaturale di Dante nella Divina Commedia, in Letture dell'Accademia degli Anistamici di Belluno nel sesto centenario di Dante, Venezia 1865, pp. 7-16.
  5. ^ GIOVANNI FABBIANI, Antiche pergamene e preziosi documenti donati alla biblioteca di Vigo, in Cadore 2, 1942, p.11.
  6. ^ MARCELLO ROSINA, I sacerdoti facevano causa con noi, 1999, pp. 101-107.
  7. ^ GIOVANNI FABBIANI, Il Cadore nel '66, 1966, p.53.
  8. ^ FRANCESCO SANDONI, In onore di Giovanni De Donà, in L'Alpigiano, 6, 1890.
  9. ^ Cronaca Bellunese (1383-1412) del canonico Clemente Miari, tradotta da Giovanni De Donà, Belluno 1873.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • LUIGI ALPAGO NOVELLO-GIOVANNI FABBIANI, Fra Curia di Roma e Capitolo di Belluno negli anni 1868-1872, in Archivio Storico Belluno Feltre e Cadore, V e VI, Feltre 1933.
  • ANTONIO BERTAGNIN, I nostri sacerdoti. Il Canonico Monsignor Giovanni De Donà di Lorenzago , in L'Amico del Popolo 29, Belluno 1938.
  • PAOLO CONTE-MARCO PERALE, Novanta Profili di personaggi poco noti di una provincia da scoprire, Belluno 1999.
  • GIUSEPPE CAPRARO, Monsignor Giovanni De Donà, in Quattrocento anni di vita del Seminario di Belluno, Belluno 1970.
  • AUGUSTO DE BETTIN, I bellunesi egregi: Giovanni De Donà in Seminario. Appunti di un ex abate, in L'ALPIGIANO, Belluno 1890.
  • BRUNO DE DONA', Profilo di Monsignor Giovanni De Donà, in Archivio Storico di Belluno Feltre e Cadore, XLIX, Feltre 1978.
  • BRUNO DE DONA', Monsignor Giovanni De Donà prete scomodo e ostinato italiano, in IL CADORE, XXXI, Pieve di Cadore 1983.
  • GIOVANNI DE DONA'-WALTER MUSIZZA, Personaggi e Storie del Cadore e di Ampezzo, Verona 2007.
  • GIOVANNI FABBIANI, Antiche pergamene e preziosi documenti donati alla Biblioteca di Vigo, "Cadore" 2, 1942.
  • GIOVANNI FABBIANI, Breve storia del Cadore, Udine 1957.
  • GIOVANNI FABBIANI, Il Cadore nel 1866, Belluno 1966.
  • FRANCESCO PELLEGRINI, Necrologia di Mons. Giovanni De Donà, Belluno 1890.
  • MARCELLO ROSINA, I sacerdoti facevano causa con noi, Forlì 1999.
  • FRANCESCO SANDONI, In onore di Giovanni De Donà, in L'ALPIGIANO, Belluno 1890.
  • GIUSEPPE ZANELLA, Il Cadore ed i suoi cultori. Annotazioni sulla vita e le opere di alcuni illustri studiosi della nostra terra, Pieve di Cadore 2017.
  • GIULIO CESARE ZIMOLO, Lorenzago di Cadore nel secondo centenario della chiesa parrocchiale, Conegliano 1958.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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