Funerali di Ruhollah Khomeyni

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4 giugno 1989, autorità presenziano al funerale di Khomeyni

Il 3 giugno 1989, alle ore 22:20 locali, morì a 89 anni Ruhollah Khomeyni, Grande Ayatollah, leader della Rivoluzione iraniana, prima guida suprema dell'Iran e fondatore della Repubblica islamica dell'Iran. Il decesso ebbe luogo a Jamaran, nei pressi di Tehran, dopo undici giorni di ricovero in una clinica privata. Il religioso aveva sofferto di cinque infarti in dieci giorni.[1][2] Secondo alcune fonti alla morte contribuirono emorragie interne del sistema digerente.[3] In segno di rispetto il governo iraniano dispose un periodo di quaranta giorni di lutto nazionale e ordinò che le scuole fossero chiuse per cinque giorni.[4][5] Il Pakistan dichiarò dieci giorni di lutto nazionale,[6] la Siria sette giorni.[6] Anche Afghanistan, Libano e India disposero tre giorni di lutto nazionale.[6][7]

A Khomeyni fu dedicato un funerale di stato e venne sepolto al Behesht-e Zahra (Il Paradiso di Zahra), un cimitero a sud di Tehran.[8] È stato stimato che al funerale abbiano partecipato circa dieci milioni di persone, ovvero circa un sesto della popolazione iraniana. Questo lo renderebbe il rito funebre al quale abbia partecipato il maggior numero di persone, e anche uno dei più grandi assembramenti di tutta la storia dell'umanità.[9][10]

Rito funebre[modifica | modifica wikitesto]

Uomini in lutto spingono il feretro con la salma di Khomeyni fuori dall'elicottero.

Il primo funerale[modifica | modifica wikitesto]

Il 5 giugno, il feretro con il corpo di Khomeyni venne trasferito a Musalla, una lotto di terreno non costruito nella zona nord di Tehran. La salma venne esposta, avvolta in un sudario e protetta da un contenitore di vetro con l'aria condizionata, su un alto podio fatto con contenitori di acciaio per il trasporto merci. Rimase lì fino al giorno seguente, consentendo a centinaia di migliaia di persone in lutto di poterla vedere.[1] Il 6 giugno fu rimessa nel feretro e il Grande Ayatollah Mohammad-Reza Golpaygani guidò la Salat al-Janazah (orazione funebre), della durata di venti minuti.[11] Più tardi, visto che durante la notte la folla in lutto era arrivata a contare parecchi milioni di persone, diventò impossibile trasferire la salma al cimitero attraversando Tehran in processione fino alla zona sud della città. Il corpo venne quindi trasferito da un elicottero Bell 214A/C dell'aviazione iraniana e portato per via aerea al cimitero.[1] Durante il funerale, nei fuggi-fuggi che si crearono all'interno del massiccio assembramento, trovarono la morte otto persone.[12]

Al cimitero, la folla superò le barriere improvvisate e le autorità persero il controllo della situazione.[13] Secondo il giornalista John Kifner del The New York Times:

«La folla, tra la quale si trovavano numerose Guardie Rivoluzionarie incaricate di mantenere l'ordine, estrasse la bara dall'elicottero e iniziò a farla sfilare nel recinto improvvisato che circondava il luogo della sepoltura. Mentre l'eccitazione cresceva, il corpo dell'Ayatollah, avvolto in un sudario bianco, cadde dalla fragile bara di legno e, in una scena concitata, la gente cercava disperatamente di toccare il sudario. I soldati per recuperare il corpo cercarono di opporsi con spintoni e alla fine spararono colpi di avvertimento. Nella confusione il figlio di Khomeyni, Ahmad, fu gettato a terra. Quando infine i soldati erano riusciti a spingere il corpo nell'elicottero, la folla continuò ad accalcarsi sul velivolo, trascinandolo a terra mentre cercava di decollare. Altri si gettarono nella buca scavata per ricevere il corpo dell'ayatollah. Le truppe alla fine riuscirono a fare indietreggiare la folla abbastanza da permettere all'elicottero di decollare.[14]»

Il secondo funerale[modifica | modifica wikitesto]

Il corpo venne riportato nella zona nord di Tehran per essere sottoposto al rituale preparatorio per una seconda volta. Per ridurre l'affollamento, venne annunciato sui media statali iraniani che il funerale sarebbe stato rimandato. Cinque ore dopo il corpo venne riportato nel cimitero, ma questa volta le guardie erano meglio preparate a gestire la situazione. Il corpo fu tirato fuori da un elicottero, sigillato in un contenitore metallico di forma simile a quelli usati per i trasporti nelle stive degli aerei.[1] Anche questa volta la folla riuscì a superare il cordone di sicurezza, ma grazie al grande numero di guardie fu possibile aprirsi una strada fino alla tomba tra le persone assiepate.[15] Una volta sul posto, secondo i reporter del Time:

«Il coperchio metallico della bara venne strappato, e il corpo venne fatto rotolare nella tomba. Questa fu poi rapidamente ricoperta di lastre di cemento .....[1]»

Nel 1992 venne completata la costruzione di un mausoleo sul luogo della sepoltura.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (EN) James Buchan, Ayatollah Khomeini's funeral: The funeral of Ayatollah Khomeini was not a tragedy but a gruesome farce, in New Statesman, 12 marzo 2009. URL consultato il 12 novembre 2018.
  2. ^ (EN) Sarasota Herald-Tribune – Google News Archive Search, in Sarasota Herald-Tribune, 13 giugno 1989.
  3. ^ (EN) Khomeini, Imam of Iran And Foe of U.S., Is Dead, in The New York Times, 4 giugno 1989. URL consultato il 12 novembre 2018.
  4. ^ (EN) Ray Moseley e Joseph A. Reaves, Mourners Rip Shroud, Khomeini's Body Falls, su Chicago Tribune, 7 giugno 1989. URL consultato il 6 settembre 2022.
  5. ^ (EN) Ralph Joseph, Khomeini dead, in UPI, 4 giugno 1989. URL consultato il 6 settembre 2022.
  6. ^ a b c (EN) Death of the Ayatollah : Islamic Nations Mourning; Bhutto Hails Leadership, su Los Angeles Times, 5 giugno 1989. URL consultato il 6 settembre 2022.
  7. ^ (EN) Nick Luddington, Iraq, Isreal (sic) Call for Closer Ties with Iran; US Wants Hostages Freed with PM-Iran-Khomeini, in Associated Press, 5 giugno 1989. URL consultato il 6 settembre 2022.
  8. ^ (DE) Pink/Gölz, "Die Drohung der ungewissen Zukunft: Der Tod Nassers und Khomeinis als Epochenbruch.", In: Helden müssen sterben: Von Sinn und Fragwürdigkeit des heroischen Todes. Hg. von Cornelia Brink, Nicole Falkenhayner and Ralf von den Hoff, 231–45. Baden-Baden: Ergon, 2019.
  9. ^ (EN) George Pendle, Which Famous Figure Had the Biggest Public Funeral?, su HISTORY, 29 agosto 2018. URL consultato il 25 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2021).
  10. ^ (EN) Alice Philipson, The ten largest gatherings in human history, su The Telegraph, 19 gennaio 2015. URL consultato il 5 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2021).
  11. ^ (DE) Pink/Gölz, "Die Drohung der ungewissen Zukunft: Der Tod Nassers und Khomeinis als Epochenbruch.", In: Helden müssen sterben: Von Sinn und Fragwürdigkeit des heroischen Todes. Hg. von Cornelia Brink, Nicole Falkenhayner and Ralf von den Hoff, 231–45. Baden-Baden: Ergon, 2019, p. 240
  12. ^ (EN) African Concord, vol. 3, Concord Press of Nigeria, 1989. URL consultato il 1º luglio 2023.
  13. ^ (DE) Pink/Gölz, "Die Drohung der ungewissen Zukunft: Der Tod Nassers und Khomeinis als Epochenbruch.", In: Helden müssen sterben: Von Sinn und Fragwürdigkeit des heroischen Todes. Hg. von Cornelia Brink, Nicole Falkenhayner and Ralf von den Hoff, 231–45. Baden-Baden: Ergon, 2019, p. 240-241.
  14. ^ (EN) John Kifner, Amid Frenzy, Iranians Bury The Ayatollah, in The New York Times, 7 giugno 1989. URL consultato il 12 novembre 2018.
  15. ^ (DE) Pink/Gölz, "Die Drohung der ungewissen Zukunft: Der Tod Nassers und Khomeinis als Epochenbruch.", In: Helden müssen sterben: Von Sinn und Fragwürdigkeit des heroischen Todes. Hg. von Cornelia Brink, Nicole Falkenhayner and Ralf von den Hoff, 231–45. Baden-Baden: Ergon, 2019, p. 241.

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