Flavia Claudia Crispina

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Gemma Constantiniana: Claudia sarebbe da identificarsi nel terzo personaggio da sinistra, ovvero nella donna che indica il bambino davanti a sé

Flavia Claudia Crispina (... – ...; fl. II sec.) è stata una nobildonna romana, presunta parente dei fratelli imperatori Claudio Gotico e Quintillo e madre dell'imperatore Costanzo Cloro, il che la renderebbe la nonna paterna di Costantino I.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

La Historia Augusta, una fonte antica ma di comprovata inaffidabilità, dichiara che Claudia era figlia di Crispo, fratello minore degli imperatori Claudio Gotico e Quintillo, e che poteva quindi far risalire la sua ascendenza alle famose famiglie dei Claudi e dei Flavi, fondatori, rispettivamente delle dinastie giulio-claudia e flavia[1]. Secondo Zosimo e Zonara, Claudia era invece figlia dello stesso Gotico[2]. Eutropio invece la definisce semplicemente sua parente, senza prendere posizione sul fatto che fosse una figlia o una nipote[3]. In ogni caso, le fonti dichiarano che sposò Flavio Tito Eutropio, un nobile dardano, e gli diede un figlio, Costanzo Cloro, futuro padre di Costantino I[1][2][3].

Valutazione storica[modifica | modifica wikitesto]

La quasi totalità degli storici moderni valuta con sospetto le parentele affermate e persino l'esistenza di Claudia, ritenendo invece che la sua ascendenza sia stata creata a tavolino da Costantino, figlio di Costanzo Cloro, desideroso di nobilitare se stesso e la propria famiglia, separandola, come immagine pubblica, da quelle di Massimiano e degli altri membri della Tetrarchia[4]. Infatti, Claudio Gotico era stato un imperatore apprezzato e rispettato, che non era né morto in guerra né era stato assassinato, pagano ma non considerato un persecutore dei cristiani, e che a sua volta rivendicava parentele, pure se anche queste con tutta probabilità false, con gli imperatori Gordiano II e Probo[2][5], inoltre, il suo massimo risultato fu la vittoria di Naisso, vicino al luogo di nascita dello stesso Costantino, tutti motivi che lo rendevano una buona scelta come personalità dinastica a cui associarsi[6]. Vale inoltre la pena ricordare che il figlio maggiore di Costantino si chiamava Crispo, nome che sarebbe a sua volta nobilitato dichiarando di averlo chiamato in onore del presunto Crispo padre di Claudia[6].

Un'ipotesi alternativa sulla madre di Cloro teorizza che si chiamasse invece Giulia Costanza o Giulia Costantina (e secondo Eutropio, Claudio il Gotico aveva una sorella chiamata proprio Costantina[1]), e che fosse la concubina, piuttosto che la moglie, di Flavio Tito Eutropio, il che spiegherebbe come mai lo stesso Cloro scelse come erede Costantino, nato dal concubinato con Elena[7][8].

Eredità[modifica | modifica wikitesto]

Vero o falso che sia, il desiderio di Costantino di essere associato al Gotico fu ripreso dai contemporanei e dagli autori successivi, che glorificarono tale relazione nei loro scritti[9]. Anche i figli di Costantino vennero spesso nominati in onore di Claudio, Crispo e Claudia e questi a sua volta non mancarono, una volta adulti, di sottolineare la loro presunta ascendenza[10]. La strategia di Costantino fu replicata da suo cognato, e collega imperatore, Licinio, che commissionò scritti in cui veniva fatto discendere dall'imperatore Filippo l'Arabo[11].

Possibili raffigurazioni[modifica | modifica wikitesto]

Diversi storici ritengono che la donna in piedi dietro Costantino e che ne indica il figlio Crispo incisa sulla Gemma Constantiniana sia una raffigurazione di Claudia[12][13][14].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ronald Syme, Historia Augusta papers, Clarendon Pr. [u.a.], 1983, p. 71, ISBN 978-0-19-814853-1.
  2. ^ a b c (EN) Olivier Hekster, Emperors and Ancestors: Roman Rulers and the Constraints of Tradition, Oxford University Press, 2015, pp. 225, ISBN 978-0-19-873682-0.
  3. ^ a b Aleksandar Jovanović, Tlo Srbije - zavičaj Rimskih careva: = Serbia - homeland of the Roman emperors, Princip Bonart Pres, 2006, p. 126, ISBN 978-86-85215-10-0.
  4. ^ (EN) Eusebius, Eusebius' Life of Constantine, Clarendon Press, 10 settembre 1999, p. 201, ISBN 978-0-19-158847-1.
  5. ^ (EN) Patricia Southern, The Roman Empire from Severus to Constantine, Routledge, 15 maggio 2015, ISBN 978-1-317-49694-6.
  6. ^ a b (EN) Samuel Lieu e Dominic Montserrat, From Constantine to Julian: Pagan and Byzantine Views: A Source History, Routledge, 1º novembre 2002, pp. 68-69, ISBN 978-1-134-87118-6.
  7. ^ (EN) Stanislav Doležal, Two of Constantine's "official lies", in Graeco-Latina Brunensia, n. 2, 2020, pp. 61–71, DOI:10.5817/GLB2020-2-5.
  8. ^ (EN) Vern L. Bullough e Bonnie Bullough, Prostitution: An Illustrated Social History, Crown Publishers, 1978, p. 51, ISBN 978-0-517-52957-7.
  9. ^ John Frederick Drinkwater, The Gallic empire: separatism and continuity in the north-western provinces of the Roman Empire A.D. 260 - 274, collana Historia Einzelschriften, Steiner-Verl. Wiesbaden, 1987, p. 64, ISBN 978-3-515-04806-4.
  10. ^ Jill Harries, Imperial Rome AD 284 to 363: the new empire, collana The Edinburgh history of ancient Rome, Edinburgh Univ. Press, 2012, ISBN 978-0-7486-5395-9.
  11. ^ Irfan Shahîd, Rome and the Arabs: a prolegomenon to the study of Byzantium and the Arabs, Dumbarton Oaks Research Library and Collection, 1984, p. 84, ISBN 978-0-88402-115-5.
  12. ^ A house of art: Rubens as collector ; [Exhibition "A House of Art: Rubens as Collector", Rubenshuis, Antwerp, 6 march - 13 june 2004], 1. publ, Rubenshuis & Rubenianum, 2004, p. 282, ISBN 978-90-76704-69-2.
  13. ^ Jan Willem Drijvers e Jan Willem Drijvers, Helena Augusta: the mother of Constantine the Great and the legend of her finding of the true cross, collana Brill's studies in intellectual history, Brill, 1992, p. 193, ISBN 978-90-04-09435-2.
  14. ^ (EN) R. R. R. Smith, Maiestas Serena: Roman Court Cameos and Early Imperial Poetry and Panegyric, in The Journal of Roman Studies, vol. 111, 2021-11, pp. 75–152, DOI:10.1017/S0075435821000459.