Fabio Di Celmo

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File:Statua Di Celmo.jpg
La statua di Fabio Di Celmo al museo delle cere di Bayamo

Fabio Di Celmo (Genova, 1 giugno 1965Avana, 4 settembre 1997) è stato un imprenditore italiano, ucciso a Cuba nel 1997 dall’esplosione di una bomba piazzata dal terrorismo anticastrista in un bar dell’Hotel Copacabana.

L'attentato

A 22 anni, terminato il servizio militare e dopo aver viaggiato per alcuni paesi europei ed americani, si trasferì in Canada e nel 1993, insieme al padre, si recò per la prima volta a Cuba per una attività di forniture alberghiere. Da quel momento si recò diverse volte a Cuba e all’Avana dove frequentava il bar dell’hotel Copacabana nella zona residenziale del Miramar[1].

Dopo la caduta dell'Unione Sovietica, Cuba era entrata in un periodo di forte recessione, il cosiddetto periodo especial. Nella seconda metà degli anni novanta l'economia cubana stava cominciando a riprendersi grazie agli ingenti investimenti nel settore turistico. In questo contesto, nel 1997 una serie di attentati venne portata contro le più importanti mete turistiche cubane da parte di alcuni anticastristi[2]: l'obiettivo era riportare al collasso l'economia di Cuba per riuscire ad ottenere il consenso popolare necessario a rovesciare il governo di Fidel Castro.
Tra i vari attentati, il 4 settembre 1997, il terrorista salvadoregno Raúl Cruz León, piazzò una carica di esplosivo C-4 nell'atrio dell'Hotel Copacabana. Nell'esplosione morì Fabio Di Celmo[3].

I mandanti

Immediatamente dopo l'esplosione, Raúl Cruz León fu catturato dalle autorità cubane. Il terrorista dichiarò di aver agito alle dipendenze di Luis Posada Carriles, esule cubano e membro della Fundación Nacional Cubano-Americana, associazione che si propone di "riportare la democrazia e la libertà a Cuba"[4]. Posada Carriles, circa un anno dopo, rilasciò un'intervista al New York Times con cui si attribuì la paternità degli attentati ed ammise i suoi legami con la CIA e l'FBI dicendo: «Quando posso aiutarli, lo faccio». L'uomo giustificò gli attacchi terroristici a Cuba come «atti di guerra» e la morte di Fabio Di Celmo come «un incidente»[5].

Oggi Posada Carriles vive a Miami. Fu arrestato nel 2005 e rilasciato nel 2007 per il reato di immigrazione clandestina. Cuba e il Venezuela ne chiedono l'estradizione ma il suo avvocato ha chiesto asilo politico al governo degli Stati Uniti sostenendo che il suo cliente «ha sostenuto gli interessi degli Stati Uniti per 40 anni». Sia a Cuba che in Venezuela, Posada Carriles sarebbe processato per terrorismo, strage ed omicidio essendo colpevole di altri attentati tra cui quello al volo civile della Cubana de Aviación nel 1976 che costò la vita a 73 persone[6].

Il 21 giugno 2007 il parlamento italiano ha approvato un ordine del giorno con cui impegna il governo «ad adoperarsi con sollecitudine per la richiesta di estradizione in Italia di Posada Carriles nel caso in cui il procedimento penale attualmente in corso presso la Procura della Repubblica di Roma portasse ad un'incriminazione nei suoi confronti per l'attentato terroristico a L'Avana in cui perse la vita Fabio Di Celmo»[7].

Il ricordo

Meno di un anno dopo, nel luogo in cui Di Celmo morì, venne posto un bassorilievo in bronzo con la sua immagine. A Bayamo una sezione del locale museo delle cere, è stata dedicata alle vittime del terrorismo. A Cuba esiste inoltre un torneo calcistico ufficiale a lui intitolato che viene inaugurato ogni anno da suo padre Giustino.

Il film "Cuando la verdad despierta", in italiano intitolato La sottile linea della verità, produzione Italia-Cuba-Spagna del 2006 del regista Angelo Rizzo racconta la sua storia. Nel 2008 viene presentato al Festival di Berlino. L'attore e cantante italo francese Michel Altieri è chiamato ad interpretare Fabio Di Celmo, con la partecipazione di Fidel Castro nei panni di se stesso[8]. La pellicola ripercorre gli ultimi giorni di vita del giovane italiano. Michel Altieri fu premiato in Campidoglio come "Attore rivelazione"[9][10]

Note

Bibliografia

  • Acela Caner Roman, Il ragazzo del Copacabana, Editorial José Martí, 1999 ISBN:959-09-0182-4

Voci correlate

Collegamenti esterni

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