Epistole (Orazio)
Questa voce o sezione sull'argomento componimenti poetici non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti. |
Epistole | |
---|---|
Titolo originale | Epistulae |
Ritratto immaginario di Orazio | |
Autore | Quinto Orazio Flacco |
1ª ed. originale | 20 a.C. |
Genere | Raccolta di lettere |
Lingua originale | latino |
Le Epistole (Epistulæ, in latino) sono una raccolta di lettere fittizie scritte dal poeta latino Quinto Orazio Flacco. Furono comunque pubblicate nel 20 a.C.
Struttura[modifica | modifica wikitesto]
L'opera consta di due libri, il primo di 20 epistole e il secondo di 2 lunghi componimenti su questioni letterarie.
È un'opera a sé stante l'Epistola ai Pisoni, chiamata Ars Poetica, comunque inserita nella raccolta.
Componimento[modifica | modifica wikitesto]
La poesia delle epistole è più intima, incline alla meditazione pacata e definitivamente depurata dall'invettiva satirica. I due componimenti del secondo libro sono indirizzati a personaggi importanti della Roma del tempo: il primo è indirizzato ad Augusto e tratta dell'evoluzione della storia della letteratura romana; il secondo è indirizzato a Giulio Floro, e ritorna sui motivi che hanno condotto l'autore ad abbandonare la poesia spingendosi alla ricerca della saggezza, invitandolo a cercare il giusto mezzo tra l'avidità e la dissipazione e a ritirarsi dalla vita pubblica prima di diventare ridicolo.
Al secondo libro viene spesso associata l'Ars Poetica, poiché Orazio disegna una sintesi teorica della natura, degli scopi e degli strumenti della poesia.
Egli sottolinea l'importanza del labor limae (il lavoro di cesello, e per questo elogia il poeta Cornelio Cinna che aveva del tutto revisionato la sua opera prima di pubblicarla) e della callida iunctura, cioè l'accorta disposizione delle parole e l'accurata articolazione del periodo. Orazio dà suggerimenti su come ottenere un perfetto stile di scrittura e su come il poeta non debba mai spingersi al di là delle proprie capacità.