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Emanuele Trigona de Grasset , nobile dei marchesi di Canicarao (Firenze , 16 luglio 1878 – Firenze , 1º gennaio 1953 ), è stato un ingegnere , dirigente d'azienda e politico italiano .
Di nobile famiglia siciliana , nacque a Firenze il 16 luglio 1878 da Giuseppe, IX marchese di Canicarao, e da Maria Carolina dei conti de Grasset, di cui era figlio secondogenito.[1]
Laureato in ingegneria , iniziò subito dopo la sua attività lavorativa in ambito industriale .[2] Possidente, fu dirigente delle acciaierie di San Giovanni Valdarno e di Piombino .[2]
Aderì al Partito Nazionale Fascista , nelle cui file fu deputato alla XXVII , XXVIII , XXIX legislatura , e senatore alla XXX legislatura . Sottosegretario di Stato al Ministero delle corporazioni (1929-1932), fu successivamente presidente dell'Alfa Romeo per incarico dell'IRI (1933), presidente della Società "Anonima Fondiaria" di Firenze, amministratore delegato della Società "Magona d'Italia ", e presidente del Consiglio superiore delle miniere.
Decaduto da senatore nel 1945, morì celibe e senza figli[3] a Firenze il 1º gennaio 1953.
^ V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana , vol. 6, Forni, 1981, p. 714.
^ a b E. Savino, La nazione operante. Albo d'oro del fascismo, profili e figure, 3000 illustrazioni , Istituto geografico De Agostini, 1937, p. 455.
^ A. Parronchi, Lettere a Vasco , Polistampa, 1996, p. 191.