Electro swing

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Electro Swing
Origini stilisticheSwing
jazz manouche
musica house
Origini culturaliEuropa
Sud America
Strumenti tipiciVoce, chitarra, pianoforte, contrabbasso, batteria, sassofoni, tastiere, sintetizzatori
Popolaritàalta
Categorie correlate
Gruppi musicali electro swing · Musicisti electro swing · Album electro swing · EP electro swing · Singoli electro swing · Album video electro swing

L'electro swing è un sottogenere della musica house in cui coesistono influenze swing e gipsy jazz.[1][2][3] L'electro swing è rappresentato da artisti come Parov Stelar, ritenuto il pioniere del genere,[1][4] Bart&Baker[5] e i Caravan Palace.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Ancor prima che la moda dell'electro swing esplodesse durante il nuovo millennio, Lucas Secon aveva pubblicato Lucas with the Lid Off (1994) considerato uno dei primissimi brani electro swing.[6]

Il genere ebbe un primo momento di notorietà nel 2008, quando uscì l'omonimo album di debutto dei francesi Caravan Palace, che vendette 150 000 copie e raggiunse alti piazzamenti di classifica.[2][7] L'electro swing raggiunse però il suo momento di massima popolarità nel 2010, (specialmente in Germania, Austria, Francia e Svizzera)[2][8] anno in cui furono pubblicati Why Don't You Do Right? del disc jockey Gramophonedzie, che campiona l'omonima traccia di Peggy Lee e che raggiunse le più alte posizioni nelle classifiche britanniche, e We No Speak Americano di Yolanda Be Cool, che raggiunse la posizione numero 1 delle chart di diversi Paesi e divenne uno dei più grandi successi radiofonici dell'estate di quell'anno.[2][9][10] Il famoso canto popolare italiano Bella Ciao è stato pubblicato nel 2018 dalla band Klischée in versione Electro Swing. L'electro swing ispirò anche artisti non strettamente correlati al genere come gli Icona Pop, la cui Emergency risente influenze swing.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Sonia Coman, Damon J. Phillips, Frontiers of Creative Industries: Exploring Structural and Categorical Dynamics, Emerald, 2018, pp. 203-235.
  2. ^ a b c d (EN) Electro-swing - Tonight we're going to party like it's 1929, in The Independent, 29 aprile 2011.
  3. ^ (EN) Alan Ashton-Smith, Gypsy Music: The Balkans and Beyond, Reaktion Books, 2017, p. 167.
  4. ^ (EN) Pioneer of electro swing prepared a music spectacle at GR, su kongres-magazine.eu. URL consultato il 24 novembre 2020.
  5. ^ (EN) James Arena, Stars of 21st Century Dance Pop and EDM: 33 DJs, Producers and Singers Discuss Their Careers, McFarland & Company, 2017, pp. 39-48.
  6. ^ a b (EN) Chris Inglis, Popular Music in the Post-Digital Age: Politics, Economy, Culture and Technology, Bloomsbury, 2019, pp. 191-209.
  7. ^ (FR) ELECTROSWING, su zyvamusic.com. URL consultato il 24 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2013).
  8. ^ (EN) Masha Lukashenko, Sound Nomaden: The New King of Electro Swing [Exclusive Mix + Interview], in Magnetic Magazine, 12 aprile 2016.
  9. ^ (EN) Thomas H. Green, The new Jazz Age is upon us, in The Daily Telegraph, 9 dicembre 2010.
  10. ^ (EN) John Sakamoto, The Anti-Hit List, in Toronto Star, 25 agosto 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) William Rogers Northlich, DiY Dynamic: Experimental Electronic Music and the Underground in the San Francisco Bay Area, Wesleyan University, 2013.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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