Diverticolo esofageo

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I diverticoli esofagei sono delle formazioni cave e sacciformi della mucosa dell'esofago in comunicazione col lume dell'organo. Essi possono essere congeniti o acquisiti. Solitamente i congeniti sono diverticoli veri (formati da tutte le tonache della parete) altrimenti la maggior parte di quelli acquisiti sono pseudo diverticoli (protrusione solo di mucosa e sottomucosa, attraverso zone di minore resistenza muscolare).

Tipologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Diverticoli di tipo congenito: da alterato sviluppo esofageo
  • Pseudodiverticoli: singoli o multipli, conseguenza della dilatazione delle ghiandole racemose della sottomucosa, sono confinati nello spessore della parete (l'etilismo e l'acalasia sono predisponenti)
  • Diverticoli propriamente detti: da pulsione e da trazione(definito anche medio-esofageo)[1].
    • Da pulsione sono tipicamente “faringoesofagei” (diverticolo di Zenker) ed “epifrenici” (causati dalle discinesie come l'acalasia per aumentata pressione endoluminale).
    • Da trazione per lo più “medio toracici” (costituiti da tutte le tonache della parete) secondari ad aderenze fibrose conseguenti ad adenopatie cicatriziali (es. di tipo tubercolare) o congeniti.

Diagnosi[modifica | modifica wikitesto]

La diagnosi strumentale viene solitamente posta con una fluoroscopia dell'esofago, ovvero con una sequenza di immagini radiografiche eseguite dopo l'ingestione da parte del paziente del cosiddetto "pasto baritato" (mezzo di contrasto), ossia una bevanda semiliquida inerte e non tossica contenente solfato di bario (che è radio-opaco, ossia appare chiaro sulla lastra radiografica sviluppata). Per evidenziare meglio i diverticoli può essere utilizzato un "doppio contrasto", ossia pasto baritato + aria che distende il viscere, e meglio evidenzia eventuali irregolarità macroscopiche della mucosa.

L'aria viene prodotta facendo ingerire al paziente del bicarbonato di sodio, che reagisce con l'acido gastrico (o con acido citrico eventualmente somministrato in concomitanza), formando gas che risalgono in esofago e distendono le pareti dell'organo.

Sintomatologia[modifica | modifica wikitesto]

Spesso risultano asintomatici, anche in casi di diverticoli di grandi dimensioni[2]. In alcuni casi, invece, si manifestano disfagia e sintomi di gravità variabile correlabili a discinesie esofagee.

Eziologia[modifica | modifica wikitesto]

Le cause possono essere "da pulsione" o "da trazione"; le prime derivano solitamente da un indebolimento della tenuta muscolare della mucosa esofagea (e non a caso si manifestano di frequente all'altezza del cosiddetto Triangolo di Killian, area di relativa debolezza degli strati muscolari circostanti), e sono causate da anomalie motorie a livello dell'esofago (a loro volta dovute quasi esclusivamente ad anomalie congenite dell'individuo)[3].

Nel caso dei diverticoli da trazione, solitamente medio-esofagei od epifrenici, l'etiologia è solitamente conseguenza di aderenze ab estrinseco, a medio-lungo termine, sulla parete esofagea (conseguenza, a volte, di pregresse broncopolmoniti o processi flogistici polmonari).

Terapia[modifica | modifica wikitesto]

Il trattamento dei diverticoli solitamente non si rende necessario, conferendo un'ottima prognosi anche rispetto ad altre patologie simili[3]. Solo per alcuni determinati casi (come ad esempio un diverticolo di notevoli dimensioni, con sintomatologia invalidante) è da valutare l'opportunità di un'asportazione (resezione) chirurgica.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hazebroek EJ, van der Harst E., Mid-esophageal diverticulum., in J Am Coll Surg., vol. 207, 2008.
  2. ^ Hadi U, Rameh C., Giant midesophageal diverticulum presenting as food impaction: case report and review of the literature, in Am J Otolaryngol., vol. 28, 1973, pp. 122-125.
  3. ^ a b do Nascimento FA, Lemme EM, Costa MM., Esophageal diverticula: pathogenesis, clinical aspects, and natural history., in Dysphagia., vol. 21, luglio 2006, pp. 198-205.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Douglas M. Anderson, A. Elliot Michelle, Mosby’s medical, nursing, & Allied Health Dictionary sesta edizione, New York, Piccin, 2004, ISBN 88-299-1716-8.
  • Research Laboratories Merck, The Merck Manual quinta edizione, Milano, Springer-Verlag, 2008, ISBN 978-88-470-0707-9.

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