Discussione:Ricciotto Canudo

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grazie a "Lupo Rosso", tratto da "L'impresa di Fiume" nota 25.

--CETRI LENTO 21:50, 28 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Non era Lupo rosso[modifica wikitesto]

scusa Gac --CETRI LENTO 00:09, 29 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Delaunay è in rosso, eppure fra le voci esiste. Stavo per scrivere la voce, ma mi sono accorto in tempo.

Contenuti da integrare[modifica wikitesto]

Sposto contenuti dalla voce Gioia del Colle, solo in parte coerenti con quanto asserito in questa voce. --Nicolabel (msg) 16:29, 28 dic 2009 (CET)[rispondi]

Tra i pionieri della teoria cinematografica a Parigi, Ricciotto Canudo, detto le Barisien, allora 34enne, nativo di Gioia del Colle. Dopo gli studi di lingue orientali a Firenze e di teosofia a Roma si stabilì in Francia, ove frequentò i gruppi dell'avanguardia letteraria ed artistica. Egli scriveva soggetti e saggi ed ottenne importanti riconoscimenti. Nel 1911 pubblicò il Manifesto della settima arte (Manifeste de la Septième art), in cui previde che il cinema, settima arte, si sarebbe configurato come nuovo mezzo di espressione, officina delle immagini, scrittura di luce. Fondò il primo cineclub (Le Club des Amis du Septième Art) e La Gazette des Sept Arts.[1] Erano passati appena sei anni da quando Filoteo Alberini aveva fondato a Roma lo stabilimento cinematografico Alberini e Santoni (in seguito denominato Cine) ed aveva prodotto il primo film spettacolare in Italia: La presa di Roma. Ricciotto Canudo morì a Parigi il 10 novembre 1923.