Discussione:Pliophoca etrusca

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A proposito dello scopritore dell'olotipo, Antonio di Paco, non capisco perchè non possa essere citato nel testo? E' comunque un ricercatore di inizio secolo (1901 circa), che così come il naturalista Roberto Lawley, ha dato anche lui il suo contributo scoprendo un reperto fossile che non era mai stato trovato prima! Dato che Lawley è tranquillamente citato, non capisco perchè non possa esserlo anche Di Paco... ciao e grazie! --Luca Oddone (msg) 13:33, 4 feb 2010 (CET)[rispondi]

L'unica informazione esistente su questo Antonio di Paco si trova in una riga negli "Atti della Società toscana di scienze naturali: Memorie, Volumes 17-18" ove e' scritto era un cercatore di fossili di Orciano e viene citato solamente a proposito di questo fossile. Non e' per niente paragonabile ad uno studioso come Lawley, che ha abbondantemente lasciato tracce di se come paleontologo studioso. Cerchiamo di inserire nelle voci i riferimenti enciclopedici, certamente la storia e' tiranna e ingiusta, ma solitamente come scopritore di un fossile o di una specie biologica si scrive il nome della persona che l'ha studiato e che per primo ne ha data comunicazione ufficiale o ufficiosa. Altrimenti, nel caso in cui sia una vicenda interessante da raccontare si riporta tutta la storia del ritrovamento,come questa, che qui non abbiamo; ovvero non si inseriscono fatti di pura cronaca di interesse locale. Pensa a cosa potrebbero ridursi gran parte delle voci se inserissimo i nominativi di tutte le persone che possono essere citate per ogni evenienza: tutti coloro che alloggiarono Garibaldi, i maestri di scuola di personaggi famosi,... In aggiunta neppure siamo sicuri che questo Paco sia materialmente lo scopritore, sopratutto a quei tempi i contadini, se trovavano cose strane e sapevano che nei dintorni vi era qualcuno a cui potesse interessare, lo avvertivano, magari sperando in una ricompensa. In ogni caso il suo nome, assieme ad altri potrebbe stare, en passant (a testimonianza di un fervore di ricerche ad inizio secolo scorso), in una storia sulle ricerche, osservazioni e ritrovamenti paleontologici e geologici toscani partendo da Stenone (e la sua corretta interpretazione delle glosspetrae come denti fossili di squalo fino ad oggi). Storia che mostrerebbe l'importanza e la rilevanza dello studio dei sedimenti terziari toscani, come gia' si intuisce leggendo questa voce nello studio dei vertebrati terziari e quaternari italiani. Ciao --Bramfab Discorriamo 14:39, 4 feb 2010 (CET)[rispondi]

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