Discussione:Massacri delle foibe/Bozza 1

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Nel quadro della pubblicistica sul fenomeno foibe prodotta dagli anni '90 in poi, sono emerse alcune tesi tendenti ad attribuire ai fascisti il primo impiego delle foibe allo scopo di eliminare fisicamente le loro vittime.

Tali tesi hanno talvolta avuto cospicua risonanza mediatica, ma non hanno trovato supporto organico presso gli accademici che si occupano professionalmente della materia.

Lo storico Raoul Pupo non esclude a priori l'uso delle foibe anche da parte dei fascisti, ed ammette la possibilità ipotetica di un loro impiego episodico sin dal 1942, ma non lo ritiene validamente documentato. Egli spiega inoltre come a rendere significativo ed emblematico il fenomeno foibe non abbia contribuito significativamente un loro uso iniziale, quanto le complesse e profonde motivazioni che portarono poi alle uccisioni e stragi perpetrate nel 1943 e nel 1945:[1]:

«Episodicamente, le foibe furono usate come barbare sepolture anche in altri casi: forse dai fascisti nel '42 e nel '43, sicuramente dai partigiani jugoslavi negli ultimi anni di guerra. Ma il punto non sta in una tecnica di omicidio diffusa in tutta l'area jugoslava: il punto sta nella strage di fasce di popolazione inerme, nell'inserirsi della violenza politica programmata sul terreno di odi nazionali, contrapposizioni ideologiche e rancori personali creatosi nei precedenti decenni»

A fronte di tale posizione, tra le tesi tendenti ad accreditare l'uso delle foibe da parte fascista vi è quella proposta dalla giornalista Claudia Cernigoi, che attribuisce al comandante della polizia fascista Gaetano Collotti l'utilizzo di foibe per eliminare i cadaveri di perseguitati politici.[2] Posizioni simili sono state inoltre avanzate dallo scrittore Giacomo Scotti e da altri autori, che ne hanno ripreso le tesi, basate essenzialmente sulle affermazioni violentemente nazionalistiche anteguerra di un gerarca fascista e su un'unica, tardiva testimonianza, contenuta in una lettera pubblicata sul quotidiano triestino Il Piccolo del 5 novembre 2001, che riferisce di massacri compiuti dai fascisti e del presunto occultamento dei cadaveri delle vittime in alcune foibe.[3][4][5]

La tesi di Scotti, in particolare, ha suscitato critiche e forte scetticismo, espresso anche da parte della professoressa Liliana Martissa, membro del direttivo di "Coordinamento Adriatico", che ha specificamente rilevato incongruenze e contraddizioni anche a carico della testimonianza pubblicata da "Il Piccolo".[6] Ciò nonostante, la teoria di Scotti è stata in seguito ripresa anche da intellettuali come lo scrittore Predrag Matvejević[7] e da enti quali l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.[8]

  1. ^ Articolo di Raoul Pupo apparso su "Il Giornale" del 17 maggio 2005.
  2. ^ Fisicamente.net - 16-02-2005 L’ispettorato speciale di pubblica sicurezza; Le foibe tra mito e realtà. Intervista ad Alessandra Kersevan.
  3. ^ Articolo di Giacomo Scotti su Il Manifesto di venerdì 4 febbraio 2005.
  4. ^ La tesi proposta da Scotti cita le affermazioni del gerarca fascista Giuseppe Cobolli Gigli. Costui già nel 1919 riportava la seguente filastrocca in una guida turistica: "A Pola xé l'Arena / la Foiba xé a Pisin: / che i buta zo in quel fondo / chi ga' un certo morbin". Otto anni dopo Cobolli Gigli riprese la tematica scrivendo un articolo su Gerarchia, "La musa istriana ha chiamato Foiba" (IX, 1927); Cobolli Gigli appare comunque riferirsi esclusivamente all'abisso noto come "Foiba di Pisino" e non alle "foibe" in generale, come rilevato dallo stesso Giacomo Scotti.
  5. ^ Sergio Fumich, Il Pozzo E Le Parole p 148, Ambrosiana, 2007, ISBN 978-1-84799-222-2. "degno posto di sepoltura per chi nella provincia d’Istria minaccia le caratteristiche nazionali dell’Istria".
  6. ^ "Nuove illazioni sulle foibe", di Liliana Martissa, membro del consiglio direttivo di Coordinamento Adriatico.
  7. ^ Articolo di Predrag Matvejevic dal quotidiano croato Novi List, che riporta la citazione
  8. ^ "Quando si cominciò a parlare di Foibe?" di Federico Vincenti (Articolo della rivista dell'ANPI, che rilancia l'ipotesi di Scotti)

La Foiba di Pisino non esiste -- è un'invenzione del somaro Giaomo Scotti! vasco vascon