Discussione:Inferno - Canto trentatreesimo

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Letteratura
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Questa pagina di commento sul canto mi pare ben fatta e interessante, ma devo ammettere che non concordo del tutto con l'ultima parte dell'ultimissimo paragrafo. Non sono affatto sicuro che nella Divina Commedia non vi sia per nulla spazio per l'ammirazione nei confronti di alcuni dei dannati da parte di Dante. Forse questo è vero da un punto di vista "religioso"; ma, in chiave "poetica", mi pare che negli incontri con personaggi quali, ad esempio, Farinata ed Ulisse, vi sia della genuina ammirazione da parte di Dante-poeta.Così come vi è autentica pietà e commozione negli episodi di Francesca, di Pier delle Vigne, e in altri. C'è la condanna morale, indubbiamente, ma senza che questo impedisca a Dante di provare (e di voler stimolare nel lettore) sentimenti di ammirazione, di pietà... A mio modesto parere, s'intende.

Ciao ^^ E' vero che nell'Inferno bisogna distinguere tra personaggi "alti" e "bassi", entrambi facilmente identificabili dal modo in cui Dante li tratta e dallo spazio che viene concesso loro, ed è vero che molte volte è facile sentire ammirazione o pietà per quelli alti, perché effettivamente in vita meritarono l'ammirazione, però -secondo me - ora che sono morti sono tutti ugualmente condannati: perché se no Dante li avrebbe messi all'Inferno, se non appunto per darci un chiaro segnale del suo giudizio? Come dire: la commozione può esserci riguardo alla loro vicenda terrena, e Dante parla proprio della pietà che prova per Francesca, ma non pietà per il suo peccato o il suo amore, bensì una sorta di smarrimento ("e fui quasi smarrito" dice dopo che Virgilio gli ha elencato tutte le eroine presenti nel cerchio) all'idea che i valori dell'amore non sono sufficienti per la salvezza nella prospettiva eterna. Ci può essere ammirazione per Ulisse e per il suo ingegno, ma ciò non toglie che viene condannato perché quel suo grande ingengno egli lo ha diretto unicamente a un sapere terreno, e non a una ricerca spirituale del "vero" bene. Tutto questo sempre a parer mio, ovviamente ^^ (e sperando che non cada su di noi la "condanna" dei Wikipediani che vorranno ricordarci che Wikipedia non è un forum di discussione :-PP) Ciao --Gwenaeth 17:47, 28 gen 2007 (CET)[rispondi]
Ciao - scusami tanto se replico solo ora (!) alla tua risposta, ma mi ero proprio scordato di aver fatto questo commento. Concordo con te quando dici, ad esempio:"Ci può essere ammirazione per Ulisse e per il suo ingegno, ma ciò non toglie che viene condannato perché quel suo grande ingengno egli lo ha diretto unicamente a un sapere terreno, e non a una ricerca spirituale del "vero" bene." e anche"la commozione può esserci riguardo alla loro vicenda terrena, e Dante parla proprio della pietà che prova per Francesca ma non pietà per il suo peccato "', ma proprio per questo continuo ad essere in disaccordo con la frase finale dell'articolo, che commenta in modo apodittico "L'obiettivo di Dante, come si può dedurre, non è quello di presentare personaggi che possano piacere al lettore (anzi, se son dannati non vi può essere spazio per l'attaccamento a essi o l'ammirazione), ma di rappresentare la totalità del mondo." Oltretutto, mi sembra in contraddizione con i commenti di interpreti danteschi quali De Sanctis, Fubini, Getto, Borges. E poi, se posso aggiungere la mia modesta opinione di appassionato "ignoto" e senza titoli, credo che gran parte della potenza poetica dell'Inferno derivi spesso dal contrasto tra la dannazione e la condanna morale dei personaggi e la pietà , la simpatia o anche l'ammirazione che Dante come uomo mostra per loro (perchè, ad esempio definire Farinata magnanimo, altrimenti?).
Insomma, così come è formulata quella frase mi convince poco, lo ammetto. Ste P.
Dato che la frase in questione persiste, e continua a sembrarmi un'interpretazione abbastanza forzata, inserisco una "citazione necessaria"
Tu come ri-scriveresti quella frase? Le argomentazioni che citi poco sopra non mi sembrano errate... --SailKoFECIT 14:36, 18 set 2007 (CEST)[rispondi]
Guarda, se fosse per me rimuoverei la frase in toto, e chiuderei la voce con le considerazioni sulla tecnica dell'accostamento tra i personaggi "alti" e "bassi". O magari toglierei perlomeno il discutibile inciso sui personaggi che "non possono piacere al lettore" e sull' assenza di "attaccamento e di ammirazione", e metterei qualcosa come "L'obiettivo perseguito da Dante con questa tecnica dell'accostamento tra personaggi "alti" e "bassi" e tra diversi toni e registri narrativi è quello di rappresentare la totalità e la complessità del mondo in tutte le sue sfaccettature." Però in fondo è una interpretazione personale, e forse finirebbe per richiedere una citazione... ;) Quello che secondo me è importante è rimuovere quella considerazione sui personaggi che "non devono piacere" e "non devono suscitar attaccamento e ammirazione", che francamente trovo molto dubbia. Ste P.
Ok, in spirito wiki, ti chiederei di modificare direttamente la pagina. Hai fatto bene a spiegare le tue ragioni prima in discussione e mi sembrano obiezioni valide. Grazie mille ;) --SailKoFECIT 19:06, 18 set 2007 (CEST)[rispondi]
Grazie a te, allora correggo la frase come ho scritto qui. :)