Discussione:Giornale on-line

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Testata giornalistica online è solo quella registrata in Tribunale per la legge italiana come tale diversamente siamo in presenza di una versione online di un giornale cartaceo, che non è una testata giornalistica online in quanto necessita l'indicazione per legge del webmaster, o di un sito di informazione o altro

Modifiche del 6 aprile[modifica wikitesto]

Nella data in oggetto, un utente ha fatto un inserimento corposo. Dovrebbe costituire una voce a sé stante (ed essere riassunto qui). Io cercherò di trovare un po' di tempo nella prossima settimana. Se l'utente mi legge, mi aiuta a trovare delle fonti? Grazie,--Sentruper (msg) 21:21, 13 apr 2015 (CEST)[rispondi]

Ho letto tutto. C'è scritto che Carlo Alvano, giornalista pubblicista, è stato il primo italiano a registrare una testata giornalista online. Ho voluto verificare cominciando sempre da Wikipedia. Purtroppo tale affermazione non risulta vera. Nella voce Affaritaliani.it c'è scritto che la testata è stata registrata il 16 aprile 1996, quindi prima del notiziario di Alvano. Inoltre, nella stessa voce, viene riferito che ancora prima di «Affaritaliani.it» "sono stati pubblicati sul Web L'Unione Sarda, come compendio delle notizie più importanti già dal 31 luglio 1994, e in particolare, in forma completa e con cadenza giornaliera, il quotidiano Punto Informatico, nato sin dal 1995 come BBS e registrato come testata il 7 febbraio 1996".

Io cancello tutto il contributo. Anzi no: lo metto in un cassetto qui sotto. Su Wikipedia non si butta via niente!--Sentruper (msg) 11:31, 23 mag 2015 (CEST)[rispondi]

INTERNET GLOBAL REPORT di Carlo Alvano

Negli anni ’90 in Italia la comunicazione era entrata in recessione e la carta stampata procedeva a licenziamenti collettivi di intere redazioni. Fu allora che nacque in Carlo Alvano, un giornalista pubblicista dell’Ordine Regionale della Campania l’intuizione. Di sostituire carta, inchiostro e tipografie, che determinavano gli alti costi responsabili dei licenziamenti con la comunicazione telematica, mezzo diverso e più economico. Aprì negli U.S.A. uno spazio gratuito su di un server che si trovava a Washington all’indirizzo informatico http://www.geocities.com/CapitolHill/5728/NS/htm sul quale costruì il primo sito di un giornale on line denominato “INTERNET GLOBAL REPORT” ed il 22 febbraio 1997 chiese al Tribunale di Napoli di poter registrare la testata in qualità di “proprietario, editore e direttore responsabile” con sede in Napoli alla via Fragnito 60. Cinque giorni dopo il Sostituto Procuratore della Repubblica esprimeva parere contrario, sostenendo che «non appare sussistere alcuna norma espressa che consenta la registrazione di un giornale on line sulla rete internet», aggiungendo «che per aversi tale eventuale norma bisognerebbe fare esclusivo ricorso all’analogia ed alle norme che prevedono la registrazione di testate giornalistiche o radiotelevisive, ma non pare probabile tale analogia atteso anche il modo del tutto diverso di divulgazione delle notizie il cui accesso e diffusione è estremamente arduo e complesso».

Sulla scorta di tale parere il Giudice Delegato Dott. Lucio Capasso negò la registrazione poiché l’iniziativa non rientrava nel concetto di stampa della legge del 1948 n. 47, mancando il requisito ontologico delle riproduzioni tipografiche con l’inchiostro e dell’assenza di mezzi meccanici o fisico-chimici, nonché del requisito teleologico della destinazione alla pubblicazione. Oltretutto sollevò problemi in ordine alla competenza del Tribunale di Napoli a registrare un giornale edito a Washington. Con nota del 4 marzo 1997 l’editore insistette nelle domanda dichiarando che era rinvenibile il requisito dell’“inchiostro” poiché sarebbe stato sufficiente accendere una stampante precisando che volendo il giornale sarebbe stato stampato «anche su supporto cartaceo». Ma ciò non fu sufficiente e l’11 successivo il Giudice rigettò per la seconda volta la richiesta rilevando che un pubblicista non poteva assumere la carica di direttore di un quotidiano. Per superare tale difficoltà, il giorno dopo l’editore dichiarò che avrebbe limitata la pubblicazione a carattere periodico. Fu così che il 18 marzo 1997 la burocrazia si arrese ed ordinò la registrazione della prima testata on line “INTERNET GLOBAL REPORT” motivando che la competenza per territorio era determinata dalla località in cui si trovavano gli organi redazionali e non dal luogo in cui poteva avvenire materialmente la stampa e che la contemporanea presenza dei criteri ontologico e teleologico prevista dall’art. 1 delle legge 47/1948 è esclusa per le pubblicazioni realizzabili «mediante l’impiego delle moderne tecniche telematiche», sottolinenando che non esisteva un’espressa previsione nella disciplina del Registro Nazionale della Stampa (art.11 legge 416/1981) Riguardo invece alle finalità di diffusione di notizie piuttosto che riferirsi al sistema di veicolazione delle stesse e cioè allo strumento telematico, si sarebbe dovuto far ricorso all’applicazione analogica, così come già fatto per le testate giornalistiche televisive, ed in tal caso non sarebbe stata nemmeno ravvisabile la responsabilità penale ex art. 57 c.p., del Direttore della testata. Il Giudice concludeva rilevando una carenza di specifici referenti normativi nazionali e comunitari relativi ad internet, intesa quest’ultima come sistema internazionale che mette in relazione tra loro piccole e grandi rete telematiche, auspicando un intervento legislativo. La questione trovò larga eco su stampa e televisione, ed il dibattito fu molto ampio con l’intervento di Umberto Eco che tuonava “Giudici siamo all’anno 2000” e Repubblica che titolava “Caso giudiziario on line”. In un comunicato l’editore rappresentò che l'iniziativa nasceva dall'idea di fare informazione in maniera diversa per attuare una forma di contrasto all'editoria tradizionale concentrata in mano a gruppi di potere, dichiarando: «la polemica sulle spartizioni delle reti TV non si è ancora sopita che è già iniziata la corsa ai satelliti. Informazione è la forza del potere, il modo di indirizzare le masse, di costruire opinioni e se non corretta si presta a storture. La prima cosa che si è messa a tacere in Albania. Il primo obiettivo militare in caso di sommosse. Ma cosa succede se il rapporto si capovolge? In un mondo in cui è sempre più vicina la globalizzazione del mondo virtuale, i mezzi di comunicazione sono ormai alla portata di tutti. Giornalisti esclusi dalle redazioni per le loro idee politiche, disoccupati dell'editoria, giovani con idee buone ma senza mezzi né opportunità, è il loro momento, basta andare in Internet e diffonderle, la spesa è minima e non occorrono spazi, tipografie, complesse reti telefoniche. L'hard disk anche di un minicomputer sfocia notizie a 28.800 bit per secondo: ci vuole più tempo per leggere che per costruire la notizia». Fu così che il 18 marzo si festeggia la nascita dell’editoria on line in Italia che nel 2015 è divenuta maggiorenne.

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