Discussione:Domotica/Archivio 2

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Le discussioni fino ad otto ottobre 2007 sono state archiviate qui--Vito You bought yourself another chance 15:21, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Vedo che la voce è stata bloccata. Ho guardato le ultime modifiche e non ho trovato sostanziali differenze. Anche la discussione è un po' incasinata. Potete fare un riassunto sintetico qua sotto delle principali questioni controverse e dei 2 (o +) vostri POV in modo che altri possano inserirsi e cercare di dipanare la matassa? grazie :) Ovviamente vuol dire che mi candido x provare a risolvere la matassa, e visto che non vi "wikiconosco" forse è la cosa migliore. ;) -- Scriban 13:48, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Credo che un buon sunto possa essere considerato il paragrafo "Per i posteri invito a leggere richieste admin". A mio avviso sarebbe molto meglio leggere però l'intera discussione, e magari confrontarla con la cronologia. Lo so che ci vuole un po' di pazienza, ma non è poi così incasinata, dopo tutto... ;-)--Stemby 14:14, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Stemby, tu sei quello che ha messo i punti rientrati mentre Luigi è quello coi punti più esterni? Guarda che se tu mi obblighi a leggere tutta la discu e tutta la cronologia io ti sparo altre 3 voci con altrettante discussioni e cronologie + 2 voci in bozza (e relative crono) + 3 segnalazioni di problematicità da leggerti x dare un giudizio su un'altra questione in cui io sono coinvolto... giusto x ricambiarmi il favore. ;)
Luigi, ritieni anche tu che "Per i posteri invito a leggere richieste admin" sia un buon riassunto abbastanza NPOV x farsi un'idea della vostra diatriba?
E marcoK chi è? che c'entra?ho capito da solo
Cerchiamo di fare chiarezza e far capire a tutti quali sono i termini principali del problema, altrimenti non si conclude nulla. grazie :) -- Scriban 14:38, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Ho letto il paragrafo suggerito... Scusate ma NON parla del problema nel merito ma dei vostri litigi. Il problema è la definizione etimologica? Se ce ne sono altri, per favore link alle modifiche in cronologia che volete discutere. -- Scriban 14:48, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Il paragrafo "incipit" riassume i punti "caldi". Sono però argomentati nei paragrafi precedenti. Nel bar ho scritto qualcosa a riguardo. I paragrafi in cui si argomenta sui contenuti (e non sulle scorrettezze compiute) sono: "Derivazione del termine Domotica", "Un sintetico incipit - da aggiornare" (tenendo predente che la prima parte, fino alla linea delimitatrice, in realtà è l'ultima in ordine cronologico) e "Home automation = Domotica". Purtroppo, per farsi un'idea completa, direi che sarebbero proprio da leggere--Stemby 14:50, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Allora: vediamo di trovare una soluzione per ogni punto controverso.

  1. Etimologia. Credo di averne già parlato abbondantemente. In questo momento nella voce risulta questo: «Il termine "domotica" è difatti un neologismo derivante dalla contrazione della parola latina domus (casa, abitazione) unita al sostantivo "automatica" (o, secondo alcuni, ad "informatica" o a "robotica"), quindi significa "scienza dell'automazione delle abitazioni"». Premettendo che, come ho già detto, non ho trovato la parola inserita in alcun dizionario (e quindi probabilmente non esiste una vera fonte primaria autorevole), questo è ciò che si trova ovunque in giro per il web. Provare per credere: inserite in Google "domotica domus automatica" e vedrete ciò che viene fuori. A questo punto, visto che secondo me in questo caso è importante riportare l'etimologia della parola, bisogna semmai trovare una fonte primaria autorevole per contestare questa interpretazione. Ovviamente se un utente trova un riferimento in un dizionario, è caldamente invitato a fare una nota.
  2. Concetto di antropizzazione: è tuttora presente nella voce: «è la disciplina che si occupa di studiare le tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nella casa (e più in generale degli ambienti antropizzati)»
  3. Il comportamento di quelli che hanno preso la voce di wikipedia e l'hanno copiata senza rispettare la licenza GNU FDL non è di sicuro da considerarsi come un modello virtuoso. Interessante che il depliant del politecnico, seppure si sia ampiamente ispirato al vecchio incipit, abbia subito focalizzato l'attenzione sul concetto di automazione
  4. "Domotica": uguale o diverso a "Home automation"? Come ho già detto, non ho trovato un solo documento che mi faccia ritenere le due espressioni differenti tra loro. Al contrario si trovano sul web le 2 espressioni usate indifferentemente. Indicate eventualmente delle fonti e discutiamone

Bene: a questo punto discutiamo su ciò che va e ciò che non va, anche su eventuali altri punti--Stemby 12:52, 1 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Visto che non si riesce ad arrivare ad una posizione condivisa, chiedo agli amministratori di bloccare la voce alla versione sbagliata--Stemby 15:32, 3 ott 2007 (CEST)[rispondi]

1. Etimologia[modifica wikitesto]

Hai abbondantemente parlato, ma dove sono le dimostrazioni? Per ora tutto quello che dici è solo la tua opinione, discutiamo sulle fonti e da dove le fonti hanno preso le loro notizie piuttosto, cioè per l'etimologia ci vuole uno studio, non bastano altri testi che ne citano una copiata da altri testi, altrimenti sicuramente dovremmo scrivere che deriva dal francese, perchè l'ha scritta uno - questa cosa - e l'hanno copiata in 10'000, ma nessuno mi dimostra che è così, nemmeno i testi che ho letto fino ad ora e che poco a poco sto introducendo nella bibliografia. Se non c'è uno studio per ogni cosa, come facciamo? Discutiamo con argomentazioni non con definizioni finali. (questa è una risposta globale, dovuta alla mancanza - nell'immediatezza - di tempo, proseguo il discorso puntale appena possibile). --(scrivimi)Luigi Caruso 09:58, 2 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Le dimostrazioni sono nei fatti. Capisco che le mie argomentazioni sono se vogliamo un po' deboli, che sarebbe molto più facile aprire un dizionario e copiarne l'etimologia, ma da qualche parte bisogna pur partire. Quello che dico è appunto: bisogna dimostrare il contrario. Io ho chiarito che non si tratta di una mia riflessione personale, che è ciò che si trova ovunque, e che quindi la voce è in regola con le linee guida di wikipedia. Inoltre ho chiarito che si tratta di una etimologia più che probabile, visto che non ci sono etimologie alternative che stiano in piedi (come ti ho già detto: proponine una e vediamo se sia ragionevole). E' inutile aggiungere altre parole, visto che siamo ad un punto morto: aspettiamo l'intervento di qualcun altro e vediamo se arriviamo ad una soluzione condivisa. Che si tratti di un neologismo, almeno fin qui siamo d'accordo?--Stemby 10:45, 2 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Questa pagina di discussione - adesso - é più consona, scusate se nel frattempo - contemporaneamente - proseguo anche la mia polemica, perchè secondo me è costruttivo trovare un modo di discutere migliore.
<<Le dimostrazioni sono nei fatti ...>> e non argomentare vuol dire non dire a quali fatti ti riferisci, da riportare o indicare con un link o riportare brevemente come esempio. Magari adesso lo stai facendo con le info dei dizionari, l'iportante è capire che lo stai facendo ora. Poi secondo me si deve lavorare sulle fonti e sulla logica, i fatti non so cosa sono per te.
<<... Io ho chiarito che non si tratta di una mia riflessione personale, che è ciò che si trova ovunque, e che quindi la voce è in regola con le linee guida di wikipedia ...>> cosa vuol dire ovunque, argomentare non significa che ci dobbiamo fidare di te. Secondo me non ci dobbiamo fidare nemmeno di una fonte qualsiasi, fonti che sono grosse istituzioni possono anche commettere errori, vedi due dizionari che dicono due cose diverse di una voce, anche nell'etimologia di domotica. Non so a voi, ma a me piacerebbe veramente sapere chi è il primo che ha detto che il termine deriva dal francese e sopratutto da dove lo ha tirato fuori.
Ho letto una frase di qualcuno in cui si dice che non è costruttivo discutere sulle cose del litigio ma lo si deve fare sui contenuti della voce; vero, sono quasi daccordo; tuttavia rimane una questione importante, diciamo l'unica su cui non riesco a passarci sopra: perchè qualcuno può modificare una voce senza discuterne nella pagina di discussione e qualche altro non lo può fare? Io c'ero nella pagina di discussione, non mi è stato dato il tempo di discutere! Non mi è stata data la possibilità di ripristinare come era prima e discutere le modifiche! Io devo ancora capire perchè sono io il vandalo! --(scrivimi)Luigi Caruso 16:28, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Ci rinuncio... avevo scritto "le dimostrazioni sono nei fatti" per non ripetere quello che avevo già abbondantemente argomentato prima (ad esempio: rileggiti "Derivazione del termine Domotica", ci troverai anche alcuni link). L'unica cosa che mancava era la conferma di un dizionario. L'ho trovata? Sì, anzi, ne ho trovate 3 (o 4 considerando anche il libro che hai messo in bibliografia). Tu al contrario non avevi fornito uno straccio di prova riguardo la tua strampalata teoria di "scienza che migliora la qualità della vita degli esseri viventi (sfido io: è ben dura migliorare la qualità della vita degli esseri non viventi) non si sa bene in che modo". Ma che razza di definizione è questa? Ma ti rendi conto di cosa vuoi difendere? E guarda che non bisogna mica aprire una discussione per ogni parola che si cambia! La maggioranza delle voci si evolve senza problemi con la pagina di discussione completamente linda!

La vogliamo smettere, ora?--Stemby 17:32, 4 ott 2007 (CEST) Si, si, certo; certo! --(scrivimi)Luigi Caruso 18:10, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]


Trovata la prima conferma ufficiale: secondo il Devoto-Oli del 2003 la parola "domotica" significa "L'applicazione dell'informatica e dell'elettronica all'abitazione (comp. del latino domus "casa" e (informa)tica)". Partiamo da qui per migliorare la voce, senza fare un salto indietro pauroso.--Stemby 14:22, 3 ott 2007 (CEST)[rispondi]
La versione cd-rom riporta:<do-mò-ti-ca> s.f. L’applicazione dell’informatica e dell’elettronica alla gestione dell’abitazione. Comp. del lat. domus ‘casa’ e (informa)tica | 1988 singolare plurale
  • singolare domotica
  • plurale domotiche
Seconda conferma (Zingarelli 2002):
  • domotica [comp. del lat. domus ‘casa’ e di (informa)tica; 1992]
  • s. f. Scienza che si occupa delle applicazioni dell'informatica e dell'elettronica all'abitazione.--Stemby 15:20, 3 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Terzo riscontro: il dizionario Utet pubblicato da Repubblica parla di settore tecnologico che si occupa di elettronica ed informatica in ambito abitativo termine nato da domus ed informatique--Stemby 15:30, 3 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Per completezza riporto anche un link dove, nel paragrafo "Verso la domotica possibile", è spiegata l'origine del termine (è la spiegazione più completa che abbia trovato fin ora). Mi rendo conto che un sito web sia intrinsecamente meno autorevole di un dizionario, ma può essere comunque considerato un'integrazione. Peraltro, in questo caso si tratta di stralci presi da un libro inserito in bibliografia proprio da Luigik--Stemby 16:10, 3 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Alla luce del ritrovamento di documenti a questo punto difficilmente contestabili (o meglio, contestabili unicamente fornendo della documentazione per lo meno altrettanto ampia, diffusa ed autorevole) direi di ragionare sulla seguente frase:

  • «Il termine "domotica" è difatti un neologismo derivante dalla contrazione della parola latina domus (casa, abitazione) unita al sostantivo "automatica" (o, secondo alcuni, ad "informatica" o a "robotica"), quindi significa "scienza dell'automazione delle abitazioni"»

che risulta non del tutto corretta. Direi di sostituirla con

  • «Il termine "domotica" è difatti un neologismo derivante dalla contrazione della parola latina domus (casa, abitazione) unita al sostantivo "informatica" (o, secondo alcuni, "robotica"); "informatica" è a sua volta un termine composto derivante da "informazione" + "automatica". Il termine indica quindi il settore tecnologico che si occupa dell'applicazione dell'informatica e dell'elettronica alle abitazioni"»

Può andare?

Da valutare anche se e come inserire l'ipotesi di italianizzazione di un termine francese--Stemby 17:44, 3 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Piccolo dettaglio: il termine è domotica, non domatica. Quindi è difficile che derivi da "contrazioni" (sic) con parole come informatica o automatica. Penso proprio che il modello per il secondo elemento del composto sia robotica (qui il termine primario, robot ha già la o: il suffisso è solo ica). (tra l'altro, i robot sono la cosa che più colpisce l'immaginazione di chi pensa all'automatizzazione della casa). Credo che da un punto di vista linguistico sia più adeguata una descrizione (attenzione: NON un'etimologia) tipo: "Dal punto di vista linguistico, domotica è una parola composta in cui si riconosce un primo elemento che rimanda a lat. domus, gr. domos "casa" e un secondo elemento che rimanda probabilmente a robotica, e si inserisce nella serie di neologismi di ambito tecnologico come informatica ecc. (a loro volta creati sulla base di formazioni come patristica, scolastica, berberistica, ecc. per indicare vasti ambiti di studio)." Quanto alla etimologia, data la storia ancora breve del termine, temo che difficilmente ci saranno fonti primarie che ce ne informino. A occhio direi anch'io che si tratta di un'origine francese, perché di solito sono loro che non adottano tale e quale il termine inglese ma creano neologismi (noi italiani tendiamo a tenerci il termine inglese senza spremerci le meningi per trovare un corrispettivo). Ma scientificamente la cosa andrebbe provata con studi precisi sui testi che impiegano per la prima volta il termine in Italia e in Francia. Per cui direi di lasciar perdere una "etimologia" che sarebbe per forza di cose una ricerca originale. --Vermondo 18:06, 3 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Guarda, sono piuttosto d'accordo con te (allora non sono l'unico su questo pianeta a pensarla in questo modo), tanto è vero che (da quanto ho letto in giro sul web), gli anglofoni tendono a far risalire "domotics" proprio a "domus" + "robotics". Il problema è che i dizionari sono unanimi a considerarla l'unione di "domus" + "informatica"... che si fa? Tieni presente anche che in Italia (vedasi link agli stralci del libro qui sopra) sembra si sia diffuso inizialmente il termine "domotronica" (immagino da "domus" + "elettronica"), oggi totalmente estinto, e solo in un secondo momento si sia deciso di tradurre il termine francese "domotique". Sul web sembra per "domotique" prevalere l'interpretazione domus + automatique. Insomma: un bel casino. L'unica cosa certa è che sia una parola composta e che significhi in sostanza "automazione domestica". Sono comunque molto contento che finalmente altri intervengano in questa voce--Stemby 18:22, 3 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Come dicevo già al bar il mio dizionario nuovo dell'utet (il vecchio è il Palazzi e non c'è niente ovviamente) indica che il termine è di origine francese e deriva dall'unione di domus e automatique, a questo punto si potrebbero indicare tutte e due le tesi magari usando una formula del tipo (ovviamente da sistemare) dal francese domus + automatique, secondo alcuni il termine deriverebbe dall'inglese ... cioè indicare tutte le tesi dando più spazio a quella francese che mi pare la più comune --Vito You bought yourself another chance 18:29, 3 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Il termine non può derivare dall'inglese, negli USA fino a poco tempo fa si usava il termine <<Smart Home>> recentemente - siccome la domotica ha assunto un significato più allargato anche da loro - le riviste specializzate hanno iniziato ad adottare il nuovo termine <<domotics>> che loro stessi dichiarano di derivazione europea esempio [1]. D'altronde la domotica è iniziata in Italia, ma non sono riuscito a trovare ancora una fonte, lo dico solo così. --(scrivimi)Luigi Caruso 16:51, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Credo anch'io che sia così: credo proprio che domotics sia una traduzione anch'essa di domotique (per adeguarsi al fatto che in tutto il resto del mondo si utilizzava un nome analogo). Guardate come si chiamano le voci corrispettive nelle altre wikipedie: solo quella inglese usa "home automation". Aggiungo per completezza: "Domotics" è un redirect a "Home automation", così come "Smart home".--Stemby 20:15, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Sono daccordo su <<Piccolo dettaglio: il termine è domotica, non domatica. Quindi è difficile che derivi da "contrazioni" (sic) con parole come informatica o automatica. Penso proprio che il modello per il secondo elemento del composto sia robotica (qui il termine primario, robot ha già la o: il suffisso è solo ica).>> ma vorrei puntualizzare quanto scivo qui Discussione:Domotica#2._Significato_del_termine Domotica--(scrivimi)Luigi Caruso 17:21, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Io trovo che domus automatique sia un'ipotesi valida, tenendo presente che automatique si pronuncia otò-matìc (c'è una sorta di accento sulla o, inoltre lo stesso dittongo "au" è in pratica una "o" chiusa). Oltre a essere la più diffusa. Comunque i dizionari, l'unica base solida che abbiamo per arrivare ad una definizione chiara e condivisa, fanno derivare da informatique (che in ogni caso deriva a sua volta da automatique). Insomma, che si fa?--Stemby 20:15, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Spero che non siamo rimasti ancora da soli!
Tuttavia tra qui e il bar mi pare che ci sia qualcuno contrario a farlo derivare dal francese, anche io non ne vedo assolutamente un motivo valido, sono cioè daccordo con Utente:Scriban <<...domus è latino. Informatica, robotica o elettronica sono italiano o ormai italianizzate. Quindi latino + italiano...>> quindi visto che le fonti sono contrastanti, tenderei ad accettare la versione del dizionario Devoto–Oli e dello Zingarelli che non accennano al francese - almeno fino a che non si trova qualche scusa simile a quella inserita nella voce Informatica e tenendo presente che anche per Informatica <<ai tempi, l'unica sede della IBM in Europa era in Italia>>.
PS A fare i pignoli dalle notizie che abbiamo i dizionari non ci stanno dando indicazioni esatte per l'etimologia, ma solo per il significato. Nei dizionari etimologici che ho consultato - anche del 2007 - non c'è traccia della voce domotica. --(scrivimi)Luigi Caruso 09:32, 5 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Sono d'accordo (si avvicina la fine del mondo?). L'etimologia vera e propria, se vogliamo, è un problema da dizionario, e non da encilopedia (nulla vieta al limite di approfondire questi aspetti, eventualmente, in un secondo/terzo/quarto tempo). L'importante è che sia chiaro che si tratta di un'applicazione dell'elettronica/informatica/robotica all'abitazione (come i dizionari, il testo citato in bibliografia e la presentazione del master ad Urbino umanimamente affermano). Insomma: l'automazione come carattere immanente della domotica (questo concetto, espresso in questo modo, mi sembra molto molto enciclopedico)--Stemby 12:25, 5 ott 2007 (CEST)[rispondi]

2. Significato del termine Domotica[modifica wikitesto]

Il significato che esce dallo studio etimologico non necessariamente determina il significato della voce, potrebbe essere il significato originario come potrebbe non avere neanche attinenza. --(scrivimi)Luigi Caruso 17:21, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Al di là della descrizione ;-) della parola (che comunque non credo che si possa ignorare), le definizioni riportate dai dizionari non mi sembra che si discostino molto dal significato delle due parole costituenti, qualsiasi sia la seconda parola: se è informatica, un processore che automatizza e controlla i processi; idem per un robot, il cui cervello è comunque un processore. Insomma: non ci sono che conferme in questa direzione--Stemby 20:21, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Non conosco il significato originario, ma la Domotica è nata come integrazione di sistemi ci sono molte definizioni es [2] successivamente, a partire dall'introduzione del controllo climatico, ma se ci riflettiamo potrebbe essere un lato della medaglia, invece ha prevalso il concetto di comfort es [3] di migliorare il comfort=migliorare la qualità della vita con l'informatica, l'elettronica, ma è meglio dire con la tecnologia.

Comfort e qualità della vita non sono sinonimi, anzi! Uno può vivere nel lusso più sfrenato e avere una bassa qualità della vita. Pensa, al contrario, alla gioia che sa trasmettere ad esempio un francescano, che ha fatto voto di povertà, e che quindi ha rinunciato al grosso dei comfort a cui siamo abituati: la sua qualità della vita è senza dubbio molto più alta della maggior parte delle nostre.--Stemby 18:17, 8 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Perchè per me le fibre ottiche che portano la luce del sole dal tetto al soffitto di una stanza esposta a nord è domotica; perchè è miglioramento del comfort con l'uso della tecnologia.

Credo che tu sia l'unico al mondo a considerare questo un problema di domotica: a mio avviso è un banale problema di ingegneria edile. Allora consideriamo domotica l'uso dei vetri doppi (e sì, il comfort migliora nettamente, inoltre si risparmia energia!) o i forati al posto dei mattoni pieni... insomma, più o meno tutto diventa domotica.--Stemby 19:19, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Vedi è appunto questo che non riesco a farti capire, tu dici di essere in compagnia, poi recuperi al bar Wikipedia:Bar/Discussioni/Avete_un_dizionario_recente_di_italiano?persone disposte a discutere sulla domotica, queste non sono argomentazioni, il fatto invece che se in architettura c'è una master di domotica e in questo master si insegna quello che hai detto sopra pensando di fare lo spiritoso, mentre in elettronica c'è un master di domotica che insegna l'intelligenza distribuita, i bus, l'integrazione dei sistemi - queste sono argomentazioni e questa è la domotica, non quello che decidi tu!
Inoltre secondo me, sopratutto in mancanza di altra fonte aggiornata - i programmi dei master universitari costituiscono una fonte primaria a tutti gli effetti, oppure hai una clausola di wiki da farmi leggere che dice il contrario? --(scrivimi)Luigi Caruso 09:42, 5 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Sarò stupido io, ma sinceramente non riesco a trovare risconti in quello che dici: indicami qui quale sarebbe questo corso. Io vedo solo che l'intero master è tutto incentrato attorno al concetto di edificio intelligente, come si capisce bene anche leggendo la presentazione: a casa mia, un edificio può essere "intelligente" (si fa per dire) solo se c'è un elaboratore a monte di tutto. Per quello di Roma (nella cui definizione, "Automazione e comfort degli edifici residenziali e terziari", non compare la parola "domotica", anche se in sostanza indica quello) non ho trovato il piano di studi (ammetto di non averlo cercato molto intensamente), qui non c'è un link (o per lo meno non l'ho visto). Saresti così gentile da indicarmelo?--Stemby 12:17, 5 ott 2007 (CEST)[rispondi]

3. Antropizzazione[modifica wikitesto]

Sul concetto di "Antropico" non so se c'è qualcuno che non è daccordo, effettivamente l'ho introdotto io, perchè mi sembrava più enciclopedico e più generale, ma introduce - secondo me bene - il concetto che ormai la domotica non è più riferibile solo alla casa, perchè essendo integrazione e comfort interviene in ogni ambiente, in passato ho fatto riferimento all'abitacolo di un qualsiasi mezzo esempio un'automobile, in questo momento non ho tempo per indicare fonti, comunque basta vedere cosa insegnano in questi master universitari di domotica, ci sono molte cose che non hanno attinenza con la casa ma hanno sempre attinenza con ambienti costruiti o manipolati dall'uomo (antropizzazione). --(scrivimi)Luigi Caruso 18:08, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]

A me sembra superfluo, e tenderei infatti a tagliare giri di parole abbastanza inutili che sono tuttora presenti nella definizione. Comunque, visto che tenevi molto a sottolineare il fatto che la stessa tecnologia si può esportare anche su barche, camper, ecc., è stata mantenuta e credo che possa appunto essere considerata come una aggiunta esplicativa (infatti è tra parentesi): insomma, mi sembra che vada più che bene, infatti non ho capito perché ti eri lamentato--Stemby 18:35, 4 ott 2007 (CEST) Si, si; Certo certo. --(scrivimi)Luigi Caruso 09:43, 5 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Ripensandoci, "ambiente antropizzato" non si addice a ciò di cui stiamo discutendo: qualsiasi luogo in cui l'uomo sia intervenuto è un ambiente antropizzato. In pratica oggigiorno è alquanto improbabile trovare un ambiente "non antropizzato", anche un bosco è un ambiente antropizzato! L'espressione più corretta nel nostro caso è quindi, a mio avviso, "ambiente abitato": deve esserci necessariamente insito il concetto di "casa", altrimenti non può andare bene. In effetti il camper, la barca, ecc. diventano per noi a tutti gli effetti una "casa", anche l'automobile, se vuoi, diventa sempre più una specie di "piccola casa".--Stemby 17:54, 8 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Non sono daccordo, inoltre ti consiglio di dare un'occhio al significato di Antropizzazione inserito in wiki con il mio contributo. Il Giardino di casa - che non può essere considerato propriamente casa - contiene Domotica nell'irrigazione e nell'illuminazione, nel riscaldamento antighiaccio dei vialetti. E' però un ambiente antropico. --(scrivimi)Luigi Caruso 18:16, 8 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Il giardino di casa è invece, per l'appunto, parte della casa (come la cantina, la terrazza, la taverna, il portico, il garage, ecc.). La voce che hai linkato conferma proprio la mia riflessione di qui sopra: "antropizzato" è troppo ampio come concetto.--Stemby 10:44, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]

4. Domotica = "Home automation"?[modifica wikitesto]

L'automazione oggetto di studio privilegiato non è "oggi" però più identificabile con la domotica come indicato es in Massimo Capolla, "Progettare la domotica", Maggioli Ed., 2004. <<...la domotica non coincide con i sistemi di automazione e telecontrollo ma deve essere concepita mediante gli studi che tendono ad integrare, tali sistemi, nell'abitare.>> Cioè che senso ha una disciplina che si identifica nell'automazione di qualcosa? Automazione fine a se stessa!

Nell'ambito universitario la domotica viene vista in ogni disciplina secondo la propria cultura, in architettura come integrazione e comfort, in elettronica invece come automazione. --(scrivimi)Luigi Caruso 18:00, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Non ti seguo molto... dov'è che trovi incoerente quello che stai dicendo con la definizione attuale presente nell'incipit? Tra parentesi: la vecchia definizione non parlava di integrazione di sistemi, a dire il vero non parlava di un bel niente, per l'appunto non era una definizione! Aggiungo: in "domotica" c'è dentro anche domus, altrimenti si parla di un'altra disciplina (che esiste e dunque non è affatto assurda), e che si chiama automatica--Stemby 18:10, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Ma non dovevamo vederci più? Ops rettifico, ma non dovevamo smettere di polemizzare? Comunque visto che hai iniziato tu, inizia a rispondermi con le differenze tra il vecchi incipit e quello nuovo riporto vecchio:

<<

La domotica è la disciplina che si occupa di studiare le tecnologie, atte a migliorare la qualità della vita degli esseri viventi, negli ambienti antropizzati. Questa disciplina è nata nel corso della Terza Rivoluzione Industriale.

Il termine "domotica" deriva della parola latina domus - casa, abitazione.

La domotica deve studiare, trovare strumenti e strategie per:

  • Migliorare la qualità della vita (per prima degli uomini ma non solo) — tra loro per primi quelli minori, anziani o disabili;
  • Migliorare la sicurezza sotto tutti i punti di vista — e quindi anche misurare, ridurre e se possibile eliminare effetti dannosi derivati dagli strumenti e dalle tecnologie che utilizziamo;
  • Risparmiare energia — partendo dalla riduzione degli sprechi e proseguendo nella riduzione dei consumi;
  • Semplificare la progettazione, l’istallazione, la manutenzione e l’utilizzo della tecnologia — e quindi ancora ridurre i costi;
  • Convertire i vecchi ambienti e i vecchi impianti secondo questa nuova visione che è quella del futuro.

La domotica ha come oggetto di studio privilegiato l’home automation (automazione della casa), una scienza che studia particolari sistemi per automatizzare l’abitazione e facilitare l’adempimento di molte azioni che di solito si svolgono in casa.

La domotica svolge un ruolo importante nel rendere intelligenti apparecchiature, impianti e sistemi. Ad esempio un impianto elettrico intelligente può autoregolare l'accensione degli elettrodomestici per non superare la soglia che farebbe scattare il contatore.

Con casa intelligente si indica un ambiente domestico opportunamente progettato e tecnologicamente attrezzato al fine di rendere più agevoli le attività all’interno dell’abitazione (quali accensione luci, attivazione e comando elettrodomestici, gestione climatizzazione, apertura di porte e finestre, ecc.) di aumentarne la sicurezza (controllo anti-intrusione, fughe di gas, incendi, allagamenti, ecc.) e di consentire la connessione a distanza con servizi di assistenza (tele-soccorso, tele-assistenza, tele-monitoraggio, ecc.).

Ad un livello superiore si parla di building automation o automazione degli edifici. L’edificio intelligente, con il supporto delle nuove tecnologie, permette la gestione coordinata, integrata e computerizzata degli impianti tecnologici (climatizzazione, distribuzione acqua, gas ed energia, impianti di sicurezza), delle reti informatiche e delle reti di comunicazione, allo scopo di migliorare la flessibilità di gestione, il comfort, la sicurezza, il risparmio energetico degli immobili e per migliorare la qualità dell’abitare e del lavorare all’interno degli edifici.

>>

nuovo

<<

La domotica, detta anche (seguendo la definizione inglese) home automation, è la disciplina che si occupa di studiare le tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nella casa (e più in generale negli ambienti antropizzati) grazie all'automazione ed il controllo di processi ripetitivi oppure poco performanti e all'integrazione dei sistemi. Il termine "domotica" è difatti un neologismo derivante dalla contrazione della parola latina domus (casa, abitazione) unita al sostantivo "automatica" (o, secondo alcuni, ad "informatica" o a "robotica"), quindi significa "scienza dell'automazione delle abitazioni". Ha dunque come oggetto di studio privilegiato proprio l'automazione della casa. Tutto ciò si ottiene utilizzando intensamente elettronica ed informatica.

Questa disciplina è nata nel corso della terza rivoluzione industriale.

La domotica deve studiare, trovare strumenti e strategie per:

  • migliorare la qualità della vita;
  • migliorare la sicurezza sotto tutti i punti di vista;
  • risparmiare energia;
  • semplificare la progettazione, l'installazione, la manutenzione e l'utilizzo della tecnologia;
  • ridurre i costi di gestione;
  • convertire i vecchi ambienti e i vecchi impianti.

La domotica svolge un ruolo importante nel rendere intelligenti apparecchiature, impianti e sistemi. Ad esempio un impianto elettrico intelligente può autoregolare l'accensione degli elettrodomestici per non superare la soglia che farebbe scattare il contatore.

Con "casa intelligente" si indica un ambiente domestico opportunamente progettato e tecnologicamente attrezzato al fine di rendere più agevoli le attività all'interno dell'abitazione (quali accensione luci, attivazione e comando elettrodomestici, gestione climatizzazione, apertura di porte e finestre, ecc.) di aumentarne la sicurezza (controllo anti-intrusione, fughe di gas, incendi, allagamenti, ecc.) e di consentire la connessione a distanza con servizi di assistenza (tele-soccorso, tele-assistenza, tele-monitoraggio, ecc.).

Ad un livello superiore si parla di "building automation" o "automazione degli edifici". L'edificio intelligente, con il supporto delle nuove tecnologie, permette la gestione coordinata, integrata e computerizzata degli impianti tecnologici (climatizzazione, distribuzione acqua, gas ed energia, impianti di sicurezza), delle reti informatiche e delle reti di comunicazione, allo scopo di migliorare la flessibilità di gestione, il comfort, la sicurezza, il risparmio energetico degli immobili e per migliorare la qualità dell'abitare e del lavorare all'interno degli edifici.

>>

Qualcuno mi spiega perchè è stata sostituita? --(scrivimi)Luigi Caruso 18:23, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Per migliorarla? P.S. C'è ancora molto da fare!--Stemby 18:47, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Si, si; Certo, certo. Se si decide di tenere l'incipit nuovo, propongo appena terminato di fare una bella revisione di italiano!!!

Storia della Domotica[modifica wikitesto]

In una cosa che leggo nella voce en.wiki di domotica sono molto daccordo, la trovate nella pagina di discussione, ma giace inascoltata, la richiesta di dedicare del tempo per redigere la storia della domotica. Anche qui purtroppo direi che abbiamo ancora problemi, perchè le fonti non ci sono. O meglio potremmo considerare come fonti tutti gli articoli dell'argomento che si sono susseguiti - man mano e sempre di più - dal 1980 circa ad oggi nelle riviste specializzate di impiantistica però datemi il tempo di cercarle perchè le mie copie sono andate perse.

Comunque visto che siamo nella pagina di discussione voglio portare la mia esperienza, intorno al 1980 mi occupavo di sistemi di sicurezza e impianti elettrici. In italia fino ad allora si erano viste solo centraline "a levetta", per i non esperti, le chiavi degli antifurti erano a serratura meccanica e per escludere alcuni sensori si utilizzavano dei deviatori a levetta. L'azienda con cui collaboravo - per prima in Italia/Francia/Germania - iniziò ad importare le prime centaline a microprocessore - provenienti dall'inghilterra (ma di progettisti italiani).

Fin dalle prime istallazioni ci fu richiesto di poter pilotare le luci dalla centralina antifurto, fu difficile convincere il produttore inglese ad effettuare modifiche al firmware per implementare tali funzioni, ma ci riuscimmo!

Non ho la minima idea di cosa avessero fatto gli altri prima - che comunque c'erano, non eravamo i soli - non ho neanche la presunzione di affermare che noi siamo stati i primi, tuttavia con buona probabilità posso affermare che Inghilterra, Francia e Germania non sono arrivati dopo e non sono stati primi neanche dopo, perchè il discorso si è poi diviso in canada - ma riguardava megacentrali con filosofia USA.

Continuo appena ho altro tempo.

--Luigi Caruso(scrivimi) 12:29, 18 set 2007 (CEST)[rispondi]

Ci spieghi l'utilità di questo paragrafo (oltre a quella di appesantire i browser)? Queste cose le puoi mettere sul tuo blog (punti 4, 5 e 6) o al limite sono tollerate nella tua pagina personale. Si evince che non hai capito il ruolo della pagina di discussione: se hai da aggiungere qualcosa alla voce, aggiungila (in questo momento devi pazientare), non è che lo devi comunicare al mondo intero che stai pensando di aggiungere un paragrafo in wikipedia! E delle tue vicende personali non credo che freghi molto ad alcuno... ricordati infatti che le ricerche originali non sono ammesse--Stemby 17:55, 4 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Il mondo è bello perchè è vario, sto facendo una ricerca di fonti, in realtà non solo per wiki ma da sempre - per la domotica - quindi nella speranza che altri lo facciano penso sia bene che tutti quelli che possono scrivano aneddoti, per creare spunti di ricerca fonti e di discussione. Inoltre questo paragrafo è a tutti gli effetti un incitamento a discutere e poi scrivere la storia della domotica nella voce. --(scrivimi)Luigi Caruso 09:53, 5 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Ripeto: questo non è il luogo adatto (la stessa cosa la vedrei molto bene, al contrario, su un blog). L'unica ragione per aprire una discussione del genere è nel caso in cui tu non fossi sicuro della pertinenza di tale paragrafo all'interno della voce, allora dovresti scrivere:
"Sulla en:wiki (link) ho visto che si parla di questo argomento. Non sono sicuro che sia pertinente, cosa ne pensate? Se credete che possa essere aggiunto me ne occuperei volentieri.--Firma."
Punto. Ecco, al limite si potrebbe aggiungere:
"Il problema è che non ho trovato fonti a riguardo: non è che sapete indicarmene qualcuna?"
Insomma: tre righe al massimo. Chiaro il concetto?--Stemby 12:46, 5 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Per favore smettila di polemizzare ma sopratutto spettila di fare il maestrino. --(scrivimi)Luigi Caruso 18:10, 8 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Da che pulpito! Chi è che andava in giro a mettere avvisi stile admin nelle pagine di discussione degli utenti? Smettiamola, per favore.--Stemby 10:37, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Proposte di incipit[modifica wikitesto]

Proposta 1[modifica wikitesto]

Ho letto la versione di luigi e di stemby senza badare a chi ha scritto cosa e propongo una mia versione. Spero che accontenti/scontenti tutti ;)

La domotica è una disciplina relativamente nuova che si occupa dell'integrazione degli impianti e della semplificazione di procedure ripetitive collegate alla vivibilità degli ambienti interni. Nella fattispecie vengono studiati e posti in relazione il comfort (luminoso, termico...), la sicurezza, la funzionalità/fruibilità degli ambienti abitati, mediante l'adozione di tecnologie "intelligenti" applicate ai classici impianti tipici degli edifici. Etimologicamente, è evidente la derivazione dal termine latino "domus" (=casa): inoltre, per i motivi detti, vengono spesso associati alla domotica anche i termini "automazione" (building/home automation), "robotica", "informatica" o "elettronica". Gli impianti di un "edificio domotico" sono caratterizzati dalla loro interconnessione "intelligente" mediante un bus: sensori, attuatori e comandi interagiscono quindi fra loro mediante una logica stabilita a priori o dall'occupante dei locali. Ad esempio un unico comando può spegnere tutte le luci, abbassare le tapparelle, ridurre la temperatura del riscaldamento ed attivare l'antifurto, semplificando così i compiti dell'uomo. -- Scriban 11:25, 5 ott 2007 (CEST)[rispondi]

A grandi linee non mi dispiace, però prima vorrei che fosse chiarita una volta per tutte la questione posta qui: è domotica anche quando non c'è un intervento "elettronico"? Ovvero: basta una tecnologia qualunque per parlare di domotica, cosa che non si trova da alcuna parte se non (così dice Luigik, devo verificare) nei piani di studio dei master in domotica? (se fosse vero, sarebbe molto interessante leggere, più che i piani di studio, almeno i programmi dei corsi in questione, per capire perché cavolo vengano insegnate queste cose in quei master, quale sia la logica che ci sta dietro). In altre parole ancora: una poltrona reclinabile (meccanicamente) è una soluzione domotica? E (per tornare indietro nel tempo, prima che fosse coniato il termine) il riscaldamento degli appartamenti (già presente in epoca romana), o l'acqua corrente? La televisione (analogica)? La lavatrice e la lavastoviglie (meccaniche)? ecc. ecc. ecc. Se tutto ciò fosse vero (fatemi capire, in effetti potrei sbagliarmi)... povero studente di domotica! Capite bene che dovrebbe studiare per diventare un vero e proprio tuttologo, altro che Archimede Pitagorico! Discutiamone.--Stemby 11:49, 5 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Direi che i criteri discriminanti sono l'interazione/integrazione e una qualche forma di "intelligenza": mi pare che senza elettronica la domotica la potrebbe fare solo un maggiordomo: "Ambrogio, chiudi casa!" Un solo comando. :D -- Scriban 13:01, 5 ott 2007 (CEST)[rispondi]
:-D Già--Stemby 13:17, 5 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Luigik, che dici? se va bene anche a te chiedete ad un admin di inserirla nella voce o di sbloccare. Direi che potreste entrambi concentrarvi sulle tipologie di bus e caratteristiche varie... leggerò con interesse. :) -- Scriban 13:42, 5 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Ho i seguenti punti da eccepire:
  • <<...disciplina...>> non mi basta, implica che la domotica non è addentro alla tecnologia, cioè secondo me la domotica è interdisciplinare - ho indicato con il mio incipit come l'ho definita, tuttavia il mio scopo era indicarla come è <<una serie di discipline che studiano>>.
Puoi essere più chiaro? In particolare segnalo la definizione (la 2) del De Mauro: non esclude assolutamente che possa essere studiata da diverse figure professionali e che queste poi lavorino in team. E che le specializzazioni debbano essere molte mi sembra chiaro, vedasi in particolare la mia proposta di incipit dove si elencano le numerose sfaccettature di questa disciplina. In sintesi: la domotica è una (una!) disciplina che si occupa di tanti aspetti, ognuno curato da uno specialista del settore--Stemby 11:18, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
  • <<...ambienti interni...>> mi ripeterò ma questa definizione è veramente limitativa, addirittura riferirla solo agli interni non vi sembra un pò esagerato? La domotica sta bene in un qualsiasi ambiente artificiale per cui l'unica forma generica che vedo è <<ambienti antropizzati>> e non ho ancora letto qualche critica costruttiva al riguardo.
L'avevo detto anch'io, vedi il mio commento giusto qui sotto + la mia proposta nel paragrafo più in basso con relativo commento + Discussione:Domotica#3. Antropizzazione--Stemby 11:18, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
  • <<...che si occupa dell'integrazione...>> La domotica si occupa di studiare, trovare strumenti e strategie per:Migliorare la qualità della vita (per prima degli uomini ma non solo) — tra loro per primi quelli minori, anziani o disabili;
Mi indichi una sola tecnologia che non sia studiata per migliorare la qualità della vita (per lo meno dell'utilizzatore)? A mio avviso è inutile dire ciò, insomma, andiamo al sodo invece di filosofeggiare, bisogna trovare una forma sintetica che indichi con chiarezza di cosa si sta parlando--Stemby 11:18, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Migliorare la sicurezza sotto tutti i punti di vista — e quindi anche misurare, ridurre e se possibile eliminare effetti dannosi derivati dagli strumenti e dalle tecnologie che utilizziamo; Risparmiare energia — partendo dalla riduzione degli sprechi e proseguendo nella riduzione dei consumi; Semplificare la progettazione, l’istallazione, la manutenzione e l’utilizzo della tecnologia — e quindi ancora ridurre i costi; Convertire i vecchi ambienti e i vecchi impianti secondo questa nuova visione che è quella del futuro.
Tutti questi concetti grosso modo sono presenti, vedi anche la mia proposta: invece di citare la vecchia voce, cerca di proporre migliorie alla nuova--Stemby 11:18, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Per rispondere ad una vecchia domanda <<dove sta l'integrazione nel tuo incipit>> sta in <<Semplificare la progettazione, l’istallazione, la manutenzione e l’utilizzo della tecnologia>> "integrazione di sistemi" è una materia scolastica la domotica deve fare di più interdisciplinarmente.
Questo era presente molte molte righe dopo la prima frase introduttiva, che deve essere una definizione. E' giusto spiegare i dettagli più avanti, ma i concetti chiave devono essere presentati fin da subito.--Stemby 11:18, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
  • <<...tecnologie "intelligenti"...>> per questo effettivamente dobbiamo prima discutere se la domotica è solo informatica ed elettronica, tuttavia, se esiste un master di architettura, forse non è così non vi pare?
Perché?--Stemby 11:18, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
  • <<...mediante un bus...>> questo mi capita spesso di leggerlo, peccato che l'automazione domotica esiste anche "no bus" anzi sta tirando in questo momento di più - anche se non ho la minima idea del motivo. Comunque questo è un paragrafo che ho iniziato a scrivere e che qualcuno puntualmente ha distrutto con un roll-back, invito comunque a re introdurlo.
Vedi mio incipit, in cui l'ho tolto: in effetti credo che sia molto meglio spiegare il "come" nei paragrafi che sviluppano la voce, l'incipit deve limitarsi a spiegare il "che cos'è". Sulla cancellazione non sono responsabile (credo, altrimenti si tratta di un errore involontario): puoi indicare (in un nuovo paragrafo di discussione) le coordinate del rollback in questione?--Stemby 11:18, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
  • <<...mediante una logica stabilita a priori...>> qua ce ne sarebbe da dire, comunque visto che siamo nella pagina di discussione e non in quella della voce, se vi fidate, io sto - proprio - studiando sistemi domotici che funzianano "senza una logica stabilita a priori", comunque capisco che qualcuno avrà da obbiettare che comunque una programmazione ci dovrà essere, tuttavia stiamo parlando di logica fuzzy applicata a sistemi complessi.
Vedi mio incipit, credo che ti possa piacere di più (oppure indica come modificare, in modo preciso, riportando un'alternativa)--Stemby 11:18, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
  • <<Ad esempio ...>> Io sono per un sintetico incipit "sterile" che faccia capire l'argomento e somministrare il resto nei paragrafi.

--(scrivimi)Luigi Caruso 10:35, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Perfettamente d'accordo! Questo è quello che volevo fare sulla vecchia voce, cerchiamo di partire bene con la nuova (provvedo a modificare mio incipit)--Stemby 11:18, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
L'unica cosa che mi dispiace veramente è dover ripetere sempre le stesse cose, o meglio, affermo delle cose, non vengo contraddetto ma puntualmente vengo inascoltato.
Ripeto con parole mie - ho pensato di analizzare - cosa è la domotica - anche attraverso i master universitari; fino a questo momento, a me ne risultano tendenzialmente di tre tipi:
  • Facoltà di Elettronica;
  • Facoltà di Informatica;
  • Facoltà di Architettura.
Ovviamente in ogni disciplina il piano di studio è consono alla disciplina stessa. Esaminando le singole materie si potrà dare una definizione migliore di questo punto di vista.
Semplifico ponendo una prima domanda: chi è contrario e perchè - alla mia affermazione <<quello che esce dall'esame delle materie di tutti i master in Domotica è fondamentale per definire la domotica>>? --(scrivimi)Luigi Caruso 09:58, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Non ho capito nel merito che modifiche proponi e che frasi vuoi aggiungere/togliere. Procedi a partire dal mio testo qua sopra o da quello di stemby qua sotto. ;) -- Scriban 10:18, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Come titolo del mio trafiletto non ho scritto <<propongo queste modifiche>> ma queste sono le cose che ho da eccepire - questo come contributo alla discussione.
Invece la mancanza di proposte esplicite è dovuta alla mia difficoltà nel capire perchè ho scritto un incipit, è durato un anno, poi senza discuterne è stato buttato via, poi ho dovuto discutere su cosa modificare su quello nuovo, ora arrivano altri incipit e devo discutere su cosa modificare ecc.
La mia scelta è - fino a quando c'è gente che vuole fare "il professore", faccio il professore anche io, perchè è semplicissimo, persino dire vai a vedere su questo testo - link - ecc. tanto ho letto così tanto che mi ricordo a memoria quanto serve e faccio galoppare l'altro.
Se invece abbassiamo tutti la cresta e iniziamo a rispondere leggendo quello che scrivono gli altri, cercando di capire i loro ragionamenti, rifletendo prima di scrivere invece di "gettare" delle parole, sarò il primo ad adeguarmi! --(scrivimi)Luigi Caruso 12:36, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Non mi sembra un atteggiamento costruttivo, il tuo: di me puoi dire tutto ma non che non ti ascolto, io cerco di capire sempre le tue ragioni e, dove mi trovo d'accordo, non esito ad indicarlo. In compenso io ho fatto delle critiche sempre puntuali e ho sempre proposto delle alternative: credo che sia questo l'atteggiamento giusto (altrimenti evidentemente Wikipedia non fa per te)--Stemby 12:58, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Ti deve essere scappato questo--Stemby 10:35, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Senti smettila,
nel link che segnali, in risposta alle mie argomentazioni ci sono solo tue opinioni senza argomantazioni, oppure devo considerare che quando dici <<questo lo pensi solo tu>> il mio ragionamento si debba annullare di fatto?
No, però mi devi indicare qualcun altro che la pensi come te, io non ho mai sentito intendere il concetto di domotica in questo modo (se non da te), ti ho pure linkato il piano di studi che tu hai indicato come fonte senza trovare evidenze in quel senso, e ti ho gentilmente chiesto di indicarmele. Ovviamente, se hai ulteriori fonti, indicamele e convincimi in tal modo che tu hai ragione e io ho torto (guarda che sono apertissimo di mente, sono pronto a cambiare opinione anche adesso, se mi porti dei documenti)--Stemby 13:13, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Io in quel paragrafo non ti ho più risposto perchè è inutile, ma tu mi perseguiti in altri paragrafi riportandomi li come se le tue risposte (la tua opinione) fosse legge, per fare un solo esempio perchè voglio risponderti, ma senza interferire troppo in un paragrafo che non c'entra, riporto <<...Comfort e qualità della vita non sono sinonimi, anzi! Uno può vivere nel lusso più sfrenato e avere una bassa qualità della vita...>> questa è una frase in cui non intravedo la lingua italiana e non riesco proprio a intuire cosa significa, non riesco a capire l'attinenza come risposta a quanto avevo scritto io, mentre quello che scrivi dopo - del francescano - è chiaro come italiano, ma leggendo deduco che il comfort è un'opinione per il soggetto, quindi cosa vuoi dire del legame Comfort - Domotica - Qualità della vita? --(scrivimi)Luigi Caruso 12:36, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Innanzitutto il mio italiano non mi sembra niente male, continui a puntare il dito in quella direzione ma se fossi in te io farei un po' di autocritica, prima di parlare in questo modo (io non mi sono mai permesso di parlare così del tuo modo di scrivere, non mi sembra per lo meno educato). Per essere chiari: sfrenato in italiano significa senza freni, senza limiti, esagerato, ecc., dunque "lusso sfrenato" significa "situazione in cui si sfoggia la ricchezza in modo esagerato, senza rinunciare ad alcuna comodità, cercando di aumentare i comfort in ogni modo". Rileggi ciò che ho scritto: a me sembra scritto molto bene, invece tu hai capito l'opposto. (Comfort)=(comodità: oggettivo). (Qualità della vita)=(qualcosa di soggettivo, in sostanza dovuto al "star bene con sé stessi", in cui le comodità possono aiutare ma che non possono essere intese come l'automatico miglioramento della qualità della vita). Ok? Tu invece hai indicato l'equivalenza (comfort)=(qualità della vita) e ti ho esposto chiaramente, inserendo pure un esempio per comprendere meglio, che non è vero.--Stemby 12:58, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Una cosa: nella prima frase a mio avviso dovrebbero subito essere indicati, chiaramente e sinteticamente (senza troppi giri di parole), proprio i concetti che hai appena indicato così bene: domotica = automazione + integrazione/interazione e controllo, gestiti elettronicamente, degli edifici. Prova a riformulare l'incipit (scusa...). Questa paginetta la trovo davvero esplicativa (grazie Luigik per avermela indicata). Altra piccola cosa: non è corretto parlare di "ambienti interni" (anche Luigi su questo è d'accordo): l'irrigazione automatica del giardino è una delle applicazioni domotiche più diffuse. Infine: bisogna ancora risolvere la questione sulla home automation: è o non è un sinonimo di domotica? Se è così, come è prassi, bisogna indicare il sinonimo subito all'inizio dell'incipit (poi nella voce direi di privilegiare il termine "più italiano")--Stemby 13:50, 5 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Proposta 2[modifica wikitesto]

Allora, cerchiamo di sbloccare questa voce. Alla luce di quanto detto, provo anch'io a fare una proposta (basandomi su quella di Scriban).


La domotica, detta anche (seguendo la definizione inglese) home automation, è una disciplina che si occupa dell'automazione, dell'integrazione, dell'interazione e del controllo degli impianti negli ambienti abitati.

La parola domotica è un neologismo in cui è evidente la derivazione dal termine latino "domus" (casa, abitazione), a cui vengono associati i termini "automazione", "robotica", "informatica" o "elettronica". Il concetto di automazione è un carattere immanente della domotica: le procedure ripetitive o poco performanti collegate alla vivibilità della casa e, più in generale, degli ambienti abitati, devono essere gestite da un sistema elettronico in grado di agire, nelle diverse situazioni, indipendentemente da un intervento diretto da parte dell'uomo. Gli impianti di un "edificio domotico" sono infatti caratterizzati dalla loro interconnessione "intelligente": sensori, attuatori e comandi interagiscono fra loro mediante una logica stabilita a priori dal programmatore che ha realizzato il software e personalizzata dall'utente.

Nel realizzare un impianto domotico, vengono studiati e posti in relazione il comfort (luminoso, termico...), la sicurezza, la funzionalità/fruibilità degli ambienti abitati, mediante l'adozione di tecnologie "intelligenti" applicate ai classici impianti tipici degli edifici.


Ho eliminato parole "inutili"; ho modificato da "ambienti interni" ad "ambienti abitati" (non ho messo "antropizzati" perché, riflettendoci, ho realizzato che qualunque luogo in cui l'uomo è passato è in realtà un ambiente antropizzato, anche un bosco!). Come si nota, non si parla di "qualità della vita" (è scontato, qualsiasi tecnologia è studiata per migliorare la qualità della vita). E' presente il termine "home automation" inteso come sinonimo, per motivi di coerenza di wikipedia (home automation è un redirect a questa voce) e perché così sembra essere (eventualmente si può discutere sulla faccenda, ma solo se si trovano dei documenti in cui si chiariscano le eventuali differenze). Ho spostato un po' le frasi, in modo da trovare un filo logico. Ho messo in chiaro fin da subito cosa si intende per domotica. Ho già messo un po' di wlink. Che ne pensate?--Stemby 17:45, 8 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Boh, x me va bene, se non ci sono obiezioni nel merito. Vi invito a chiudere alla svelta il tema "intro" e passare all'approfondimento (tecniche, protocolli, costi, diffusione...) ;) -- Scriban 10:14, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Aggiornamento incipit alla luce delle obiezioni di Luigik riguardo la prima proposta di incipit: elimino esempio e aggiungo precisazione (la logica è stabilita in effetti principalmente dal programmatore del software, prima che dall'utente)--Stemby 11:22, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Altro piccolo aggiornamento. Ho sostistuito "occupante dei locali" con "utente", perché l'utente può essere anche altrove: questa è forse una delle cose più affascinanti della domotica!--Stemby 14:02, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Bene, mi pare che siamo sulla buona strada per arrivare ad una soluzione condivisa. Solo due suggerimenti a margine: mi pare necessario linkare il termine "impianti" a qualcosa, perchè sia chiaro cosa si intende (rete tecnologica e non impianto del capello! ;) Può sembrare banale ma l'incipit deve essere comprensibile anche a perfetti ignoranti della materia, dunque limitando la complessità e riducendo al minimo i termini tecnici). Qualora non vi sia unanimità, tra gli esperti del settore, nel considerare la domotica e l'home automation come sinonimi, suggerisco di trattare la questione successivamente nella voce e/o in una nota, citando i nomi degli studiosi e un minimo di bibliografia. --MarcoK (msg) 14:53, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Io non calcherei troppo la mano sull'elettronica: un impianto di tapparelle può essere centralizzato anche con un cablaggio tradizionale (quindi "elettromeccanico"): è comunque una automazione, ha un po' di intelligenza, e cmq semplifica il lavoro dell'uomo. Quindi direi che è un po domotico. -- Scriban 16:23, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Puoi spiegare bene questa cosa? Esattamente cosa intendi per "intelligenza" (in questo caso specifico)?--Stemby 16:50, 9 ott 2007 (CEST)[rispondi]
beh, ti rendi ben conto che l'intelligenza non è un parametro fisso ed assoluto: un cane è un po' intelligente, no? una scimmia di più. Quindi ci sono gradi di intelligenza diversa. Se le tapparelle sono centralizzate e basta, sono cane; se sono connesse a sensori di pioggia, di vento, di sole o all'antifurto o che ne so d'altro, sono scimmia. Claro? :D -- Scriban 13:41, 10 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Mmmm, non troppo. Cosa intendi esattamente con "tapparelle centralizzate"? (non le conosco, perdonami). Intendi che si comandano tutte insieme schiacciando un interruttore? In questo caso l'intelligenza è quella al massimo di una pianta (reazione ad uno stimolo, non c'è una "scelta" da parte sua). E dunque non si può, a mio avviso, in questo caso parlare di domotica. Io ci ho riflettuto parecchio, in questi giorni, e non sono ancora riuscito a trovare un solo sistema "intelligente" in cui non ci sia elettronica. Definiamo allora "intelligente", ok? Per me "intelligente", è un apparecchio che sa compiere delle scelte a seconda delle condizioni che gli si presentano davanti. Fin qui siamo d'accordo? Ricordiamoci che quindi in realtà l'unica parte "intelligente" di un sistema domotico è il software, che rispecchia l'intelligenza del creatore: l'hardware, di per sé, è estremamente stupido, in quanto non fa altro che obbedire ciecamente a ciò che gli chiede di fare il software.--Stemby 15:11, 10 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Sei troppo filosofo :D
X es uno stupido termostato elettromeccanico accende e spegne il riscaldamento "a seconda delle condizioni che gli si presentano davanti"... quindi non sarà scimmia, ma cane (o se vuoi topo o insetto) :D Se hai un cronotermostato elettromeccanico, ecco che reagisce anche al parametro tempo e sicuramente si può rendere sempre + capace di "compiere delle scelte a seconda delle condizioni che gli si presentano davanti" (=intelligente) solo con pura meccanica o elettromeccanica.
Pure il frullatore ed il trapano, se si surriscaldano, si spengono da soli. Intelligenti (ok, molto poco), ti pare? cmq lo fanno "autonomamente" reagendo da soli al loro surriscaldamento.
Sulle tapparelle, anche se la centralizzazione (che -semplificando- è il comando di tutte da un solo punto) avviene via sistema bus, comunque NON fa una "scelta" autonoma ma reagisce ad un impulso (e ci mancherebbe altro!!!).
Insomma, di certo l'elettronica può aggiungere un grado superiore di "intelligenza" (la scimmia), ma non è necessaria per avere un grado più ridotto che comunque migliora la vita o automatizza cose ripetitive (il cane). -- Scriban 16:12, 10 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Ottimo! Bravo, gli esempi che hai portato ora sono decisamente più calzanti. Anch'io avevo pensato ai timer, ma quelli per me sono un esempio di stupidità, e non intelligenza, in quanto intervengono sempre allo stesso modo qualsiasi siano le condizioni presenti. Mentre con il termostato sono d'accordo, agisce in modo diverso (in realtà solo dualistico, o "a" o "b", on/off) in base a condizioni future che non sono prevedibili, e quindi in qualche modo è "intelligente". A essere precisi, il comportamento non è di sicuro più evoluto di quello ad esempio di una Dionaea muscipula che chiude la trappola quando vi si posa un insetto, quindi siamo davvero ben lontani dall'intelligenza di un cane :-). Stessa cosa per il frullatore e il trapano, che in sostanza immagino abbiano un termostato integrato. Abbiamo dunque stabilito che forme elementari (ma proprio "elementari", ricordo che le piante non hanno sistema nervoso, figuriamoci un cervello!) di "intelligenza" possono essere presenti anche in apparecchiature non elettroniche. Ma queste possono permettere di realizzare un sistema domotico interamente privo di elettronica?
1) No, perché la domotica è caratterizzata anche dall'integrazione e dall'iterazione degli impianti negli ambienti abitati ---> ad un livello così basso non si può parlare di domotica ---> la definizione va bene così com'è.
2) Sì ---> è domotica anche in questi casi ---> proposta di modifica dell'incipit.
3) Altro
Io voto la 1 (rileggiamo le definizioni dei dizionari)--Stemby 16:52, 10 ott 2007 (CEST)[rispondi]

imho ci sono diversi gradi di domotica... non è che puoi pretendere tutto e subito, tipo il comando unico che qundo entri in casa accende le luci, riempie la vasca da bagno, cucina un soufflè e accende lo stereo :D Anche le forme + semplici -entro certi limiti- possono forse essere domotica se "automatizzano" (ricorda che in inglese è home automation...) e/o semplificano. Diciamo che un termostato o le tapparelle sono una versione "base" di domotica. -- Scriban 13:21, 12 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Non sono molto d'accordo, ma non pretendo assolutamente di aver ragione. Se credi di avere una proposta migliore, sottoponici un nuovo incipit, o modifica la tua prima proposta alla luce delle varie obiezioni. Tengo ancora una volta a precisare che in tutte le definizioni "ufficiali" trovate (= le uniche su cui basarsi per trovare una soluzione condivisa), in primis nei dizionari, il ruolo dell'informatica è sempre messo in primissimo piano. Questo perché, a mio avviso, l'"intelligenza" presente nella domotica è contenuta tutta nel software. Insomma, senza informatica non si ha domotica, al limite solo "automazione", che certamente può già aiutare a migliorare notevolmente il comfort. Sia chiaro: di sicuro senza "automazione" non si ha "domotica", ma al contempo, secondo me, neppure senza "informatica" si ha quello che viene indicato col termine "domotica" (forse sarebbe il caso di sottolinearlo maggiormente, nella proposta di incipit). E' ovvio che ci siano poi vari gradi di domotica, in base al numero di automatismi impiegati e in base alla bontà del software utilizzato, ma quest'ultimo, in ogni caso, deve sempre essere presente, per poter parlare di "domotica".--Stemby 17:28, 13 ott 2007 (CEST)[rispondi]

La discussione è un pò incasinata, propondo un nuovo riepilogo. Inoltre propongo di riflettere: 1) sul fatto che home automation non è mai stato il sinonimo più usato in USA ma piuttosto smart home; 2) sul motivo per il quale in USA si sta passando a Domotics. --151.59.164.49 17:53, 21 ott 2007 (CEST)[rispondi]