Discussione:Comma (musica)

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Cosa ne dite di trasformare la frase in:

"E' di uso comune fra alcuni musicisti parlare di un comma generico inteso come la nona parte di un tono (o la cinquantaquattresima parte di ottava), il quale è inteso anche come somma di un semitono cromatico (5 comma) e uno diatonico (4 comma). In realtà questa divisione del tono non ha alcuna base teorica ed è una errata interpretazine dovuta ad un grave errore di un noto libro di testo italiano." --L'uomo in ammollo ◄strizzami 08:30, Set 7, 2005 (CEST)

P.S. La versione francese dice: "Les musiciens considèrent généralement qu’un ton vaut 9 commas, sans autre précision. Implicitement, il s’agit alors :
  • du ton majeur
  • du comma pythagoricien ou de Holder
  • d’une approximation légitime"

comma sintonico, diatonico e vario[modifica wikitesto]

Io non sono un gran musicologo, e arrotondo sempre un comma a un nono di tono, dicendo che il do diesis è cinque comma sopra il do, mentre il re bemolle è cinque comma sotto il re. Magari se mi ricordo dò un'occhiata al Piston, e guardo se ne parla... --.mau. 13:48, Set 9, 2005 (CEST)

eccheqquà. Allora, il Piston dice che il si diesis calcolato con dodici quinte (e sette ottave di discesa...) dal do è più alto di un comma pitagorico. Il rapporto è circa 1.014, quindi un po' meno di un quarto di semitono. Con tre terze maggiori hai un comma (calante, nel senso che siamo sotto l'ottava) di 1.024; con quattro terze minori hai un comma (crescente) addirittura di 1.037. Questi due non hanno un nome specifico, quindi per Piston il comma "generico" è una qualunque differenza dovuta agli armonici. Il comma sintonico, 81/80, è invece la differenza tra il mi visto come quinto armonico di un do e il mi calcolato con quattro quinte sopra il medesimo do. Col temperamento equabile, infine, i comma "scompaiono". --.mau. 22:41, Set 9, 2005 (CEST)

Il mistero dei comma[modifica wikitesto]

"Comma" è uno "scarto" che si realizza nelle diverse accordature storiche e che fu al centro delle discussioni e degli esperimenti che portarono alla fine al "temperamento equabile".

Esistono due tipi di comma (credo che il comma enarmonico non sia compreso nel discorso relativo all'accordatura...): il comma di Didimo, che espresso in frazione è 81/80 e in cents vale invece 21,51, e il comma pitagorico, 531441/524288 pari a 23,46 cents. L'uno è il risultato della differenza tra il "tono grande" e il "tono piccolo" nell'accordatura zarliniana e l'altro è invece la differenza tra l'altezza ottenuta moltiplicando l'intervallo pitagorico di quinta per 12 volte e lo stesso suono prodotto invece dalla moltiplicazione dell'intervallo di ottava per 7 volte. Il comma di Didimo è il responsabile dei difetti d'accordatura della scala zarliniana mentre quello pitagorico impedì, almeno in via teorica, di suonare gli strumenti da tasto fino al 1500, in quanto tutti gli intervalli di terza ne risultavano contaminati e, quindi, dissonanti (l'accordatura pitagorica fu soppiantata da quella zarlinina attorno alla metà del 1500 proprio per questo motivo).

Per quanto riguarda invece la diatriba nata a proposito dei 9 comma tra un suono e l'altro a distanza di tono, faccio rilevare che il solo controllare una comune tastiera chiarisca ogni dubbio: come si fa a dire che DO-DO# conta 5 comma mentre DO-REb ne ha 4, se poi il suono è sempre allo stesso punto, lì su quel tasto nero tra DO e RE? Sto parlando, chiaramente, di strumenti accordati con il temperamento equabile, in vigore in tutti gli strumenti da tasto, elettronici o acustici, dal 1700 fino ai giorni nostri. In questo senso, non c'è motivo di distinguere tra strumenti accordati attraverso l'uso del "tuner" o ad orecchio. Infatti, alla base di entrambi i metodi di accordatura vi è la teoria del temperamento equabile; si approda, quindi, al medesimo risultato (certamente la sensibilità dell'accordatore è indispensabile per raggiungere una buona accordatura equabile, cosa che con il solo "tuner" non si riesce ad ottenere).

In realtà, tutto deriva da un'atteggiamento divulgativo di molti studiosi che, per facilitare l'apprendimento delle teorie sull'accordatura, arrotondarono il comma di Didimo (21,51 cents) a 20 cents e il comma pitagorico (23,46 cents) a 25 cents. Risultato: un semitono (100 cents) può essere considerato come approssimativamente formato da 5 comma di Didimo (20 cents x 5 = 100 cents) o da 4 comma pitagorici (25 cents x 4 = 100 cents). Di qui la confusione... Spero di essere stato chiaro: :-) --Fabrizio B. 02:22, Set 10, 2005 (CEST)

Ho modificato l'articolo cercando di riassumere l'intervento di Fabrizio, vi sfagiola? Ho anche corretto tono e semitono che riportavano la stessa frase. --L'uomo in ammollo strizzami 17:32, Set 13, 2005 (CEST)

Io lo toglierei del tutto... --Fabrizio B. 00:19, Set 15, 2005 (CEST)

Mi sembra però che sia una informazione importante (sfatare dei miti è sempre utile no?) --L'uomo in ammollo strizzami 07:41, Set 15, 2005 (CEST)

distinzione tra comma sintotico e pitagorico[modifica wikitesto]

Cari musici, questa voce mi appare confusa. Per sfatare il "mistero" propongo di creare due voci distinte per il comma sintonico e il pitagorico. L'ho vista su Wiki francese, e mi sembra molto più chiara. --Uranie (msg) 23:44, 5 ott 2010 (CEST)[rispondi]

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

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