Discussione:Battaglia di Adua

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 Guerra
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Monitoraggio effettuato nel giugno 2011


ricordo che nel 1967 morì il trombettiere italiano superstite della battaglia di Adua, era nato nel 1870, aveva 97 anni (recollection of William Henry Kleckner)


LA PRUDENZA DI MENELIK II

Molti si sono chiesti il motivo per cui Menelik non incalzò gli italiani sconfitti penetrando in Eritrea e cercando di buttarli a mare. In realtà Menelik, pur essendo uomo di scarsa cultura, aveva intelligenza e soprattutto astuzia in abbondanza. Non inseguì gli italiani e fu generoso nelle trattative di pace non per insicurezza o per magnanimità, ma per lucido calcolo. Avanzando verso la costa si sarebbe allontanato dalle sue basi e dal suo territorio mentre gli italiani potevano ricevere uomini e armi agevolmente via mare. Inoltre, nella "corsa all'Africa" degli stati europei l'Italia era considerata uno dei contendenti meno pericolosi e la sua presenza nella contesa accentuava la concorrenza fra gli stati potenzialmente interessati ad un'espansione nel Corno d'Africa: Francia, Inghilterra, Germania, Turchia e forse anche Russia. Una concorrenza fra una pluralità di stati che, in un certo senso, rappresentava una garanzia per l'indipendenza dell'Etiopia.--Deguef (msg) 12:53, 26 giu 2009 (CEST)[rispondi]

Sezione "Significato"

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Sposto quì il paragrafo Significato, non perchè sia privo di importanza (anche alla luce di quanto visto sulla versione francese della voce), ma perchè per ora è totalmente privo di fonti e molto poco sviluppato.

Significato

«Il confronto fra Italia ed Etiopia ad Adua fu un momento cruciale della storia etiopica» scrive Henze, che paragona questa vittoria alla vittoria navale giapponese sulla Russia a Tsushima. «Malgrado ciò appaia chiaro solo a pochi storici del tempo, queste sconfitte furono l'inizio del declino dell'Europa come centro motore della politica mondiale».

Su un tono similare, lo storico etiopico Bahru Zewde osserva che «pochi eventi nel periodo moderno hanno portato l'Etiopia all'attenzione del mondo come la vittoria di Adua». Tuttavia Bahru Zewde pone la sua enfasi su altri elementi di quel trionfo: «La dimensione razziale fu quella che conferì ad Adua un significato particolare. Fu una vittoria di neri contro i bianchi. Adua anticipò così di almeno una decade ciò che rappresentò per i bianchi la vittoria giapponese sulla Russia nel 1905».

Tale disfatta di una potenza coloniale e il riconoscimento che ne seguì della sovranità africana divenne un punto di riferimento per i successivi nazionalisti africani nel corso delle loro lotte per la decolonizzazione.

Per molti italiani la data 1/3/1896 ha avuto a quell'epoca un effetto analogo a quello dell'attuale 11 settembre. La giovane nazione europea aveva già subito l'onta di Lissa del 1866 e lo schiaffo di Tunisi nel 1881. Francesco Crispi che tanto aveva spinto la nazione verso questa impresa coloniale si dimise da presidente del consiglio.

--Franz van Lanzee (msg) 12:53, 4 set 2010 (CEST)[rispondi]