Discussione:Amin al-Husseini

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Righe iniziali[modifica wikitesto]

Le prime righe recitano così:

fu un nazionalista arabo palestinese e un leader religioso musulmano.

Ho cambiato la "definizione" perché:

  • nazionalista: non lo era Husseini, ma il suo avversario politico, Raghib Nashashibi, che Husseini fece assassinare. Husseini era fondamentalista (lo scrivono le fonti web citate e la fonte scritta italiana citata)
  • leader religioso: Non lo è mai stato. Si legga la sua biografia nella sezione «Gioventù».

Sentruper (msg) 23:14, 22 set 2008 (CEST)[rispondi]

Caro Santruper, Panella non è la verità. È magari una fonte interessante, anche se tutt'altro che neutrale (dov'è finito il tacitiano sine ira ac studio?). Il Mufti era un nazionalista. Un iper-nazionalista, addirittura. Leggi qualcuno dei lavori citati in inglese nel lemma per sincerartene. La sua ostilità ai Nashashibi non era ideologica ma squisitamente personale.
Dici anche che non era un'autorità religiosa. Questa poi è davvero paradossale! Era il Gran Mufti di Gerusalemme, ricordi? Poco importa se fosse giunto immeritatamente a quella carica. Comunque lo era! E, se non lo ricordassi bene, un Mufti è un'autorità religiosa. Istituita nel XVII secolo dal Sultano ottomano perché rappresentasse la comunità islamica, visto che il Sultano preferiva atteggiarsi a "pastore" super partes di tutti i suoi sudditi, a qualsiasi fede appartenessero. Dunque pretese che gli ebrei fossero rappresentati dal loro più importante rabbino, i cristiani dai loro patriarchi o vescovi principali e, appunto, i musulmani da un Gran Mufti.
Te lo chiedo come cortesia: rifletti più approfonditamente prima di alterare il contesto di certi lemmi. --Cloj 11:39, 25 set 2008 (CEST)[rispondi]

(riapro)Un consiglio, anche se non richiesto. Diffida delle fonti storiche sul web. Fai tua la raccomandazione in merito di Umberto Eco. Affidati ai testi. A chi cioè ha accesso diretto alle fonti, e non mediato. È più faticoso, ma assai più serio. --Cloj 11:41, 25 set 2008 (CEST)[rispondi]

Antisemitismo e petrolio[modifica wikitesto]

Un altro punto di riflessione, ispiratomi dalle frasi, tutte a forti tinte, senza "se" e senza "ma", di Panella. Negli anni Trenta, a suo dire, l'Italia era un punto di riferimento per il Mufti perché il nostro Paese avrebbe avuto sentimenti antisemiti e sarebbe stato interessato al petrolio iracheno.
Ora, mi chiedo, mi sembra assai discutibile (in punta di documentazione storica) che l'Italia fascista d'allora coltivasse (al contrario della Germania nazista) un preciso sentimento antisemita. Nel 1933, gli anni del consenso, questa mi sembra un'affermazione forse indimostrabile. Ma potrei sbagliare allora chiedo il conforto di chi è più esperto di me e che non ragioni necessariamente solo col libro di Panella squadernato davanti al naso.
Il petrolio iracheno, poi. Nel 1933 l'Iraq era lungi dall'essere una "preda" appetibile, mi sembra di ricordare. Ma forse ho cattiva memoria e vorrei anche qui avere il conforto di un esperto (sempre esulando dalle affermazioni, che a me sembrano partigiane, anche se a fin di bene, magari, di Panella). Qualcuno sa dirmi qualcosa? Citando fonti autorevoli? Un grazie anticipato da un eterno dubbioso. --Cloj 19:55, 5 feb 2010 (CET)[rispondi]

Non credo si volgesse all'Italia per un antisemitismo che non c'era ma, più probabilmente, per un ovvio antagonismo italo-britannico nell'area mediterranea, che anticipava ciò che sarebbe accaduto poi a seguito dell'aggressione all'Abissinia. In più, il duce, con una quarta sponda islamica (Libia e Somalia, anche qui in antagonismo coi britannici), poteva certamente essere interessato a poter agitare la spada dell'Islam, come poi fece. In Iraq, comunque, il petrolio c'era ed era sfruttato: tanto è vero che l'Italia organizzò poi durante la guerra un'azione di bombardamento della raffineria di Bassora tanto stupefacente ed inattesa (non si riteneva fosse possibile ai nostri aerei) che i velivoli, partiti dal Dodecaneso, e poi atterrati in Eritrea, trovarono città e raffineria illuminate, visto che si riteneva del tutto superfluo un oscuramento.Andarono persino più lontano, in una vera missione alla Giulio Douhet, con un piccolo gruppo di S.M. 82 a bombardare gli impianti di Manama, la capitale del Bahrain. Sin qui a memoria... Poi se serve collaborativamente troviamo le fonti :-) --Piero Montesacro 20:01, 5 feb 2010 (CET)[rispondi]
Su quanto hai scritto sono pienamente d'accordo. L'unico dubbio che mi resta è se - nei primi degli anni Trenta e non nel 1941 - la produzione in Iraq fosse tanto significativa e interessante per l'Italia, così lontana e così distratta circa questi aspetti di concreta geo-politica. Faccio una piccola inchiesta e ti comunico. Resto dell'idea che Panella abbia la sua forte verità in tasca e che voglia a tutti i costi mostrarla, più che dimostrarla. Quali sono le sue pezze d'appoggio? Ciao. --Cloj 20:10, 5 feb 2010 (CET)[rispondi]
Se ti riferivi all'inclusione dell'Italia in incipit, come pare alla luce di quanto sopra, e dei fatti, credo sia a posto. Infatti si parla, in incipit, di antisionismo e non di antisemitismo, sebbene, a quanto pare, esistano diversi autori che considerano il muftì non solo antisionista, ma proprio antisemita. Non ho idea, onestamente, del livello di produzione petrolifera iracheno nei primi anni '30, né della sua importanza strategica quando bombardammo Bassora (1940 mi pare, non '41) in un episodio abbastanza misconosciuto e in ogni caso dal valore quasi solo dimostrativo: gli aerei, a causa della distanza da superare, erano talmente carichi di carburante supplementare che il carico bellico fu ridotto all'osso e se ben ricordo comprendeva appena qualche bomba incendiaria da pochi chili. --Piero Montesacro 20:18, 5 feb 2010 (CET)[rispondi]
No, no. Mi riferivo all'inizio della sezione Il Legame col fascismo e il nazismo - Anteguerra, lì dov'è scritto «Il disegno strategico di Amīn al-Husaynī vedeva gli arabi riuniti conquistare compatti i territori dalla Palestina alla Mesopotamia. La Gran Bretagna però si opponeva al loro progetto. Il Muftī riuscì a coinvolgere Berlino e Roma nella sua causa attraverso due argomenti forti: 1) l'antisemitismo; 2) il petrolio iracheno. Il 31 marzo 1933, a poche settimane dall'ascesa al potere di Adolf Hitler in Germania...» Ripeto:i miei dubbi sono sugli inizi degli anni Trenta, non sull'inizio degli anni Quaranta (il bombardamento avvenne - ma lo deduco solo - nel 1941, quando le forze armate irachene si rivoltarono contro il governo di Nuri al-Sa'id, prono al volere britannico (vedi Guerra anglo-irachena del 1941). Dovremo aggiornarci a lunedì, quando aprirà la più fornita biblioteca italiana su questione del Vicino Oriente moderno e contemporaneo. Lì andrò a riperticare i libri della mia tesi di laurea, che fu appunto sui partiti politici in Iraq fra il 1920 e il 1975. A presto, dunque. --Cloj 21:37, 5 feb 2010 (CET)[rispondi]
(confl. da Cloj) Qui ci sono notizie storiche sullo sfruttamento di petrolio in Iraq da parte inglese. Va subito detto che, a quanto pare, lo sfruttamento delle risorse nella zona di Bassora risale ad epoca successiva al 1938, e che la produzione (per i tempi piuttosto ragguardevole) dei campi sfruttati già dagli anni '20 nel nord presso Kirkuk, veniva avviata al mercato direttamente verso il Mediterraneo attraverso oleodotti, non via Bassora. Va pure detto che Grandi fu prima sottosegretario di stato e poi ministro degli esteri dal 1924 e quindi ambasciatore a Londra tra il luglio del 1932 e il 1939. Grandi era un convinto assertore di una politica anglofila che, però, era criticata sin dai primi anni '30 dal duce in persona. Mussolini, per questo, tolse bruscamente il dicastero a Grandi inviandolo contestualmente come ambasciatore nella capitale britannica. D'altra parte, il regime non era certo soddisfatto della serie di trattati navali che, a partire dal Trattato navale di Washington limitavano la potenza navale italiana nel Mediterraneo, mal tollerando, oltretutto, la persistente presenza inglese in quello che veniva considerato il Mare Nostrum. Infine, ad Amin al-Hussein certamente non era ignota la situazione della quarta sponda libica in particolare, dove la guerriglia contro l'Italia da parte della popolazione di religione islamica costituiva una scomodissima spina nel fianco di una potenza coloniale europea che, dal 1929, aveva, con il trattato lateranense, elevato il cattolicesimo a religione di stato. Ancora nel 1931 erano in corso sanguinose operazioni militari italiane per la riconquista dei territori caduti nelle mani dei ribelli. Mussolini non poteva che aver da guadagnare da un'intesa con personalità islamiche influenti. --Piero Montesacro 21:56, 5 feb 2010 (CET) P.S. Forse significativamente la Libia viene "pacificata" dal 1934.--Piero Montesacro 21:58, 5 feb 2010 (CET)[rispondi]
Benissimo. Riprendiamo lunedì il discorso. Nel week-end riapro un po' di libri. Quando mai potrò starmene in panciolle nei fine settimana? :-( --Cloj 22:38, 5 feb 2010 (CET)[rispondi]
Intento però qualche elemento di riflessione critica, anche se è paradossale che debba ricordare proprio io (che non sono minimamente orientato a destra) certe cose. Sull'assenza (nei primi degli anni Trenta, si badi bene) di un preciso sentimento antiebraico in Mussolini si potrebbero ricordare i colloqui Mussolini-Weizmann sul possibile insediamento di ebrei nel sud della... Palestina. Non so quanto autorevole sia l'autore, ma trovo interessanti le ricostruzioni contenute in questo lavoro], che mi sembrano costituire una qualche sponda per le considerazioni di De Felice nella sua biografia einaudiana di Mussolini (Gli anni del consenso).
Sulla relativa importanza del petrolio iracheno ai primi degli anni Trenta ricorderò solo che i pozzi di Basra/Bassora (S iracheno) cominceranno ad essere sfruttati solo nel 1938 e che la/le pipeline destinata all'inoltro del petrolio Kirkuk (N iracheno), sarà/saranno completata/e solo nel 1935. Sull'incidenza mondiale del greggio iracheno e sull'eventuale (e da me messo in dubbio) interesse italiano rimando ad altro momento, maggiormente documentato. --Cloj 10:45, 6 feb 2010 (CET)[rispondi]

La voce è chiaramente scritta da un sionista: ormai uso Wikipedia solo per le date di nascita e di morte. Almeno queste mi aspetto che siano attendibili... Potrei articolare meglio la mia critica? Ma lo merita Wikipedia questo tempo? Non credo.

Bravo, bene, bis. Apodittico, saccente e anonimo. Il meglio del meglio. Che tu non voglia usar WP ce ne faremo una ragione.--Cloj 14:41, 20 gen 2013 (CET)[rispondi]

--2001:760:2C00:8004:CACB:B8FF:FE34:3BA6 (msg)
L'affermazione che abbia negato ogni conoscenza della shoah PRIMA della guerra e' talmente banale che suggerisce un errore di stampa. credo che l' autore volesse scrivere "prima della fine della guerra"

aggiungo due commenti che senza il precedente non meriterebbero spazio: le formazioni A dovrebbero essere messe prima delle SS (ordine cronologico) e la nota 1 andrebbe nelle righe iniziali, forse il titolo migliore sarebbe della forma:

al husayni (el husseini)

, ma mi rendo conto che il miglioramento non giustifica la fatica.

Ciao, ho cambiato "prima della guerra" in "prima della fine della guerra" ed ho accolto anche il secondo suggerimento. Quanto al nome, invece mi chiamo fuori perché non conosco le regole di traslitterazione dall'arabo all'alfabeto latino. Notò però che all'interno del testo compare almeno una volta la trascrizione "Amīn al-Ḥusaynī". Un saluto, --Sentruper (msg) 08:44, 11 mag 2016 (CEST)[rispondi]

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