Cristina dalla Persia

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Santa Cristina

Martire in Persia

 
Venerata daChiesa d'Oriente
Chiesa cattolica
Chiesa ortodossa
Chiese ortodosse orientali
Ricorrenza13 marzo (Chiesa cattolica, Chiesa ortodossa siriaca)
14 marzo (Chiese ortodosse)
AttributiPalma del martire
Croce

Cristina (in siriaco: ܟܪܣܛܝܢܐ, Kresṭīnā),[1] nata Yazdoi (fl. VI secolo), è stata una nobildonna persiana sasanide, venerata come santa e martire dalle Chiese cristiane.

Agiografia[modifica | modifica wikitesto]

Cristina era originaria di Karka d'Beth Slokh (attuale Kirkuk, Iraq) nella regione di Beth Garmai.[2][3] Suo padre, Yazdin, figlio di Mihrzbiroi, era il governatore di Nisibi. Si convertì dallo zoroastrismo alla fede cristiana della Chiesa d'Oriente. Fu uccisa per aver rifiutato di consumare il suo matrimonio con un nobile e per questo motivo è venerata come una vergine martire.[4] Secondo un martirologio greco, fu picchiata a morte con delle verghe. La data esatta della sua morte è sconosciuta, ma probabilmente avvenne durante il regno di Cosroe I (531–579).[5]

Non molto tempo dopo la sua morte, Babai il Grande (morto nel 628) scrisse la sua biografia in siriaco; oggi ne sopravvive solo la prefazione. Poiché Babai elenca tutte le opere agiografiche che aveva scritto fino a quel momento nella sua biografia di Giorgio di Izla (martirizzato nel 615), deve aver scritto la biografia di Cristina dopo quella data.[3][4] Secondo Babai, era chiamata Yazdoi «quando era pagana», ma «nella sua nuova nascita d'adozione come segno di nuova vita, scelse di essere chiamata Cristina, un nome che non passerà».[1]

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Cristina viene commemorata il 13 marzo nella Chiesa cattolica e nella Chiesa siro-ortodossa.[2] Il Martirologio Romano la ricorda in questi termini:

«In Persia, santa Cristina, martire, che, percossa con le verghe, ricevette la corona del martirio sotto il regno di Cosroe I di Persia.[6]»

Nella Chiesa ortodossa georgiana, la sua festa era il 15 marzo all'inizio del VII secolo. Alcune versioni del calendario della chiesa del monaco Giovanni Zosimo del X secolo, tuttavia, la riportano al 14 marzo.[7] Anche il Synaxarion di Costantinopoli della Chiesa ortodossa riporta il 14 marzo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Jeanne-Nicole Mellon Saint-Laurent et al., "Christine Yazdouy (text) — ܟܪܣܛܝܢܐ ܝܙܕܘܝ " in Bibliotheca Hagiographica Syriaca Electronica (2015).
  2. ^ a b Jean Maurice Fiey, Saints Syriaques (Darwin Press, 2004), pp. 59–60.
  3. ^ a b Gerrit J. Reinink, "Babai the Great's Life of George and the Propagation of Doctrine in the Late Sasanian Empire", Portraits of Spiritual Authority (Brill, 1999), p. 172n.
  4. ^ a b David Wilmshurst, The Martyred Church: A History of the Church of the East (East and West Publishing, 2011), p. 87.
  5. ^ Wilmshurst (2011), p. 494, pone la sua morte intorno al 600, ma Fiey (2004) propone una data molto anteriore (intorno al 363).
  6. ^ "Martyrologium Romanum", Libreria Editrice Vaticana, 2001 ISBN 88-209-7210-7)
  7. ^ Christina-Yazdoi, martyr in Persia, The Cult of Saints in Late Antiquity (University of Oxford, 2017).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • P. Bedjan, ed., Acta Martyrum et Sanctorum, IV (Parigi, 1894), pp. 201–207.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]