Coya

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Coya, tradotta come "Regina" dai cronisti Spagnoli, è il titolo con cui veniva definita la consorte ufficiale del sovrano inca.

Le istituzioni del Cuzco consentivano un regime poligamico per il monarca, ma facevano una netta distinzione tra le varie spose o concubine e la Coya ufficialmente designata. Costei, appartenente ad una delle famiglie nobili degli Inca, assumeva il ruolo di consorte al momento dell'incoronazione del nuovo sovrano e rappresentava, agli occhi dei sudditi, la funzione di controparte, complementare e necessaria, dell'istituzione regale.

La sovranità non era concepita come un attributo particolare del monarca, ma prevedeva l'esercizio del potere da parte di una coppia regale che rappresentava, sulla terra, il dualismo presente nel mondo superumano, così come il Sole era associato alla Luna, il Cielo alla terra, l'umido al secco e l'elemento maschile a quello femminile.

La scelta della Coya assumeva una importanza determinante nella società inca perché vedeva la partecipazione di tutte le principali famiglie, interessate a legarsi, per il suo tramite, con un legame di parentela con il sovrano.

Nell'ultimo periodo imperiale ed esattamente a partire dal regno di Túpac Yupanqui gli Inca risolsero questo motivo di conflitto sociale istituendo una sorta di incesto regale e contraendo cioè matrimonio con una propria sorella. Probabilmente già in precedenza erano stati stipulati questo genere di sponsali, ma le sorelle prescelte erano tali soltanto per parte di padre e provenivano dal vasto harem che ciascun monarca intratteneva. Sembra invece che Tupac Yupanqui abbia scelto come consorte una sorella per parte di padre e di madre e che abbia formalizzato questa decisione con lo scopo dichiarato di impedire ogni intromissione di sangue impuro nella discendenza reale. In realtà la nuova istituzione rispondeva al duplice scopo di evitare ogni conflitto nella scelta della consorte e di evitare congiure o affrontamenti nella scelta dell'erede che non poteva essere scelto che tra i figli della coppia regale.

La soluzione non aveva però valore assoluto perché presupponeva anzitutto che il futuro sovrano avesse una sorella della giusta età e in secondo luogo che questa gli desse l'erede adatto, maschio e capace, secondo le aspettative degli Inca. Già al tempo di Huayna Cápac, il successore di Tupac Yupanqui, si verificherà la sterilità della sposa-sorella ufficiale con conseguenze drammatiche per la solidità dell'impero.

Comunque l'Inca, oltre alla consorte ufficiale, era solito circondarsi di spose succedanee, scelte tra le fanciulle più nobili dell'impero, atte a procreargli dei figli, possibili futuri sovrani, se quelli della Coya non fossero risultati adatti. Quella della capacità al potere era infatti una caratteristica della monarchia inca che prevedeva una sorta di legittimazione dell'aspirante sovrano che era ancor più importante del diritto di primogenitura.

La Coya pertanto non aveva la certezza di vedere uno dei suoi figli assiso sul trono, ma aveva comunque la sicurezza che i suoi eredi avrebbero goduto del privilegio di una prova e, che se questa fosse stata favorevole, uno di loro avrebbe sicuramente ereditato la carica regale.

La vita della Coya era comunque improntata alla massima magnificenza, partecipe com'era della sovranità regale. Era circondata da una schiera di ancelle, soprassedeva a pratiche cultuali verso le divinità precipuamente femminili come quelle lunari ed addirittura possedeva delle proprietà particolari, anche importanti, con seguito di servi e lavoranti.

Presenziava, accanto al sovrano, a tutte le cerimonie ufficiale e, in caso di sua assenza, era il punto di riferimento per le decisioni politiche che si fossero rese necessarie. In caso di morte del sovrano avrebbe infine dispiegato, assieme alla propria famiglia, ogni sorta di azione in difesa dei diritti ereditari dei figli, come più di una volta le cronache dell'epoca hanno riportato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Diez de Betanzos (Juan) Suma y narración de los Incas (1551) In ATLAS Madrid 1987
  • Cieza de Leon (Pedro de) Segunda parte de la crónica del Peru (1551) In COL. CRONICA DE AMERICA (Dastin V. 6°. Madrid 2000)
  • Cobo (Bernabé) Historia del Nuevo Mundo (1653) In BIBL. AUT. ESP. Tomi XCI, XCII, Madrid 1956
  • Garcilaso (Inca de la Vega) Commentarios reales (1609) Rusconi, Milano 1977
  • Cristóbal de Molina, Leggende e riti degli Incas (Cuzco 1574), a c. di Mario Polia, Il Cerchio, Rimini 1993.
  • Murúa (Fray Martin de) Historia general del Peru (1613) In COLL. CRONICA DE AMERICA Dastin V. 20°. Madrid 2001)
  • Poma de Ayala (Felipe Guaman) Nueva coronica y buen gobierno (1584 - 1614) In COL. CRONICA DE AMERICA (Historia 16. V. 29°, 29b, 29c. Madrid 1987)
  • Santa Cruz Pachacuti (Yamqui Salcamaygua) Relación de anteguedades de este reino del Peru (1613) In BIBL. AUT. ESP. (tomo CCIX, Madrid 1968)

  • Maria Rostworowski Historia del Tahuantinsuyo. Lima 1999
  • Francisco Hernandez Astete La mujer en el Tauantinsuyo. Lima 2002
  • Martti Pärssinen Tawantinsuyo El estado inca y su organización politica. Lima 2003
  • Marius S. Ziolkowski La guerra de los Wawqui Quito 1996
  • R.T. Zuidema Etnologia e storia del Cuzco e le strutture dell'impero Inca. Torino 1971

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]


Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Conquista spagnola delle Americhe: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Conquista spagnola delle Americhe