Costanza Trotti Bentivoglio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Costanza Trotti)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Costanza Trotti, ritratta da Emilio Rossi

Costanza Trotti Bentivoglio Arconati (Vienna, 21 giugno 1800Vienna, 21 maggio 1871) è stata una patriota e nobildonna italiana.

Stemma Trotti Bentiviglio

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata a Vienna dal marchese Lorenzo Trotti Bentivoglio e da Marie von Schaffgotschen, sposò il cugino marchese Giuseppe Arconati Visconti nel 1818 – anno in cui nacque il primo figlio Carlo, prematuramente scomparso nel 1839 – e partecipò assieme al marito ai moti carbonari del 1821, seguendolo in esilio a Parigi già nel 1820. In Francia la marchesa partorì Lorenzo, che nacque morto, e dopo un anno si trasferì con il marito e il piccolo Carlo al Castello di Gaasbeek, presso Bruxelles, dove sostenne le idee neoguelfe di Vincenzo Gioberti, gestendo il primo dei suoi vari salotti.

Anonimo, Costanza Trotti

L'esilio forzato vide i coniugi soggiornare tra il Belgio[1] e Berlino, dove vollero che Carlo imparasse il tedesco, e dove Costanza ebbe modo di entrare in stretto rapporto con Giovanni Berchet – conosciuto già a Gaasbeek –, con cui avviò una fitta corrispondenza durata molti anni.[2]

A seguito dell'amnistia del 1838, i coniugi tornarono in Italia.[3] Dopo una breve permanenza a Milano si stabilirono a Pisa, mantenendo i contatti con intellettuali liberali. Nella città toscana frequentarono Montanelli, Giusti e Capponi. Negli anni quaranta Costanza tenne inoltre un salotto di stampo patriottico a Parigi, rivaleggiando con quello della principessa Cristina Trivulzio di Belgiojoso. La sua casa era assiduamente frequentata, tra gli altri, dal Berchet e da Giuseppe Massari.[4]

Nuovamente a Pisa, vi rimase fino al 1847, quando si trasferì a Firenze. L'anno successivo fu a Milano durante le Cinque giornate. Andata a vivere a Torino nel 1849, vi aprì un salotto liberale, che portò avanti sino al 1859.

Morì quasi settantunenne, lasciando il marito e l'ultimo figlio, Giammartino, che morirono rispettivamente nel 1873 e nel 1876. Tutti e tre sono sepolti nella cappella di famiglia ad Arconate. Giammartino Arconati sposò nel 1873 Marie Louise Peyrat.[5]

La sorella di Costanza, Margherita, sposò nel 1836 Giacinto Provana di Collegno.

Citazioni letterarie[modifica | modifica wikitesto]

La figura di Costanza Trotti Bentivoglio Arconati viene citata dallo scrittore Mario Pomilio, nel suo romanzo Il Natale del 1833, vincitore del Premio Strega nel 1983.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Si schierarono a favore dell'indipendenza del Belgio, raggiunta nel 1830
  2. ^ Si può leggere in G. Berchet, Lettere alla Marchesa Costanza Arconati (a cura di R. van Nuffel), Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1961
  3. ^ De amicitia: scritti dedicati ad Arturo Colombo, p. 281, su books.google.it. URL consultato il 17 aprile 2013.
  4. ^ L. Incisa, A. Trivulzio, Cristina di Belgioioso, Milano, Rusconi, 1984, pp. 263-266
  5. ^ Geneall: Agostino Luigi Arconati, su geneall.net.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Costanza Arconati, su Amazon libri - Biografia di Dina Bertoni Jovine.
  • Arconati Viscónti, Costanza, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata
  • Arconati Viscónti, Costanza, su sapere.it, De Agostini. Modifica su Wikidata
  • Lettere di Libertà. Costanza Trotti Bentivoglio (PDF), su storialocale.comune.trezzosulladda.mi.it. URL consultato il 18 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • La Repubblica Scuola [collegamento interrotto], su scuola.repubblica.it.
  • Donne e coscienza storica, su url.it. URL consultato il 23 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2013).
Controllo di autoritàVIAF (EN65169154 · ISNI (EN0000 0000 1973 1410 · CERL cnp01093908 · LCCN (ENno2020068799 · GND (DE13250572X · NSK (HR000721999 · WorldCat Identities (ENviaf-65169154