Cosimo Ridolfi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
File:Ridolfic.jpg
Cosimo Ridolfi
Ritratto del Marchese Cosimo Ridolfi
Statua di Cosimo Ridolfi, Firenze, Raffaello Romanelli

Il marchese Cosimo Ridolfi (Firenze, 28 novembre 1794Firenze, 5 marzo 1865) è stato un agronomo e politico italiano.

Lo studioso

Nacque da nobile famiglia fiorentina e, tra le tante attività che svolse, sicuramente quella che più lo rese illustre - dapprima sotto il Granducato di Toscana poi nel Regno d'Italia - è quella legata alle ricerche di agronomia, che svolse sul campo, nella sua fattoria di Meleto nella Valdelsa, creando il primo Istituto Agrario in Italia, (poi Accademia dei Georgofili).

Nel Granducato di Toscana durante l'illuminato periodo lorenese, con l'aumentare della popolazione si presentò il problema di risolvere la scarsità di cibo e di alimenti. In questo ambiente il Ridolfi, che ben rappresenta il temperamento filantropico della classe moderata della Toscana di quel periodo, raccolse le esperienze d'avanguardia che nel campo della agronomia erano presenti in Europa e le ripropose in Toscana, a beneficio tutti coloro che lavoravano nell'agricoltura, dai latifondisti ai fattori.[1], Dal 1840 al 1845 tenne la cattedra di agronomia presso l'Università di Pisa.

Per divulgare le sue ricerche nel 1827 creò il "Giornale Agrario della Toscana" assieme a G.P. Vieusseux e a R. Lambruschini, e per aiutare i risparmiatori nel 1828 ispirò la creazione di una Cassa di risparmio che favorisse gli investimenti in agricoltura. Questa banca ancora oggi si chiama Cassa di Risparmio di Firenze S.p.a.

L'attività politica

Nel Granducato di Toscana fu Ministro dell’interno nel 1847 e il 2 giugno 1848 divenne presidente del consiglio dei ministri. Ma, poiché il momento politico era particolarmente gravido di tensioni, si dimise dalla carica il 30 luglio. L'anno successivo fu eletto alla presidenza del consiglio dei deputati. Quando il partito democratico andò al potere fu oggetto di contestazioni e manifestazioni ostili: pertranto si ritirò a Meleto; ma il 10 gennaio 1849 tornò a Firenze per partecipare alla discussione per la costituente. Nel periodo successivo visse lontano dalla vita politica, dedito alle attività legate al miglioramento agricolo. Al momento della caduta della dinastia dei Lorena, nel 1859, fu chiamato a far parte del Governo Provvisorio Toscano come ministro dell’Istruzione, con l’interim degli affari esteri; dopo l'unione della Toscana al Piemonte, il 23 marzo 1860 fu nominato senatore.

Note

  1. ^ A. Saltini vol. III, (1987) pp. 291-369

Bibliografia

  • M.M., .s.v. Ridolfi Cosimo, in "Enciclopedia italiana". Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1929-
  • B. BARONI, Cenno sulla vita del marchese Cosimo Ridolfi. Lucca, 1865
  • J. CABIANCA, Commemorazione del marchese Cosimo Ridolfi. Venezia, 1865
  • A. GALANTI, Commemorazione funebre del marchese Cosimo Ridolfi. Milano, 1865
  • R. LAMBRUSCHINI, Elogio del presidente marchese Cosimo Ridolfi, letto alla R. Accademia dei Georgofili. Firenze 1866 (poi in Elogi e biografie, ivi 1872)
  • L. RIDOLFI, Cosimo Ridolfi e gli istituti del suo tempo, ivi 1901
  • A. SALTINI, Storia delle Scienze agrarie, 4 voll., Edagricole, Bologna 1984-1989
  • C. TARUFFI, Del marchese Cosimo Ridolfi e del suo istituto agrario di Meleto, ivi 1877
  • A. ZANELLI, Cosimo Ridolfi da una corrispondenza inedita con N. Puccini, in "Rivista storica del Risorgimento", 1907

Collegamenti esterni

  • Archivio fotografico dell'Università di Pisa[1]
  • Accademia dei Georgofili. Archivio storico on line[2]