Coscienza di classe

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Coscienza di classe, può definirsi, in generale, la consapevolezza di essere inseriti in una determinata classe sociale, tramite l'analisi della posizione sociale acquisita nell'ambito della società osservata. Assieme agli altri membri appartenenti alla classe, l'individuo condivide interessi, talvolta, conflittuali con quelli delle altre classi costituenti la società.[1]

Interpretazione marxista[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Filosofia marxista.

Per coscienza di classe si intende la presa di coscienza da parte del proletariato della propria condizione di classe sociale. È da notare come la letteratura marxista parli raramente di coscienza di sé da parte della borghesia, proprio perché attribuisce al proletariato il compito storico di liberare se stesso e, contestualmente, tutta l'umanità e definisce falsa coscienza quella borghese perché riflette e legittima gli interessi sociali della classe dominante.[1]
Il proletario infatti si impoverisce in modo direttamente proporzionale al valore della merce che produce. Dal momento che, secondo l'ideologia marxista, solo dalla presa di coscienza può scaturire la solidarietà tra i proletari e quindi la rivoluzione, si può affermare che la coscienza di classe è propedeutica alla rivoluzione proletaria.

A diffondere la coscienza di classe dev'essere, nell'ortodossia comunista, il Partito attraverso una rete di associazionismo operaio e contadino e soprattutto divulgando la conoscenza delle leggi atte allo sviluppo sociale, per farle comprendere ai proletari.

La debole coscienza di classe contemporanea presente nella società di tipo capitalistico statunitense, è giustificata dalla forte differenziazione sociale, nella diffusione di nuovi strati sociali intermedi, nella uniformizzazione dei consumi e dei modelli culturali.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nell'era moderna Hegel (1770-1831) si soffermò a lungo su questa tematica, sostenendo che l'appartenenza del soggetto ad una classe non poteva prescindere dalla volontà dell'individuo. Secondo il filosofo idealista, l'atto di identificarsi in una classe non è degradante, poiché consente la realizzazione dell'unità del particolare e dell'universale.[2]
Marx rigettò gran parte del pensiero hegeliano affermando che sono le condizioni materiali, economiche e politiche, a influenzare le idee e la volontà e non viceversa, perciò la coscienza è determinata dalla cosiddetta sovrastruttura, che viene stabilita dai rapporti di lavoro e di produzione. Inoltre, secondo Marx, gli individui formano una classe solamente se costituiscono una organizzazione politica o una associazione diffusa a livello almeno nazionale.[2]

Gramsci scriverà che la coscienza di classe deve forgiare la nuova classe proletaria, abituarla all'esercizio del potere, ordinare le forze storiche in modo che si uniscano e che acquisiscano la capacità di ragionare in prospettiva.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b "Sociologia dell'economia e del lavoro", di Luciano Gallino, Utet, Torino, 1989, pag.172-173, voce "Coscienza di classe"
  2. ^ a b "Storia della filosofia", di Nicola Abbagnano, Utet, Torino, 1993, pag.133, voce "Classe, coscienza di"

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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