Continuità educativa

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La continuità educativa è un insieme di strategie formative che mirano allo sviluppo armonico della persona, dall'infanzia fino all'età matura, mettendo in comunicazione pedagogica i vari stadi dell'età evolutiva e i corrispondenti progetti formativi elaborati per i singoli cicli scolastici. Tra gli obiettivi fondamentali della continuità educativa c'è la riduzione del fenomeno della dispersione scolastica, mediante strategie mirate anche alla promozione dell'orientamento.

La rilevanza concettuale, psicopedagogica e culturale della continuità educativa risiede essenzialmente nel carattere progressivo e unitario dello sviluppo della persona.[1]

Continuità nell'età evolutiva[modifica | modifica wikitesto]

La complessità psicopedagogica dell'età evolutiva comporta la necessità di concentrare l'impegno educativo nel periodo della preadolescenza e dell'adolescenza, con tutte le problematiche che accompagnano la turbolenza di questa età difficile[2].

L'esigenza di raccordare tra di loro i progetti educativi, con particolare attenzione alle classi iniziali di un ciclo e a quelle terminali del precedente comporta la necessità del dialogo tra i gradi contigui, sia sul piano metodologico, sia su quello dell'informazione reciproca. Vari studi concordano sulla opportunità di valorizzare le esperienze pregresse e individualizzare l'intervento didattico, specialmente nelle classi iniziali dove si addensano le sofferenze scolastiche[3].

Continuità educativa e dispersione scolastica[modifica | modifica wikitesto]

Il fenomeno dei drop out, ossia dei ragazzi che abbandonano la scuola anzitempo, è in Italia particolarmente allarmante. Siamo infatti agli ultimi posti in Europa, con picchi di abbandono del 22-26% nel Mezzogiorno e con percentuali preoccupanti anche nel resto del Paese[4]. Dal momento che le percentuali dell'abbandono coincidono con quelle dell'insuccesso scolastico e si concentrano soprattutto nelle classi iniziali della scuola secondaria di primo e di secondo grado (in breve, scuole medie e superiori), ne consegue l'esigenza del raccordo tra i rispettivi cicli. Uno degli strumenti normativi è il fascicolo dell'alunno che dovrebbe correttamente accompagnarlo lungo tutto il percorso formativo[5]. Nella prassi didattica è abbastanza diffuso l'uso delle prove d'ingresso e di uscita, mentre risultano più rare le iniziative dirette a motivare gli alunni e a individualizzare gli interventi in rapporto ai bisogni dei singoli.[6]

Continuità educativa e orientamento[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Orientamento professionale.

È molto rilevante il rapporto di interdipendenza tra continuità educativa e orientamento scolastico e professionale.[7] L'orientamento è peraltro un processo di auto-identificazione che dura tutta la vita. In quanto tale, esso può consentire a ciascuno di operare scelte consapevoli, acquisire adeguate competenze e realizzarsi a livello personale, sociale e professionale[8]. Un itinerario formativo atto a promuovere l'orientamento come maturazione della persona copre l'intero arco esistenziale (educazione permanente), però vede realizzarsi la sua fase più intensa e decisiva negli anni dell'adolescenza.[9] A partire dagli anni novanta, non solo si è intensificata la ricerca scientifica su questo argomento, ma si sono anche moltiplicate le iniziative a livello locale. Tuttavia la prassi corrente si limita a considerare l'orientamento più che altro nei momenti terminali, quelli che preludono alle scelte scolastiche o professionali.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tra i numerosi studi che comprovano l'importanza strategica della continuità educativa, si vedano ad esempio: Jerome Bruner, La cultura dell'educazione (1996), edizione italiana Feltrinelli, Milano 1997; George Butterworth e Margaret Harris, Fondamenti di psicologia dello sviluppo, Psychology Press, Hove 1998 (Edizione italiana a cura di Alessandra Sansavini).
  2. ^ Guido Petter, Problemi psicologici della preadolescenza e dell'adolescenza, La Nuova Italia, Firenze 1972
  3. ^ Cfr., ad esempio, Giuseppe Iadanza, Continuità nell'età evolutiva, in Continuità, Editrice La Scuola, Brescia 1996, pp. 13-17
  4. ^ Fonte: Servizio Statistico MIUR, La dispersione scolastica (giugno 2013), pp. 5-6.
  5. ^ Il "fascicolo personale dell'alunno" fu istituito con Decreto Ministeriale 16.12.1992, in applicazione della legge 5 giugno 1990, n. 148. Veniva così istituzionalizzata la continuità come processo educativo.
  6. ^ Giuseppe Iadanza, Tempi, procedure e strumenti, in Continuità, cit., pp. 61-105.
  7. ^ Per una panoramica bibliografica essenziale su questo argomento, cfr. AA. VV., L'orientamento nella scuola media, Studi e documenti degli Annali della Pubblica Istruzione, Roma 1992, Bibliografia, Sezione III (Orientamento e continuità) e Sezione IV (Orientamento e mondo del lavoro).
  8. ^ Roberto Zavalloni, Orientare per educare, La Scuola, Brescia 1977
  9. ^ Giuseppe Iadanza, Continuità e orientamento, in Continuità, cit., pp. 23-26.
  10. ^ AA. VV., L'orientamento nella scuola non statale, Studi e documenti degli Annali della Pubblica Istruzione", Roma 1994. Cfr. in particolare il paragrafo 1.2.5., pp. 9-10: Linee di progettualità curricolare.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guido Petter, Problemi psicologici della preadolescenza e dell'adolescenza, La Nuova Italia, Firenze 1972.
  • Guido Giugni, Pedagogia della scuola. La scuola in funzione dell'educazione permanente e dell'orientamento, Le Monnier, Firenze 1973.
  • Luciano Corradini, La difficile convivenza, La Scuola, Brescia 1975.
  • Roberto Zavalloni, Orientare per educare, La Scuola, Brescia, 1977.
  • Giuseppe Iadanza, Una scuola a mezz'aria, Roma, Bulzoni, 1979.
  • M. e Paolo Calidoni, Continuità educativa e scuola di base, La Scuola, Brescia 1986.
  • Giuseppe Vico, Continuità e secondarietà, in Scuola e didattica, 1991-92, n. 8.
  • Giuseppe Iadanza, L'orientamento come fattore di continuità, in Nuova secondaria, 1992-93, n. 1.
  • AA. VV., L'orientamento nella scuola media, "Studi e documenti degli Annali della pubblica istruzione", n. 62, Le Monnier, 1992.
  • AA. VV., L'orientamento nella scuola secondaria non statale, "Studi e documenti degli Annali della pubblica istruzione", n. 69, Le Monnier, 1994.
  • Giuseppe Bertagna, Educazione, continuità e scuola, La scuola, Brescia 1994, ISBN 8835088526.
  • Giuseppe Iadanza, Continuità, Editrice La scuola, Brescia 1996, ISBN 8835091535.
  • Jerome Bruner, La cultura dell'educazione (1996), edizione italiana Feltrinelli, Milano 1997, ISBN 8807816466.
  • George Butterworth e Margaret Harris, Fondamenti di psicologia dello sviluppo, Psychology Press, Hove 1998 (Edizione italiana a cura di Alessandra Sansavini), ISBN 9780863775499.
  • Felice Moro, Famiglia e scuola, il recupero dello svantaggio, Angeli, Milano 2003, ISBN 8846443446.
  • Giovanni Mancini, L'intervento sul disagio scolastico in adolescenza, Angeli, Milano 2006, ISBN 884647239-X.
  • Paolo Terenzi, Contrasto alla dispersione e promozione del successo formativo, Angeli, Milano 2006, ISBN 8846480996.
  • Maria Luisa Pombeni, L'orientamento tra passato e futuro, Carocci, Roma 2008, ISBN 9788843046096.
  • Patricia H. Miller, Teorie dello sviluppo psicologico, Il Mulino, Bologna 2011, ISBN 8815232443.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]