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Concilio di Toledo IV

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Il quarto concilio di Toledo (in latino Concilium Toletanum, quarto nella numerazione del Migne) è un sinodo locale che si è tenuto a Toledo (Spagna, all'epoca regno visigoto) il 5 dicembre 633, con la partecipazione di sessantasei vescovi presieduti da Isidoro di Siviglia[1].

I settantadue canoni del concilio riguardano vari temi, per esempio uniforma il rito della Messa e il salterio; consiglia l'indizione annuali di concili statali o provinciali, seguendo determinate procedure; impone la singola (non triplice) immersione nel battesimo; consiglia la recita del Padre nostro; ammette l'uso di inni non biblici; scomunica gli alogi; subordina i diaconi ai presbiteri; vieta le armi ai chierici; vieta la conversione forzata degli ebrei; vieta la liberazione dei servi della chiesa; scomunica chi attenta al re[2].

Il Concilio di Toledo del 633 (can. 25) deplora l'ignoranza di parecchi preti; essa è la madre di tutti gli errori, onde i preti (intendendo i vescovi), che devono ben istruire il popolo, sono tenuti a studiare e meditare incessantemente la Sacra Scrittura e i canones. Inoltre, perché il singolo prete non si sentisse abbandonato a se stesso nella sua parrocchia il vescovo è obbligato a consegnare un sacramentario (libellus otficialis)[3].

  1. ^ Concilio di Toledo (633) - Cathopedia, l'enciclopedia cattolica, su it.cathopedia.org. URL consultato il 3 aprile 2020.
  2. ^ Concilium Toletanum IV - Documenta Omnia [0633-0633] Full Text at Documenta Catholica Omnia, su documentacatholicaomnia.eu. URL consultato il 3 aprile 2020.
  3. ^ Karl Baus, Storia della Chiesa, Editoriale Jaca Book, 1992, p. 274, ISBN 978-88-16-30237-2. URL consultato il 3 aprile 2020.