Collezione Giusti
La collezione Giusti è una raccolta di oggetti d'arte - bronzi, dipinti, sculture, commessi in pietre dure... - accorpata dal conte veronese Agostino Giusti e dal figlio Gian Giacomo fra la fine del Cinquecento e la metà del Seicento. Fu, insieme alle collezioni Curtoni e Muselli, una delle gemme del collezionismo scaligero in epoca moderna.
Genesi e formazione[modifica | modifica wikitesto]
La collezione fu il frutto di due generazioni di collezionisti: Agostino e Gian Giacomo Giusti. Ognuno di essi apportò contributi che denotano il loto gusto in fatto d'arte nonché i legami che avevano intessuto nel corso della loro vita. Agostino (morto nel 1615), che ristrutturò il palazzo Giusti nella contrada di Santa Maria in Organo a Verona e lo elesse a sua dimora, oltre a ricoprire molti incarichi nell'ambito della vita civile e culturale veronese fu gentiluomo del Granduca di Toscana (dal quale ebbe in dono una versione di Nesso e Deianira di Giambologna, commessi in pietre dure e un ritratto di Raffaello). In fatto di pittura ebbe una certa predilezione per le opere di Paolo Veronese e di Parmigianino, ma anche di Jacopo Bassano, Jacopo Ligozzi e Giovanni Francesco Caroto.
Il figlio Gian Giacomo si distinse invece per essere stato il primo e maggiore mecenate di Alessandro Turchi, oltre ad aver commissionato o collezionato opere di Guido Reni e del Cavalier d'Arpino. Nel palazzo Gian Giacomo Giusti ospitava inoltre una bottega specializzata nella creazione di orologi, di cui il conte molto si dilettava.
Agostino Giusti[modifica | modifica wikitesto]
Fra le opere che entrarono in collezione per merito di Agostino Giusti si contano:
- Jacopo Bassano, Annuncio ad Abramo della partenza per Canaan, Collezione privata
- Jacopo Bassano, Ritratto di Sebastiano Venier, Bassano del Grappa, Museo Civico
- Giovanni Cariani, Concerto, Washington, National Gallery
- Giovanni Francesco Caroto, Natività della Vergine, Sibiu, Museo Brukenthal
- Paolo Veronese, Apollo scortica Marsia, Mosca, Museo Pushkin
Gian Giacomo Giusti[modifica | modifica wikitesto]
- Alessandro Turchi, Allegoria della Fede, Collezione privata
- Alessandro Turchi, Allegoria della Carità, Melbourne, National Gallery of Victoria
- Alessandro Turchi, Allegoria della Speranza, Detroit, The Detroit Institute of Arts
- Alessandro Turchi, Danae, Windsor, Royal Collections
- Alessandro Turchi, Mercurio, la Fama e Minerva, Collezione privata
- Moretto da Brescia, Allegoria della Fede, San Pietroburgo, Ermitage
- Guido Reni, Davide decapita Golia, Collezione UNICEF
Fonti[modifica | modifica wikitesto]
Disponiamo di due fonti dirette per conoscere le opere di pittura e scultura che si trovavano nel palazzo Giusti del Giardino a Verona (della contrada di Santa Maria in Organo). La prima è un opuscolo in forma di dialogo chiamato Sileno - redatto in occasione del matrimonio di Francesco Giusti, figlio di Gian Giacomo, con Antonia Bevilacqua Lazise - nel quale il poligrafo di origine trentina Francesco Pona descrive stanza per stanza le preziose opere d'arte conservate nel palazzo e nel famoso giardino ancora oggi esistente: fra queste il Concerto di Cariani ebbe un posto d'onore e gli furono dedicate molte pagine. La seconda è l'inventario dei quadri e delle statue acquistate dal conte Gian Giacomo; grazie a questo documento è possibile isolare le compere e le committenze dei due collezionisti.
Dispersione[modifica | modifica wikitesto]
La collezione Giusti fu legata, come molte altre raccolte italiane, a una dinastia o alle figure dei suoi creatori. Dopo la morte di Gian Giacomo Giusti la collezione passò al figlio Marcantonio che la trasferì nel palazzo di famiglia situato a Verona nella contrada di Chiavica. Già nel Settecento alcuni pezzi (in particolare le tre Allegorie delle virtù di Alessandro Turchi) erano stati venduti e sono documentati a Venezia nella famosa raccolta Sagredo. I dipinti Giusti si trovano oggi in collezioni private e alcuni dei più importanti musei del mondo come la National Gallery di Washington, il Museo Pushkin di Mosca e le Royal Collections di Windsor.
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
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Giovanni Cariani. Concerto
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Moretto da Brescia. Allegoria della Fede
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Paolo Veronese. Apollo scortica Marsia
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- F. Pona, Sileno overo Delle Bellezze del Luogo dell'Ill.mo Sig. Co. Gio. Giacomo Giusti. Pubblicato, con l'occasione delle Nozze de gl'Ill.mi Sig.ri Il Sig. Conte Francesco Giusti e la Signora Antonia Lazise, Verona 1620
- D. Dossi, La collezione di Agostino e Gian Giacomo Giusti, in Verona Illustrata, 21, 2008, pp. 109–126.
- D. Dossi, All'ombra di Scipione Borghese: Alessandro Turchi per Costanzo Patrizi e qualche altra precisazione, in Arte cristiana, 101, 2013, pp. 460–466.
- D. Dossi, Alessandro Turchi nella Francia del Seicento: opere, mercato, commissioni, in: Bulletin de l'Association des Historiens de l'Art Italien, 19, 2013, pp. 10–21
- D. Dossi, La Galleria Curtoni di Verona: la sua dispersione e qualche recupero, in Arte Veneta, 69, 2014, pp. 169–176.
- D. Dossi, La scultura moderna nelle collezioni veronesi fra Cinque e Seicento, in Arte Cristiana, 102, 2014, 883, pp. 311–316.
- D. Dossi, F. Marcorin, Le collezioni di Agostino e Giovan Giacomo Giusti a Verona. Storia e dispersione, Treviso, ZeL Edizioni, 2020