Clavis physicae

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Clavis physicae
AutoreOnorio Augustodunense
Periodoprima metà del XII sec.
Generetrattato
Sottogenereteologia, dialogo
Lingua originalelatino

Clavis physicae è un fortunato trattato teologico in forma di dialogo di Onorio Augustodunense, composto probabilmente tra il 1111 e il 1115.

Contenuti[modifica | modifica wikitesto]

«Poiché vedo che non solo molti ignoranti, ma anche persone che brillano del fulgore della sapienza deviano troppo dal cammino della vera fisica, io mi accingo a ricondurre sulla via della verità coloro che vogliono seguirmi lungo tutto ciò che il mio ragionamento, con l'aiuto della grazia divina, mi ha fatto vedere.»

Il testo si presenta in forma di dialogo tra un maestro e il suo allievo. L'autore sostiene di aver scelto la forma dialogica seguendo l'esempio dei più grandi filosofi, tra cui Socrate, Platone, Cicerone ma anche Agostino e Boezio; tutti questi maestri infatti, avevano verificato come l'insegnamento fosse il metodo più efficace per introdurre un argomento di studio. Onorio sicuramente non lesse mai Platone, lo conobbe attraverso traduzioni e rielaborazioni, ma nell'opera emerge una conoscenza profonda e una replica perfetta del metodo socratico.

La Clavis physicae è uno dei trattati cosmologici di Onorio e ha come oggetto, per la prima parte (parr.1-315) la semplificazione dei primi quattro libri del Peryphyseon (o De Divisione naturae) di Giovanni Scoto Eriugena, dei quali i primi due trattano di logica e teologia, il terzo di filosofia naturale e il quarto di antropologia; la seconda parte dell'opera (parr. 316-529) è invece una copia integrale del quinto libro, che tratta della teoria escatologica del ritorno delle creature a Dio.

Onorio voleva probabilmente presentare una rielaborazione completa del De divisione ma la difficoltà di interpretazione di alcune questioni deve aver prevalso sul progetto originario e indotto il monaco alla trascrizione dell'ultima parte del suo modello. Nella seconda parte della Clavis le modifiche introdotte da Onorio consistono in una serie di tagli e lievi correzioni che non alterano né il contenuto né il lessico del De divisione.

La rielaborazione dei primi due libri è discontinua e non adeguata al rigore speculativo del testo eriugeniano; la dottrina dell'apofatismo, l'analisi delle categorie aristoteliche, la teologia trinitaria, presentano aspetti non congeniali alla cultura di Onorio e nella Clavis subiscono tagli, distorsioni, fraintendimenti.

Al contrario, il terzo libro – in cui si specula sulla problematica dell'atto creatore e del rapporto tra Dio e mondo, sulla filosofia della natura, sull'esegesi esamerale con digressioni di fisica, biologia, astronomia – ha esercitato su Onorio forte suggestione: il rifacimento è molto accurato e non contiene riserve o censure di natura dottrinale. Il compendio del quarto libro-che tratta la problematica della creazione “ad immagine e somiglianza” e la filosofia dell'uomo risulta corretto.

La fedeltà di Onorio al De divisione si manifesta anche nel trattamento delle fonti: mentre il prologo cerca di nascondere la prevalenza delle auctoritates greche, il compendio riproduce l'influenza della teologia orientale nel sistema eriugeniano. È costante, infine, il tentativo di semplificare il complicato testo del De divisione.

Onorio elimina i momenti superflui del confronto dialogico, taglia le ripetizioni e le digressioni, introduce la forma sillogistica in alcune argomentazioni, uniforma il lessico, traslittera o traduce i vocaboli greci, corregge gli errori sintattici e grammaticali. La ricerca di un'esposizione agile e semplificata non offre solo risultati positivi: il riassunto o l'omissione di alcuni testi, per esempio, altera il ruolo degli interlocutori nel dialogo o determina fratture nel processo argomentativo.

Anche se nel 1225 papa Onorio III ordinò di bruciare come eretica l'opera dell'irlandese, lo scritto di Onorio godette di buona fortuna, contribuendo a diffondere il pensiero eriugeniano in Germania per gran parte del Medioevo, pur con i limiti di corretta esposizione che si riscontrano nella Clavis, dovuti a un'interpretazione errata del pensiero di Eriugena.

Tradizione manoscritta[modifica | modifica wikitesto]

Le informazioni sulla tradizione manoscritta della Clavis fanno riferimento alle informazioni disponibili su Mirabile, pertanto potrebbero rappresentare una descrizione parziale. L'opera è contenuta in 7 manoscritti:

  • Augsburg, Staats- und Stadtbibliothek, 8° 84, ff. 9r-109v [excerpta]
  • Augsburg, Universitätsbibliothek, II.1.2° 35
  • Bernkastel-Kues, Bibliothek des St. Nikolaus-Hospitals, 202, ff. 1r-202r
  • Paris, Bibliothèque Nationale de France, lat. 6734
  • Wien, Österreichische Nationalbibliothek, 5262
  • Wien, Österreichische Nationalbibliothek, Ser. Nova 3605, ff. 1r-103v
  • Zwettl, Bibliothek des Zisterzienserstifts, 298

Di questi, sei provengono dall'area germanica (3 dalla Germania e 3 dall'Austria) mentre l'ultimo è conservato a Parigi. I manoscritti tedeschi sono stati prodotti tra il XIV e il XV secolo; il viennese (Wien, Österreichische Nationalbibliothek, 5262) è del 1503. Il testimone parigino e gli altri due austriaci sono i più antichi: tutti e tre copiati nel XII secolo.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Honorius Augustodunensis, ed. Joseph Anton Endres, pp. 140-5 [excerpta]
  • Honorius Augustodunensis Clavis Physicae, ed. Paolo Lucentini, Roma 1974
  • La «Clavis physicae» (316-529) di Honorius Augustodunensis, ed. Pasquale Arfé, Studio e edizione Napoli 2012, pp. 61-254

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Lucentini, La «Clavis physicae» di Honorius Augustodunensis e la tradizione eriugeniana nel secolo XII, in Lucentini, Platonismo, ermetismo, eresia nel medioevo cur. Loris Sturlese, Louvain-la-Neuve 2007, pp. 1-17.
  • Alex J. Novikoff, Anselm, Dialogue and rise of scholastic disputation in ‹‹Speculum, a journal of medieval studies››, 86, 2011, pp. 387-418.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]