Chiquinquirá

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Chiquinquirá
comune
Chiquinquirá – Stemma
Chiquinquirá – Bandiera
Chiquinquirá – Veduta
Chiquinquirá – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Colombia Colombia
Dipartimento Boyacá
Amministrazione
SindacoLuis Fernando Sanabria Martínez
Territorio
Coordinate5°37′08″N 73°49′12″W / 5.618889°N 73.82°W5.618889; -73.82 (Chiquinquirá)
Altitudine2,711 m s.l.m.
Superficie149[1] km²
Abitanti54 949[2] (2005)
Densità368,79 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale154640 – 154648
Fuso orarioUTC-5
Nome abitantiChiquinquireño
Cartografia
Mappa di localizzazione: Colombia
Chiquinquirá
Chiquinquirá
Chiquinquirá – Mappa
Chiquinquirá – Mappa
Sito istituzionale

Chiquinquirá è un comune della Colombia facente parte del dipartimento di Boyacá.

Il centro abitato venne fondato da Catalina de Irlos nel 1586, mentre l'istituzione del comune è del 1810.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Basilica della Vergine di Chiquinquirá[modifica | modifica wikitesto]

La Basilica della Vergine di Chiquinquirá è una basilica minore della Chiesa cattolica. La sua facciata è in pietra arenaria, la cui ricostruzione, dopo il terremoto del 1785, fu progettata e supervisionata da Domingo de Petrés, frate cappuccino che costruì numerosi edifici religiosi tra la fine del XVIII secolo e l'inizio del XIX.

La costruzione è lunga 80 m e larga 36 e ricopre un'area di 2.880 m². La navata centrale è larga 10,50 m e alta 18 m, si eleva su 12 colonne che sono la base di 5 archivolti.[3]

L'interno della basilica è luminoso anche grazie al bianco dei pilastri, dotati di contorni dorati. Ha una cupola decorata in azzurro e l'altare contiene il quadro originale che rappresenta la Vergine di Chiquinquirá, dipinto da Alonso de Narváez de Andalucía verso il 1560; all'immagine la tradizione attribuisce fenomeni soprannaturali, che si sarebbero verificati nel 1586 durante il restauro[4]. I chiostri del lato nord della basilica furono restaurati dopo un terremoto.

Palazzo della Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Il Palazzo della Cultura Rómulo Rozo, dichiarato monumento nazionale nel 2000 dal Ministero dell'Educazione nazionale, è quello dell'antica stazione ferroviaria di Chiquinquirá. Essa fu opera dell'architetto Joseph Martens, iniziata nel 1926 e inaugurata nel 1928 e si compone di un solo corpo coperto da un tetto unico in mansarda di stile francese del secolo XVIII e tre grandi porte delle stesse dimensioni; ha una tettoia di ferro che fa risaltare l'entrata principale su quelle laterali. Dalla metà del 1975, alla chiusura della ferrovia la stazione di Chiquinquirá cadde in disuso e fu abbandonata. Fu restaurata in occasione della visita di Papa Giovanni Paolo II nel 1986. Al secondo piano ha una mostra permanente di artigianato di Boyacá e si prevede l'installazione del Museo delle Arti e Tradizioni.[5][6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Dato da statoids.com, su statoids.com. URL consultato il 28 febbraio 2012.
  2. ^ (ES) Dati del censimento 2005 forniti dal DANE - Departamento Administrativo Nacional de Estadística (PDF), su dane.gov.co. URL consultato il 28 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2008).
  3. ^ (ES) Judy Consuelo e Pinilla Puentes, Basílica de nuestra señora del rosario de Chiquinquirá, su Sitio oficial de Chiquinquirá en Boyacá, Colombia, 12 gennaio 2007. URL consultato il 16 maggio 2021 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2012).
  4. ^ Cammilleri, cap. 17 novembre.
  5. ^ (ES) Casa de la Cultura di Chiquinquirá (intitolata a Rómulo Rozo), su chiquinquira-boyaca.gov.co, 10 maggio 2012. URL consultato il 16 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2012).
  6. ^ (ES) Parques Nacionales de Colombia Organización Colparques, Casa de la Cultura Romulo Rozo, su colparques.50webs.com. URL consultato il 20 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2011).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rino Cammilleri, Tutti i giorni con Maria, calendario delle apparizioni, Milano, Edizioni Ares, 2020, ISBN 978-88-815-59-367.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN72144648329940348477
  Portale Geografia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Geografia