Chiesa di San Pantaleone (Madone)

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Chiesa di San Pantaleone
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàMadone
Indirizzovia Pizzo del Diavolo
Coordinate45°38′45.89″N 9°33′29.79″E / 45.64608°N 9.558275°E45.64608; 9.558275
Religionecattolica
TitolarePantaleone di Nicomedia
Diocesi Bergamo
Inizio costruzioneXIII secolo

La chiesa di San Pantaleone è il luogo di culto cattolico del comune di Madone, in provincia di Bergamo.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La piccola chiesa è posta sull'antica viabile del Brembo è documentata per la prima volta nel 1260, inserita nell'elenco delle chiese di Bergamo sottoposte a censo imposto dalla Santa Sede, ma la sua storia potrebbe essere molto più antica. L'edificio fu probabilmente edificato sopra un antico luogo di culto pagano del periodo romano così come altri edifici che si trovavano posti lungo la parte orografica destra del fiume Brembo.[2]

Nel documento del 1260 la chiesa è indicata con il nome di ecclesia santa Maria de Donaxina. La chiesa godeva di un beneficio, a indicare la sua presenza già in tempi più remoti, anche se non è possibile ricostruirne la struttura architettonica. Secondo tradizione la cripta sarebbe riconducibile ai primi anni del cristianesimo, ma questo non ha mai trovato fonti che lo potessero confermare.[3]

L'edificio nel Cinquecento si trovava in grave stato di abbandono per l'incuria dei fedeli. Sembra che non vi fossero neppure i portali d'ingresso, così che vi trovavano rifugio gli animali, e che venivano recitate le messe solo saltuariamente: "ad istantiam devotorum". Per questo negli atti della visita pastorale del vescovo di Bergamo Gerolamo Ragazzoni del 1581, vi fu ordinata la sistemazione con la nuova pavimentazione per accedere alle due cappelle. Nel secolo successivo, tutta la comunità di Madone fu interessata ai lavori di ricostruzione della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, solo nei primi anni del Settecento grazie all'interessamento dell'allora parroco don Evangelista Brolis, fu data autorizzazione dal vescovo di celebrare le funzioni eucaristiche nella cripta, ancora allora la chiesa era indicata come anta Maria ad Nives. Iniziò quindi un ampliamento dell'edificio per permettere ai fedeli di assistere alla messa con la posa della prima pietra nel 1709 e l'allungamento dell'edificio sul lato a est. Successivamente fu costruita la scala che collegava la nuova aula, posta nella parte superiore, con la cripta, e con l'elevazione del presbiterio così che vi fosse un nuovo altare superiore visibile da tutti, e nel 1778 la dedicazione a san Pantaleone martire. Fu costruita anche la casa del romito che doveva sempre abitare presso la chiesa. Nel 1790 fu rialzata anche la torre campanaria a cura di don Urbano Ronzoni, e curato lo spazio del sagrato delimitato da un muretto protettivo, e con la posa di platani.[1]

Nei lavori di ristrutturazione della prima metà del Novecento fu rimossa la cancellata che delimitava la zona presbiterale e nel 1975 fu demolita la casa del romito così che la torre campanaria si presenta staccata dall'impianto della chiesa.

Madone - San Pantaleone mosaico

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa campestre è anticipata da un ampio prato delimitato da un muretto a secco con paracarri. Il fronte principale a capanna, dal classico orientamento liturgico a est, con il portale centrale con paraste e architrave in pietra arenaria. Un mosaico raffigurante il santo titolare è posto sulla parte superiore dell'ingresso, mentre laterali vi sono due aperture ad arco complete di inferriata protettiva. La parte superiore è completata da un ampio rosone atto a illuminare la sala interna.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno a unica navata si divide in tre campate di cui la prima con copertura a botte, la seconda di dimensioni minori con volta a crociera e la terza composta dalla zona presbiterale rialzata da cinque gradini, anche questa con la volta a crociera. L'aula ospita quattro tele raffiguranti Miracoli di san Pantaleone lavori di Gaetano Peverada della seconda metà del Settecento. La statua raffigurante il santo titolare, secondo tradizione sarebbe opera lignea di Vincenzo Pio Malvestiti. L'abside ospita la tela Pietà con san Giovanni Battista e san Pantaleone, lavoro del XVI secolo.[3]

La cripta, che è la parte più antica dell'edificio è ornata dall'ancona Madonna vestita, con Bambino Gesù di autore ignoto risalente alla seconda metà Settecento.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Chiesa di San Pantaleone <Madone>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 4 giugno 2021.
  2. ^ Chiesa di San Pantaleone martire - già Santa Maria Donazana, su comune.madone.bg.it, Comune di Madone. URL consultato il 4 giugno 2021.
  3. ^ a b Chiesa di San Pantaleone, su itinerari.bergamo.it, Itinerari Bergamo. URL consultato il 4giugno 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]