Chiesa di San Francesco (Castelbuono)

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Chiesa di San Francesco d'Assisi
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàCastelbuono
Coordinate37°55′46.13″N 14°05′12.55″E / 37.92948°N 14.08682°E37.92948; 14.08682
Religionecattolica
TitolareSan Francesco d'Assisi
Diocesi Cefalù
Inizio costruzioneXIV secolo

La chiesa di San Francesco è un edificio di culto di Castelbuono.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sorta nel 1317, ma ristrutturata nel XVIII secolo, la chiesa conserva nel pronao un affresco del XIV secolo, raffigurante Santa Maria di Bisanzio (che ha preso poi il titolo di Santa Maria del Soccorso o Santa Maria dell'Aiuto, dall'omonima chiesa),[1] una Madonna del Gagini[non chiaro] e gli sportelli dell'organo cinquecenteschi di scuola veneziana.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • XVI secolo metà, Madonna col Bambino, statua, opera di bottega gaginiana documentata in sacrestia.

Convento[modifica | modifica wikitesto]

Attiguo alla chiesa è uno splendido chiostro settecentesco e annesso, nella cappella dedicata a Sant'Antonio,una tribuna ad impianto ottagono[2] simile ad altre tribune costrutie verso la metà del Quattrocento nel Regno di Napoli dove vennero ospitate le spoglie dei componenti della famiglia Ventimiglia, a partire dal mausoleo di Giovanni Ventimiglia del XV secolo, riferito all'architettura e allo stile alternativamente di Francesco Laurana o dei Gaggini. A questi si attribuisce anche il portale marmoreo, “che fa di questa cappella un momento particolarissimo del Rinascimento siciliano”. Il mausoleo di forme tardo-romanico, a pianta ottagonale, contiene il sarcofago monumentale barocco di Francesco Rodrigo Ventimiglia, due altri sarcofagi cinquecenteschi e l'epigrafe funeraria di Giovanni I Ventimiglia, primo marchese di Sicilia, morto a Castelbuono nel 1475.

Due arieti di bronzo,[3][4] espressioni dell'arte greca e frutto di saccheggi, in Sicilia adornarono temporaneamente il portale gotico della Fortezza Maniace di Siracusa per volere di Federico II di Svevia. Maria di Trastámara per servigi resi nella strenua difesa di Siracusa, li donò a Giovanni I Ventimiglia, pertanto i manufatti pervennero dapprima nel castello Ventimiglia di Castelbuono e in seguito posti a decoro del mausoleo di famiglia.[5] Per contrasti con la casa regnante e la confisca dei beni, gli arieti dei Ventimiglia furono trasferiti a Palermo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pagina 255, Vito Amico - Gioacchino di Marzo, "Dizionario topografico della Sicilia" [1] Archiviato il 1º luglio 2018 in Internet Archive., Salvatore di Marzo Editore, Volume primo, Seconda edizione, Palermo, 1858.
  2. ^ V. C. Galati, Mausolei e tribune ottagone nel primo Umanesimo del Regno di Napoli. Il Mausoleo di Giovanni Ventimiglia a Castelbuono (Palermo), in BSSF- Bollettino della Società di Studi Fiorentini, 24, 25, 2015, 2016.
  3. ^ Pagina 36, Vincenzo Mortillaro, "Guida per Palermo e pei suoi dintorni del barone V. Mortillaro" [2], Palermo, Tipografia del giorn. Letterario, 1836.
  4. ^ Pagina 6, Giuseppe Maria Capodieci, "Tavole delle cose più memorabili della storia di Siracusa avanti Gesù Cristo" [3], Messina, Giuseppe Fiumara, 1821.
  5. ^ Pagina 269, Francesco Maria Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, "Della Sicilia Nobile" [4], Volume unico, Palermo, Stamperia de' Santi Apostoli per Pietro Bentivenga, 1757.