Char Minar

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Char Minar
Il Char-Minar con le restanti celle a destra
StatoBandiera dell'Uzbekistan Uzbekistan
LocalitàBukhara
Coordinate39°46′29″N 64°25′39″E / 39.774722°N 64.4275°E39.774722; 64.4275
Religionemusulmana
FondatoreKhalif Khoudoïd
Completamento1807

Il Char Minar (dalla Lingua persiana چار منار quattro minareti)[1], o madrasa Khalif Niazkhoul, è un edificio storico del centro di Bukhara in Uzbekistan che è stato costruito nel 1807 con i fondi del ricco mercante turcomanno, Khalif Khoudoïd.

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

La madrasa (o madrassa) è costruita inizialmente intorno a un cortile, per cui entrambe le parti sono riservate alle celle (cinquantanove al momento) per studenti di scienze coraniche, con un bacino (howz) e un Iwan che serve da portale di ingresso alla moschea nella madrasa. La madrasa è stata condotta dal sufi Sceicco Khalif Niazkhoul. Dell'originale non ne restano oggi che poche celle. I resti dell'ingresso al padiglione della madrasa è l'aspetto particolare del tutto, è sormontata da quattro torri agli angoli, ciascuna delle quali è coronata da una cupola e turchese simbolo di una città: La Mecca, Urgench, Termez e Denov[2]. La loro forma ricorda, anche se non hanno la funzione, quella di un minareto, da cui il nome che è stato dato alla costruzione circondano una cupola nel mezzo. Ogni torre è decorata in modo diverso. Il piano terra è composto da un ingresso, mentre al primo piano le torri hanno accolto gli ex componenti interni e la biblioteca comunale. Oggi vi è un negozio di souvenir al piano terra.

Nel 1998 l'UNESCO ha finanziato la ricostruzione di una torre caduta.[3]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Secondo la Lonely Planet il nome deriva dal tagiko.
  2. ^ Ouzbékistan, guida Le Petit Futé, p. 170, edizione 2012
  3. ^ Char Minar - Bukhara, Uzbekistan, su sacred-destinations.com. URL consultato il 23 febbraio 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Ouzbékistan, guide Le Petit Futé, édition 2012
  • (RU) K. Karimova et T. Alimov, Boukhara. Ville et légendes (Бухара. Город и легенды), 1re éd., Tachkent, éd. ООО "DAVR NASHRIYOTI", 2010, 60 pages
  • Bradley Mayhew, Mark Elliott, Tom Masters e John Noble, Asia centrale, Torino, Lonely Planet, 2014, pp. 205-206, ISBN 978-88-5920-473-2.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]