Catastrofe del monte Øy

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Campagna di Armfeldt in Trøndelag, 1718–1719. Le date sono secondo il calendario giuliano.

Con Catastrofe del Monte Øy nota anche come Marcia della Morte dei Carolini (in svedese karolinernas dödsmarsch), si intende la ritirata disastrosa del contingente di soldati svedesi (noti come Carolini), guidati dal generale Carl Gustaf Armfeldt attraverso la catena montuosa del Tydal in Trøndelag durante il capodanno del 1718-1719.[1]

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

Durante la Grande Guerra del Nord la Svezia aveva subito diverse sconfitte che la portarono a perdere i propri territori orientali, ora sotto il dominio russo. Nel 1718 Carlo XII di Svezia pianificò dunque di attaccare la Norvegia sperando di sorprendere il re Federico IV di Danimarca impreparato e costringere così la Danimarca-Norvegia a negoziati di pace che avrebbero implicato la cessione di territori alla Svezia. Ordinò dunque al generale Carl Gustaf Armfeldt di lanciare un attacco diversivo da Jämtland verso Trondheim. Questi però, a seguito della sconfitta subita nella battaglia di Storkyro, si era da poco ritirato nell'area di Gävle con il proprio contingente male equipaggiato e demoralizzato. Radunati 10.000 soldati a Duved, partì alla volta della Norvegia il 29 agosto 1718[2] ma quattro mesi dopo fu nuovamente costretto a ritirarsi perché le difese norvegesi ressero l'attacco e il contingente contava ora solo 6.000 sopravvissuti esausti e affamati poiché il maltempo rendeva impossibile rifornirli. Dopo la morte di Carlo l'11 dicembre 1718 durante l'assedio di Fredriksten, tutte le forze svedesi in Norvegia ricevettero l'ordine di ritirarsi e rimpatriare.

La partenza per la Svezia[modifica | modifica wikitesto]

Armfeldt venne a conoscenza della morte del re solo il 7 gennaio 1719, quando si trovava a Haltdalen. A questo punto decise di rimpatriare per la via più breve: prima attraverso la catena montuosa del Tydal e da lì al forte di Hjerpe. L'8 gennaio 1719 l'esercito lasciò quindi Haltdalen e marciò verso Tydal, che distava circa 30 chilometri. L'11 gennaio I carolini raggiunsero le fattorie di Ås e Østby. Il giorno seguente (che secondo il calendario giuliano in uso all'epoca in Svezia corrisponde al giorno di Capodanno) partirono accompagnati dalla guida norvegese Lars Bersvendsen Østby alla volta di Handöl, nell'attuale comune di Åre, che distava circa 55 chilometri. A parte il freddo invernale, l'assenza di maltempo indusse Armfeldt a continuare la marcia, convinto che in quelle condizioni avrebbe raggiunto lo Jämtland in due giorni.

La tempesta[modifica | modifica wikitesto]

Esposizione all'Armémuseum di Stoccolma che ricostruisce una scena della catastrofe.

Il 12 gennaio si scatenò una violenta bufera di neve da nord-ovest che costrinse Armfeldt ad accamparsi sul versante settentrionale del Monte Øy, presso il lago Essand. Nel disperato tentativo di riscaldarsi, i soldati cominciarono a dare fuoco al legname che riuscirono a procurarsi, inclusi i manici dei propri fucili e le slitte, che tuttavia non furono sufficienti a salvarli dal freddo. Si stima infatti che morirono di ipotermia 200 uomini solo in questa prima notte.

La tempesta continuò anche il giorno successivo e la ritirata divenne ancora più caotica, poiché molti si dispersero. Il grosso delle forze riuscì a raggiungere il confine svedese e si accampò a Enaälven. Tuttavia, il maltempo continuò a mietere vittime: molti cavalli morirono e tutto l'equipaggiamento dovette essere abbandonato sulla montagna. La tempesta infuriava ancora il 14 gennaio quando le prime truppe guidate da Armfeldt si dirigevano verso Handöl. La maggior parte dei sopravvissuti arrivò a Handöl tra il 15 e il 16 gennaio. Circa 3.000 uomini rimasero congelati sulle montagne. Durante il viaggio verso Duved, ne morirono altri 700. Circa 600 dei 2.100 sopravvissuti rimasero storpiati a vita.

Olof Broman, sacerdote rettore di Hudiksvall, racconta nel proprio diario del 1719[3]:

(SV)

«Vid början av detta året anlände hit hos mig över 250 personer av finska kavalleriregementet och general De la Barres folk. Liksom nästan alle de andre, som gått över fjällen ifrån Norge, voro de förfrusne till händer och fötter och så illa medfarne, att sådan händelse aldrig skett ifrån världens begynnelse. Hela vintern över och jämväl sommaren voro hos mig sjuke, förkylde nästan oräkneliga, av åtskilliga regementen, så väl officerare som gemene, av vilka nog månge jag avsåga, hugga och skära måste dels bägge benen, dels ettdera, fötterna, händerna, fingrerna etc. – ett sådant uselt tillstånd, att ock de döde måtte gråta däröver!»

(IT)

«All'inizio di quest'anno sono arrivate qui con me più di 250 persone del reggimento di cavalleria finlandese e del generale De la Barre. Come quasi tutti gli altri che avevano attraversato le montagne dalla Norvegia, erano congelati fino alle mani e ai piedi e così gravemente colpiti che un evento del genere non si era mai verificato dall'inizio del mondo. Per tutto l'inverno e anche per l'estate ci furono malati, infreddoliti, quasi innumerevoli, di diversi reggimenti, sia ufficiali che popolani, a molti dei quali segai entrambe le gambe, l'una o l'altra, i piedi, le mani, le dita, eccetera - una condizione così miserabile che persino i morti dovettero piangerla!»

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Monumento ai Carolini eretto a Duved per commemorare i caduti nella catastrofe.

Il 18 gennaio, il maggiore norvegese Emahusen si mise sulle tracce dell'esercito svedese. Giunto al valico trovò centinaia di cadaveri di soldati e di cavalli ancora imbrigliati a slitte completamente cariche, sulle quali i conducenti erano stati congelati dalla tempesta mentre ancora reggevano le redini. I norvegesi fecero bottino delle spoglie trovate che ammontavano sei cannoni e centinaia di spade, fucili, stivali, cappotti e oggetti di valore indossati dai soldati morti.

Ancora oggi a Brekka Bygdetun, nel Tydal, ogni due anni si tiene a gennaio la rappresentazione teatrale all'aperto Karolinerspelet (Il dramma dei Carolini), che racconta gli eventi della catastrofe[4].

Anche a Røros (un'altra città norvegese visitata dai soldati svedesi) tra luglio e agosto viene rappresentato il musical Elden (Il fuoco) che drammatizza anch'esso i giorni della catastrofe. Lo spettacolo è una delle più grandi produzioni all'aperto della Norvegia e coinvolge sia attori umani che cavalli[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The Carolean death march, su karoliner.com. URL consultato il 1º dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2019).
  2. ^ Tutte le date sono indicate secondo il calendario gregoriano, che fu adottato da Danimarca-Norvegia nel 1700, ma adottato dalla Svezia solo nel 1753.
  3. ^ (SV) 378 (Svenska folkets underbara öden / V. Karl XII:s tid från 1710 samt den äldre frihetstiden 1709-1739) [378 (Il meraviglioso destino del popolo svedese / Il regno di Carlo XII dal 1710 e il più antico periodo di libertà 1709-1739)], su runeberg.org. URL consultato il 19 luglio 2023.
  4. ^ Servizio telegiornalistico incentrato su Karolinerspelet., su nrk.no. URL consultato il 19 luglio 2023.
  5. ^ Sito ufficiale del musical, su elden-roros.no. URL consultato il 19 luglio 2023.