Campo satellite (nazismo)

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I campi satellite,[1] ufficialmente Arbeitslager der Waffen-SS, furono i centri di detenzione periferici (Haftstätten) sotto il comando dei campi di concentramento gestiti dalle SS nella Germania nazista e nell'Europa occupata dai tedeschi. I nazisti distinsero tra i campi principali (Stammlager) e i campi satellite (Außenlager o Außenkommandos) ad essi subordinati. Per i prigionieri, le condizioni di sopravvivenza nei campi satellite furono in molti casi peggiori rispetto a quelle dei campi principali.[2][3][4][5]

Ideazione e creazione[modifica | modifica wikitesto]

L'Außenkommando "Unter den Eichen" a Wiesbaden fu il sito di un sottocampo di Hinzert, ospitò 100 prigionieri politici ai lavori forzati.[6][5][7][8]

All'interno di un campo di concentramento i prigionieri svolsero vari compiti, non dovevano e non potevano essere inattivi durante l'internamento. le attività lavorative potevano anche essere inutili e fastidiose, senza alcun risultato utile.

Sulla base del linguaggio militare, le SS designarono i gruppi dei prigionieri come kommando: un termine generico per designare i cosiddetti "dettagli delle opere" (Arbeitskommandos) di un accampamento: ad esempio, nel campo di concentramento di Dachau esisteva un "dettaglio dei lavori del crematorio" (Arbeitskommando Krematorium), un gruppo di prigionieri del campo alloggiati separatamente e senza contatti con altri prigionieri. I kommando incaricati dei lavori di costruzione furono supervisionati dai kapo, cioè prigionieri con funzioni organizzative verso gli altri prigionieri.

Il fatto che un prigioniero fosse assegnato a un kommando fisicamente leggero o pesante influì sulle sue possibilità di sopravvivenza.[9] Ad esempio, un kommando all'interno di un edificio, svolgendo lavori tecnici, fu più sopportabile per i detenuti rispetto ai kommando costretti a lavorare all'aperto, in inverno e con temperature gelide.

KZ-Außenkommandos[modifica | modifica wikitesto]

Dachau fu il primo campo di concentramento costruito per volere del Reichsführer-SS Himmler. Esisteva già nel 1933 e diventò un prototipo per i successivi campi di concentramento come Buchenwald, costruito nel 1937: il campo di Dachau non fu geograficamente limitato alla stessa città di Dachau. Oltre ai kommando formati all'interno del campo stesso, si aggiunsero ben presto i kommando al lavoro fuori dal campo, ad esempio per le piantagioni agricole (Kommando der Kräuterplantage) o per il taglio della torba. Le SS impiegarono sempre più prigionieri fuori dal loro campo di riferimento e fecero costruire loro le infrastrutture necessarie come strade, fossati, caserme o luoghi di ricreazione delle SS. I prigionieri dei campi di concentramento furono utilizzati anche per gli scopi privati degli alti ufficiali nazisti: ad esempio furono impiegati nella casa di campagna di Brüningsau di Oswald Pohl, nella casa di caccia di Himmler e anche nella casa di campagna di Hans Loritz, comandante di Dachau. Anche Eleonore Baur, amica personale di Hitler, ebbe a disposizione il suo kommando. Molti di questi gruppi di lavoro furono utilizzati solo per alcune settimane o anche mesi, con forza attiva variabile. Nella terminologia usata all'epoca per i kommando, secondo cui i prigionieri pernottavano fuori dal campo di concentramento, furono definiti anche Außenkommandos.[10]

In diversi casi gli Außenkommandos si trasformarono in nuovi campi di concentramento indipendenti: il campo di concentramento di Mauthausen nacque nell'agosto del 1938 con l'arrivo dei primi prigionieri da Dachau. Anche il campo di concentramento di Niederhagen fu creato da un KZ Außenkommando, così come il campo di concentramento di Mittelbau-Dora, inizialmente un sottocampo di Buchenwald e successivamente divenne un campo di concentramento indipendente.

KZ-Außenlager[modifica | modifica wikitesto]

Le capanne nel campo di concentramento di Kaufering in cui erano alloggiati i prigionieri.

All'inizio della guerra, le SS impiegarono un numero sempre maggiore di prigionieri dei campi nelle fabbriche di armamenti. In alcuni casi i prigionieri furono sistemati in diverse zone notte improvvisate, in altri casi le SS costruirono un proprio accampamento dotato di torri di guardia e recinti. Molti di questi campi satellite (KZ-Außenlager) furono organizzati in modo simile ai campi principali, anche con comandanti del campo delle SS (SS-Lagerführer) e funzionari dei prigionieri come il Lagerältester (responsabile del campo) o il Blockältester (responsabile del blocco).

Oggi i campi sono conosciuti come campi satellite (in tedesco come KZ-Außenlager o Nebenlager). A volte venne usata l'abbreviazione "KZ" anche in riferimento a un campo principale. Nella gerarchia del sistema dei campi nazisti, i campi satellite furono subordinati a un campo di concentramento che, ad esempio, custodiva i registri dei prigionieri e i registri delle morti. Nei successivi documenti nazisti i campi satellite a volte furono indicati anche come campi di lavoro (Arbeitslager).[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ tradotto anche come sottocampo
  2. ^ KZ-Außenlager in Bayern, su www2.nuernberg.de, Tagung, novembre 2006.
  3. ^ KZ-Außenlager im Ruhrgebiet [collegamento interrotto], su schattenblick.de, Tagung, dicembre 2009.
  4. ^ Jane Caplan e Nikolaus Wachsmann, Introduction, in Concentration Camps in Nazi Germany: The New Histories, Routledge, 2009, pp. 1–16, ISBN 978-1-135-26322-5.
  5. ^ a b Bärbel Maul, Axel Ulrich, Das Wiesbadener-Außenkommando „Unter den Eichen“ des SS-Sonderlagers/KZ Hinzert (PDF), a cura di Renate Knigge-Tesche, Design: Gottfried Schmid, 8ª ed., Magistrat der Landeshauptstadt Wiesbaden, Kulturamt - Stadtarchiv, 2014 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2021).
  6. ^ (DE) Das Wiesbadener Außenkommando "Unter den Eichen" des SS-Sonderlagers/KZ Hinzert, su Hessische Landeszentrale für politische Bildung (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2020).
  7. ^ (DE) KZ-Gedenkstätte "Unter den Eichen", su Landeshauptstadt Wiesbaden. URL consultato il 14 maggio 2023 (archiviato dall'url originale il 31 luglio 2021).
  8. ^ Wolfgang Jung, Gerhard Honekamp e Hartmann Wunderer, KZ-Häftlinge und SS in Wiesbaden, in Alltag zwischen Mächtigen und Müßiggängern – Historische Erkundungen in Wiesbaden und Umgebung, 2ª ed., Marianne Breuer Verlag, 1995, pp. 77–82, ISBN 9783980470100.
  9. ^ Stanislav Zámečník, "Überlebensbedingungen", in Das war Dachau, Luxemburg, 2002, p. 150, ISBN 2-87996-948-4.
  10. ^ Verzeichnis der Konzentrationslager und ihrer Außenkommandos gemäß § 42 Abs. 2 BEG, su bundesrecht.juris.de (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2004).
  11. ^ Zámečník, Außenkommandos und Nebenlager, p. 303.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Wolfgang Benz, KZ-Außenlager. Geschichte und Erinnerung., in Barbara Distel (a cura di), Dachauer Hefte, n. 15, Verlag Dachauer Hefte, 1999.
  • Joanna Skibinska, Die letzten Zeugen. Gespräche mit Überlebenden des KZ-Außenlagers "Katzbach" in den Adlerwerken Frankfurt am Main., Hanau, 2005.
  • Marc Buggeln, Das System der KZ-Außenlager: Krieg, Sklavenarbeit und Massengewalt (PDF), in Gesprächskreis Geschichte, vol. 95, Friedrich-Ebert-Stiftung, 2012, ISBN 978-3-86498-090-9.

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