Califfato mondiale

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Per califfato mondiale s'intende un unico governo mondiale islamico, concetto sostenuto in particolare da Abu Bakr al-Baghdadi, leader del gruppo integralista Stato Islamico di Iraq e del Levante (ISIL).[1][2] L'8 aprile 2006, il giornale in lingua inglese Daily Times del Pakistan diede la notizia che, ad un raduno tenutosi ad Islamabad, l'organizzazione militante Sipah-e-Sahaba Pakistan sollecitò la formazione di un califfato mondiale, che doveva iniziare dal Pakistan.[3] Nel 2014, Baghdadi si attribuì il successo nella creazione di un califfato mondiale.[4]

Hizb ut-Tahrir, un'organizzazione politica panislamica, crede che tutti i musulmani dovrebbero universi in un califfato mondiale[5][6] che "sfiderà e, infine, conquisterà l'Occidente."[7] Dato che gli estremisti spesso commettono atti di violenza nel perseguimento di questo obiettivo, esso non ha molto richiamo tra un pubblico più vasto.[8] La giornalista libanese Brigitte Gabriel sostiene che l'obiettivo di un califfato mondiale è al centro delle imprese dell'Islam radicale.[9]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso del tempo, vari storici e studiosi hanno avuto idee divergenti sulle origini di questo concetto. Un punto di vista è espresso nel libro del 2007 dal titolo Islamic Imperialism: A History (Imperialismo islamico: una storia), nel quale lo storico Efraim Karsh, esperto di studi mediorientali, così illustra la sua opinione circa l'origine del concetto:[10]

«In quanto religione universale, l'Islam ha come obiettivo un ordine politico globale nel quale tutto il genere umano vivrà sotto la legge islamica sia come credenti sia come comunità suddite. Al fine di raggiungere questo obiettivo, spetta ad ogni Musulmano libero, maschio, adulto, di portare avanti una lotta intransigente "nel sentiero di Allah" o jihad. Ciò rende quelle parti del mondo, che non sono ancora state conquistate dalla Casa dell'Islam, teatro di permanenti conflitti (Dar al-Harb, la "casa della guerra") che termineranno soltanto con il trionfo finale dell'Islam.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A Dictionary of World History - Page 332, Edmund Wright - 2015
  2. ^ Walid Phares, The Confrontation: Winning the War against Future Jihad: Defeating the Next Generation of Jihad, Palgrave Macmillan, 2008, p. 32, ISBN 978-0230603899.
  3. ^ Referenced in Sean Oliver-Dee, The Caliphate Question: The British Government and Islamic Governance, Lexington, 2009, p. 9, ISBN 978-0739136010.
  4. ^ The Arab Uprisings: What Everyone Needs to Know - Page 13, James L. Gelvin - 2015
  5. ^ Hizb ut-Tahrir Emerges in America, Anti-Defamation League, 25 July 2013. URL consultato il 28 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2016).
  6. ^ Geraldine Fagan, Believing in Russia: Religious Policy After Communism, Routledge, 2012, p. 157, ISBN 978-0415490023.
  7. ^ James Brandon, The Caliphate: One nation, under Allah, with 1.5 billion Muslims, in The Christian Science Monitor, Amman, Jorday, May 10, 2006. URL consultato il May 26, 2012.
  8. ^ Karl Vick, Reunified Islam: Unlikely but Not Entirely Radical, in The Washington Post, Jan 14, 2006. URL consultato il May 26, 2012.
  9. ^ Brigitte Gabriel, They Must Be Stopped: Why We Must Defeat Radical Islam and How We Can Do It, St. Martin's Press, 2008, p. 10, ISBN 0312383630.
  10. ^ Efraim Karsh, Islamic Imperialism: A History, Yale University Press, 2007, p. 64, ISBN 978-0300122633.