Bozza:Dadada Beach Museum

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Dadada Beach Museum
Dadada Beach Museum
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàMontauro
IndirizzoDadada Beach Village
Caratteristiche
ProprietàDadada Beach Village
GestioneDadada Beach Village

Dadada Beach Museum è il primo museo su una spiaggia. Ideato per ospitare opere di arte contemporanea, il Dadada Beach Museum si sviluppa sulla splendida spiaggia calabrese di Montauro, presso il Dadada Beach Village, bagnato dal mar Jonio.

Il concept strutturale dietro Dadada Beach Museum è quello di un luogo assolutamente libero e accessibile a tutti, senza barriere architettoniche e sociali, dunque anche senza l’onere di un biglietto d’ingresso. Dadada Beach Museum è l’unico museo concettuale in cui l’unica cornice alle opere d’arte è nient’altro che il mare.

Assolutamente innovativo e fuori dagli schemi, il Dadada Museum ospita una collezione di opere d’arte contemporanea destinata ad arricchirsi nel tempo, con l’idea di superare la stagionalità della fruizione dei suoi spazi e dare luogo ad una raccolta permanente di opere tematiche.

Pitture, sculture, installazioni di varie dimensioni: il Dadada Beach Museum è progettato per ospitare differenti format artistici in un perfetto connubio tra arte e ambiente, nel rispetto dell’ecologia e della biodiversità territoriale.

FILOSOFIA FONDANTE[modifica | modifica wikitesto]

Dadada ha nel suo stesso nome in nuce la filosofia che anima il progetto: la corrente “dada” o “dadaista”. Non si tratta di una semplice ispirazione o un generoso omaggio agli artisti Dada del secolo scorso: Dadada Museum fa propria l’essenza della filosofia Dada, nasce quindi, in maniera giocosa e quasi casuale, come un rimedio all’insofferenza generale e all’abbrutimento dell’uomo, come un modo irriverente di conquistare -attraverso l’arte- la libertà.

Il dadaismo, così come in origine, non è un semplice movimento artistico: è piuttosto una particolare attitudine spirituale nella quale il gesto, la provocazione, la reazione sono più importanti dell’opera stessa.

Lo spirito Dada nega in modo assoluto tutto ciò di radicato alla tradizione e alla vita dell’uomo. In un gioco di azioni sfrontate, i dadaisti, tentando di far rinascere l’arte dalle sue stessi ceneri, la liberarono dalle costruzioni razionali e dai canoni estetici. Essa di fatti nasceva spontaneamente in totale assenza di regole e questa casualità nell’arte e nella vita si contrapponeva duramente alla mentalità razionale e pragmatica borghese. Dada fu contraddizione e ribellione, anticonformismo ed atemporalità.

Il Dadada Beach Museum, facendo proprio il manifesto Dada, vuole rompere i canoni estetici tradizionali che vedono il museo di arte contemporanea come un contenitore dotato di ampi stanzoni bianchi, convertendolo piuttosto in un contenitore senza confini, se non quelli paesaggistici naturali.

LA MISSION: ARTE E TERRITORIO[modifica | modifica wikitesto]

In realtà dietro il concetto di “Dadada Museum” non vi è una sola mission. Svariate solo le pulsioni creative che hanno generato un’idea di Museo irriverente.

Una su tutte è, però, quella dell’etica ambientale. Quella che potremmo definire “Ecologia 4.0”, perché il 2.0 è già vetusto (e il 3.0 poco dadaista).

Parlare di raccolta differenziata, zero emissioni, allestimenti biocompatibili, dovrebbe essere ad oggi così comune da essere considerato quasi banale. Per noi lo è: Dadada è una struttura perfettamente integrata nell’ecosistema marittimo ed anzi si erge a modello di compatibilità ambientale.

Alimentata da pannelli fotovoltaici, costruita in materiali ecocompatibili, Dadada è la prima struttura sul territorio a promuovere una corretta gestione dei rifiuti e della spiaggia, utilizzando finanche attrezzature in materiali naturali (bambù, paglia, legno, canneto).

In un territorio martoriato dalla mano infausta dell’uomo e ancor di più mediaticamente dalle ultime vicende riguardanti la presunta radioattività della zona, Dadada Museum è una scommessa per riavvicinare -tramite l’arte- l’uomo a quel territorio tanto bello quanto dannato.

Per questo motivo Dadada Museum conta sulla partnership istituzionale degli enti preposti all’ambiente e al territorio.

LA PRIMA RASSEGNA DI OPERE: CONCRETE SCULPTURES, QUANDO “CEMENTO” FA RIMA CON “ECOLOGIA”[modifica | modifica wikitesto]

Il primo artista ad essere ospitato da (ed inaugurare, con le sue opere) Dadada Museum è il catanzarese Mario Loprete, un’eccellenza locale che valica i confini internazionali.

In pieno stile Dada, le sue opere in cemento, denominate “concrete sculptures” sono un irriverente approccio all’ambiente marittimo.

Tramite le sculture “concrete”, sarà possibile fare propria una nuova visione illuminante dell’uso del cemento, che diventa così “amico” del territorio e non più infido nemico.

In una terra, la Calabria, dove il binomio “cemento-mare” fa sovvenire soltanto tristi fatti di cronaca, Dadada Museum lancia il suo primo messaggio provocatorio, celebrando il sodalizio tra le due materie, l’una emblema della mano umana, l’altro emblema di quella divina.

In un ritorno alle origini, laddove le due materie si compenetravano (il cemento dell’antica Roma era costituito, di fatti, di cenere e acqua marina), l’uomo riscopre al Dadada Museum il giusto approccio tra cemento ed ecosistema, in un commovente e delicato abbraccio artistico che cancella dalla memoria l’aggressività feroce degli ecomostri.

Cemento e mare, come Yin e Yang, ritrovano al Dadada Museum la loro antica armonia. E l’arte ne è maieutica.

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